Matera-Catania 0-1: Ok, l’approccio è giusto!

Squadra e tifosi, un legame da rinsaldare...

Squadra e tifosi, un legame da rinsaldare... 

La squadra di Pancaro sembra avere le caratteristiche necessarie per "sopravvivere" all'impatto con la categoria.

Come inizio non c’è male. Sprofondato in terza serie dopo 13 anni a causa delle malefatte dell’ex dirigenza, il Catania parte col piede giusto e dimostra di essersi calato immediatamente nella realtà della categoria in cui si trova, evitando di ripetere gli errori commessi un anno fa. Stavolta è stato costruito un organico pieno zeppo di giocatori di categoria, con un’unica concessione “esotica” (Calil, anch’egli peraltro esperto conoscitore della Lega Pro) in gruppo composto quasi esclusivamente da giocatori italiani, la maggior parte dei quali abbinano motivazione ed esperienza. In un torneo equilibrato e livellato verso il basso come questo è presto per tracciare giudici lusinghieri, ma non si può disconoscere quanto di buono ha mostrato la squadra nell’Elefante nel suo approccio al campionato. Non dimentichiamo che Parisi e compagni hanno cominciato in ritardo la preparazione, e gli 11 scesi in campo oggi si allenano insieme da poche settimane (alcuni, come Pelagatti, da pochissimi giorni). Eppure il Matera, pur essendo maggiormente predisposto alla corsa, non ha mostrato una condizione fisica nettamente superiore, anzi. Sotto il profilo mentale, inoltre, i rossazzurri hanno dimostrato sicurezza e maturità: hanno rischiato quando c’era da rischiare, sofferto quando c’era da soffrire (forse un po’ troppo, ma in inferiorità numerica è fisiologico) e lottato per tutti i 93’ con le unghie e con i denti. Una caratteristica che in tempi recenti a Catania si è vista ben poco.

Pancaro sfrutta, ma non troppo, i limiti dell’impianto di gioco di Dionigi
Il risultato odierno è la combinazione di una serie di fattori, fra i quali incidono in maniera preponderante le scelte dei due allenatori. Dionigi non rinuncia al suo approccio offensivo, aggressivo e spettacolare, un 3-4-3 che valorizza la qualità e quantità di soluzioni sulle fasce ma che, al contempo, mette in ambasce il reparto arretrato concedendo troppe ripartenze agli avversari; Pancaro, da par suo, schiera il 4-3-3 che prova da quando si è insediato alle falde dell’Etna, provando a valorizzare la costruzione della manovra sin dalla difesa ma mostrando accortezza nell’affidare le iniziative offensive quasi esclusivamente agli esterni offensivi, concedendo pochissimo spazio alle avanzate dei terzini. Una scelta quasi obbligata dalla costante presenza degli esterni alti biancazzurri nella metà campo etnea, che impone prudenza in fase di spinta. D’altronde, quando puoi contare su elementi come Russotto, dotati di un tasso tecnico superiore che in questa categoria consente di fare la differenza, e quando la tecnica generale di base è più che buona (bene Agazzi nel fraseggio corto, Scarsella negli inserimenti, Castiglia nel pressing), non hai bisogno di sbilanciarti più del dovuto. Purché concretizzi le occasioni che hai: dopo aver trovato il gol nel primo tempo, il Catania, sia poco dopo con Russotto dal limite sia più volte in contropiede nella ripresa, avrebbe potuto tranquillamente chiudere il match prima che lo stesso Russotto commettesse l’ingenuità che ha costretto i compagni a finire la partita in inferiorità numerica. Sull’aspetto della concretezza sotto porta (vedi colpo di testa ravvicinato di Calil) e delle ripartenze in generale Pancaro dovrà lavorare per evitare di soffrire come ha fatto oggi nella ripresa e in particolar modo nell’ultima parte dell’incontro. Una sofferenza generata dall’aggressivo approccio tattico di Dionigi che coi vari Carretta, Letizia e Pagliarini ha creato non pochi grattacapi agli esterni difensivi etnei.

A Monopoli in cerca di continuità
Non c’è neanche il tempo di gustarsi la riduzione “sul campo” della penalizzazione inflitta ai rossazzurri che è già tempo di pensare al prossimo impegno, in programma mercoledì sera a Monopoli contro una formazione che quest’oggi ha impattato tra le mura amiche contro il Messina e che ha vissuto un prologo di stagione simile a quello del Catania, venendo ammesso al campionato di Lega Pro soltanto a fine agosto. A differenza degli etnei, tuttavia, i biancoverdi provengono da una categoria inferiore (la Serie D) e non sembrano nutrire grosse ambizioni. Difficilmente assisteremo, dunque, alle sovrapposizioni e al gioco avvolgente in stile-Dionigi. Servirà quindi ancor più grinta e attenzione di quella mostrata oggi, cercando di sfruttare il tasso tecnico superiore (mancherà Russotto, ma Falcone può sostituirlo degnamente), per ridurre ulteriormente un fardello che rischia di compromettere, a lungo termine, le potenzialità che questa squadra sembra avere.