Lo Monaco: "Melfi la Corea del Catania, viviamo un momento di crisi"

L'ad degli etnei Pietro Lo Monaco

L'ad degli etnei Pietro Lo Monaco 

Le parole dell'amministratore delegato etneo raccolte nella conferenza stampa odierna

Da ieri pomeriggio il Calcio Catania ha uno tecnico, il terzo in stagione: Giovanni Pulvirenti ha preso il posto di Mario Petrone, quest’ultimo subentrato a Pino Rigoli appena tre settimane fa. Questa mattina, presso il centro sportivo di Torre del Grifo, l'amministratore delegato degli etnei, Pietro Lo Monaco, ha fatto il punto sulla situazione tutt'altro che rosea degli etnei:

“Le dimissioni di Petrone rappresentano l’ennesima tegola della stagione, dopo quelle rimediate domenica contro il Melfi, dopo Agrigento e Taranto. Già al termine della partita contro i lucani il tecnico aveva manifestato la volontà di andare via. Dopo diversi colloqui con lui, nei quali avevamo tentato di farlo recedere, l’allenatore è stato irremovibile, lasciando la guida tecnica e il contratto in essere. A nulla sono valsi i tentativi. È un qualcosa che ci lascia un tantino perplessi. Da una parte apprezzo la decisione del tecnico, per l'aspetto morale, ma dall'altro magari si è un po' incuranti della conseguenze. Abbiamo nominato come responsabile della guida tecnica mister Giovanni Pulvirenti, allenatore della nostra Primavera. Si tratta di un allenatore dai concetti tecnici di buon livello, cresciuto in casa e che gode della stima della società. Non farà mancare il suo apporto. La sconfitta con il Melfi è una sorta di Corea per il Catania. Bisogna avere rispetto per gli avversari, ma perdere contro una squadra reduce da undici sconfitte di fila lascia tutti perplessi, avviliti e sconcertati. È un risultato negativo che rimarrà nella storia del Catania. Di certo non è figlio di una prestazione eccezionalmente negativa, ma di un momento negativo".

Momento negativo, di crisi, comune anche ad altre formazioni: "Ad Agrigento, - ha proseguito Lo Monaco - abbiamo perso in modo ancor più opinato: abbiamo dominato per 25 minuti, poi si è spenta la lampadina. Siamo consapevoli di vivere un momento non bellissimo, come anche le altre quattro squadre di testa: il Foggia ha avuto la sua piccola crisi, la Juve Stabia la sua grande crisi, il Matera la sua grandissima crisi. Sono momenti che nel calcio possono accadere. Noi abbiamo perso sedici punti contro le piccole squadre. Questa squadra ha fatto 46 punti fino ad oggi, non ha fatto un campionato peregrino. Se avessimo rispettato la normalità chissà dove sarebbe stata questa squadra. I primi ad essere avviliti siamo noi società. Questa situazione negativa la sentiamo sulla pelle, così come la sentono i nostri calciatori che non sono di certo degli squinternati e dei leggeri. Nel calcio quando vengono delle crisi sono crisi, c'è poco da fare..”

L'ad etneo, per rendere meglio il concetto, fa l’esempio del PSG, sconfitto ieri 6-1 dal Barcellona ed eliminato dalla Champions League, riferendosi alla squadra multimiliardaria parigina: “Sono cose che nel calcio possono succedere. Avremmo preferito fare a meno delle dimissioni del tecnico in questo momento, ma penso che la squadra possa dare una buona risposta a Lecce. Non voglio vedere la classifica, ma siamo solo a due punti dalla sesta posizione. Fra Agrigento, Taranto e Melfi avremmo potuto prendere il volo, ma lotteremo fino all’ultima giornata. Le sconfitte come quella col Melfi hanno pochi padroni, ma le vittorie ne hanno tanti. Per me quella di Agrigento è stata ancora più dolorosa come sconfitta”.

Parlando del tonfo col Melfi si è poi soffermato sulla situazione economica della società e sulle illazioni provenienti dal mondo dei social: “Nessuno tocchi il Catania. Il Catania, ora, è ritornato ad essere quella società modello che era negli anni della mia gestione (riferendosi agli scandali del calcioscommesse e alle “illazioni” che sono state fatte dopo Catania-Melfi, ndr). Abbiamo solo i debiti, ma li stiamo affrontando con dignità, soffrendo con guerre dalla mattina alla sera. Stiamo cercando di pagare tutti. Il Catania sta facendo un risanamento pesante, ma ancora più pesante sarà ciò che arriverà a giugno, ovvero l’iscrizione al prossimo campionato. Stiamo cercando di far sì che il Catania possa rimettersi in una posizione diversa. Il vero miracolo non sarà quando il Catania tornerà in Serie A, ma quando sistemerà la sua situazione debitoria. Il Catania quattro anni fa era in Serie A e se adesso si trova in Lega Pro è colpa di tutte le componenti: stampa, tifosi...tutte le cinque componenti di cui parlo sempre. I disastri hanno tanti colpevoli. Ritorna sulle tanto osannate cinque componenti. E' legge, se le cinque componenti vanno insieme le cose andranno bene, in caso contrario vorrà dire che non hanno remato dalla stessa parte. È una cosa folle pensare che il Catania abbia venduto la partita al Melfi. Cosa avevano i melfitani, la banca dietro? Chi sta su Facebook già si è beccato delle denunce, sia da parte mia che della società. Le parolacce su Facebook vi fanno sentire uomini? Ho denunciato Ricca che pensa di essere immune. Per tutti quegli sciacalli, per chiunque spari minchiate su Facebook ci sarà una denuncia penale, non fate le cose col sedere degli altri". Poi si scaglia, come già fatto in settimana, contro il procurartore della FIGC Pecoraro: “Avviare un’indagine che accomuna il Catania al caso Juve-mafia è una vigliaccata; come si fa all’indomani del funerale di Ciccio Famoso in cui erano presenti duemila persone, fatto che comporta necessariamente la presenza di forze dell’ordine, a parlare del nulla. Se c’è un tifoso che ha passato 50 anni della sua vita per il Catania è giusto dedicargli qualcosa”. Tornando alla questione dei ‘treni del gol’ ha aggiunto: “Di tutti ‘sti treni che partivano c’era solo il conducente, possibile mai?!".

L’ad etneo, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, è ritornato sull’aspetto tecnico: “Con l’avvento del nuovo tecnico (Petrone, ndr) siamo passati ad un modo diametralmente opposto rispetto a come era stato impostato dal vecchio mister (Rigoli, ndr) e questo ha creato una sorta di smarrimento nella squadra. Io sono sempre contrario al cambio allenatore, ma quanto accade è per l’interesse dell’azienda. I nostri non erano pronti alle idee di Petrone e lui non ha saputo aspettare. Rigoli, se non fosse avvenuto l’episodio di Agrigento, avrebbe continuato.Quella partita ha segnato il suo crollo nervoso. Lui si è sempre sentito sulla graticola. Non riesco a spiegarmi dopo tanti anni di calcio la prestazione di Agrigento, abbiamo avuto una crisi di identità”. Alla domanda se il Catania manchi di un leader in panchina, Lo Monaco risponde: "In questa squadra ci sono tanti giocatori innamorati della maglia, come Marchese, il trascinatore è un’altra cosa. Davide Baiocco, che era un rompicoglioni, lo era; non è facile trovarlo".

Lecce la gara ideale per ripartire: "Giovanni Pulvirenti è uno dei nostri - ha proseguito Lo Monaco - è un bravo allenatore e credo che sappia sviluppare anche diversi moduli di gioco, non solo il 4-3-3. La squadra si deve preparare per la partita di Lecce, ed è giusto che la prepari con uno dei nostri. Mi aspetto una reazione nervosa da parte della squadra. Ben venga la partita di Lecce, è la gara ideale in questo momento. Se c’è, la squadra viene fuori. Qua non molla nessuno. La condizione fisica? Non è il mio settore, ma già dai tempi di Rigoli spingo il preparatore atletico a migliorare questo aspetto. Non è brillante, assolutamente. È davanti agli occhi di tutti. Abbiamo la morte nel cuore, ma non siamo morti. Siamo vivi e combatteremo fino alla fine. Preoccupazione? È un parola che non esiste nel mio vocabolario. Io mi occupo dei problemi, non preoccupo. Non ho la bacchetta magica, non posso dirvi se il Catania raggiungerà o no i play-off, ma certamente una cosa la posso dire: lotteremo fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata per raggiungerli".

Sul capitolo Pablo Cosentino: “Il problema, secondo me, è che lui non sapeva dove mettere le mani, – ha commentato Lo Monaco - il calcio è un’azienda, la quarta in Italia, a dir poco articolata e non ci si può improvvisare nel ruolo di amministratore delegato. Cosentino non ha mai condotto una società in vita sua; ha sempre fatto il procuratore. Il procuratore, per storia, non porta i soldi in società ma li prende dalla società: è l’essenza della stortura del nostro calcio. Il nostro calcio va male perché l’85% delle risorse che arrivano vanno nelle tasche dei calciatori e nel mondo che li circonda, ovvero i procuratori. In Germania, per esempio, questo non avviene: lì la ripartizione è al 50%. Il nostro sistema è bacato. Stiamo espiando queste colpe”.

Giovanni Pulvirenti, una scelta che potrebbe essere definitiva: “Adesso abbiamo Lecce davanti a noi e andiamo avanti con Pulvirenti, fermo restando che la scelta finale non esclude la stessa conferma del mister. Abbiamo qualche giorno di tempo per poter valutare e agire per il meglio. È chiaro che, ad oggi, non è facile trovare dei tecnici per dieci partite senza impegnarsi anche per la prossima stagione. Bisogna stare molto attenti, noi un’idea per il futuro ce l’abbiamo già. Il ritorno di Rigoli? Fino domenica andiamo avanti così, poi prenderemo la soluzione più adatta per raggiungere l’obiettivo finale".

Sulla situazione debitoria ha inoltre specificato: “Abbiamo una serie di incombenze che si riferiscono sia all’ambito civilistico sia all'ambito federale. Abbiamo dei debiti pesanti con società estere per situazioni passate: un milione e quattro con lo Sporting Lisbona, un debito con il Saint-Etienne, con il Wisla Cracovia, con il Boca, con il Racing, tutti debiti che per la maggior parte sono stati transati. Sono tutti debiti che vengono dopo il 30 giugno 2012. Prima di quella data il Catania era una società non in attivo ma di più. Era una società con un patrimonio giocatori pazzesco e una liquidità importante sui conti.Queste transazioni sono figlie di una certa credibilità. Il Catania si è iscritto al campionato con la fidejussione di un privato, perché purtroppo non poteva spendere il proprio nome; le porte erano chiuse. Adesso bisogna farle riaprire…”.

Con Giovanni Pulvirenti sulla panchina della prima squadra, di conseguenza cambia anche la guida tecnica della Berretti: “Sarà Gaetano Bellia (in origine si era fatto il nome di Salvo Gentile, ndr) a proseguire il lavoro di mister Pulvirenti ed a guidare la squadra nella partita di sabato contro il Catanzaro. Abbiamo già chiesto la deroga. Garantiremo continuità”. Svelato, inoltre, il mistero su Alfonso Sessa, calciatore di prospettiva scomparso dai radar senza una spiegazione ufficiale prima di quella odierna: “E’ in fase di riabilitazione – ha commentato Lo Monaco – è stato operato al legamento crociato, non so se posteriore od anteriore, e prima di rientrare all’attività piena ci vorranno dai sette agli otto mesi: il ragazzo sta incominciando ad allenarsi, seguendo il decorso post-operatorio. Non penso che possa giocare per questa stagione. Il ragazzo comunque ha un contratto di tre anni con noi”.