Matera-Catania: ritorno all’inferno

Pippo Pancaro

Pippo Pancaro 

Presentazione della gara tra lucani ed etnei. Per i rossazzurri debutto in Lega Pro...

A due passi da Taranto...
A 4856 giorni dal 9 giugno 2002 – giorno della promozione in Serie B conquistata dopo la 'battaglia' dallo “Jacovone” – il Catania riassapora l’amaro fiele della Serie C (oggi Lega Pro) affrontando il Matera di Dionigi nella gara valida per la terza giornata di andata. Match d'esordio per i rossazzurri, il primo di tre incontri da disputare nell'arco di una settimana: domenica al "XXI Settembre-Franco Salerno", mercoledì 23 a Monopoli (recupero della prima giornata) e domenica 27 in casa contro l'Ischia.

Da Taranto a Matera: settantaquattro chilometri a separare due città che sembrano chiudere un cerchio, lungo 13 anni, vissuto a scrivere lungo l’italico stivale momenti esaltanti mai vissuti in sessantanove anni di storia. Dalla Puglia alla Lucania: settantaquattro chilometri per ripartire dopo una caldissima estate (l’ennesima della storia recente rossazzurra) che ha scosso fondamenta già vacillanti e spaccato ulteriormente la tifoseria etnea. Abbonamento si, abbonamento no? L’amletico dilemma è stato e continua ad essere proprio questo.

Dilemma sull’abbonarsi o meno che dipende, inevitabilmente, dal futuro della società: via la vecchia dirigenza, dentro facce nuove. Aspetto, quest’ultimo, che ancora fatica a materializzarsi. E in tutto questo marasma ecco una profondissima rivoluzione tecnica. Smantellata la squadra costruita lo scorso gennaio ne è arrivata una nuova di zecca composta da elementi validi e profondi conoscitori della categoria. Incognita: il poco, pochissimo, tempo per assemblare ed amalgamare il tutto. Il tempo è tiranno e lo è ancor di più quando si parte con 9 punti di penalizzazione sul groppone. L’obiettivo stagionale? Uscire quanto prima dalle sabbie mobili di una classifica che si presenta subito deficitaria. Salvarsi, la parola d’ordine d’inizio stagione è propria questa. Perché in una situazione come quella in cui versa l’Elefante il mantenimento della categoria(che equivale al professionismo) ha un valore inestimabile. Inutile illudersi con ulteriori proclami di facili conquiste.

Si parte da Matera, contro una formazione allestita per competere nelle zone alte della classifica ma reduce da una sonora batosta in quel di Andria. Netto 3-0 per la Fidelis senza attenuanti per l’undici di mister Dionigi (tecnico emergente di cui si dice un gran bene). Lo scivolone pugliese dei lucani è l’immagine che sintetizza al meglio la nuova realtà, fatta di tante trappole disseminate lungo un cammino tortuoso. Signori, riecco l’inferno della C. Anche se ne avremmo fatto a meno. Decisamente.