Llabolata da leggenda!!!

Cristian is back...

Cristian is back... 

Il commento al match del "Massimino" tra rossazzurri e blucerchiati. I temi "caldi": Llamarcord; la vittoria del Cholo; "Lavandina" ovunque; a Udine con piglio.

Llamarcord
Uno Llama d'annata. Amarcord per l'esterno mancino argentino, uno dei pretoriani di Mihajlovic, uno dei protagonisti della splendida "controcavalcata" della scorsa stagione, fatta di prestazioni abbaglianti e di gol d'utore. Evidentemente, la Samp gli porta fortuna, considerato che ai doriani aveva già "stampato" un sinistro mitico al "Ferraris". Ma l'eurogol che ha messo a segno oggi, sinistro al volo all'incrocio su corner di Lodi, va al di là della mera espressione tecnica, peraltro di abbacinante venustà. E' una prodezza che fa la storia, personale e della squadra. Personale perché il ragazzo, reduce da un grave infortunio, non riusciva a riprendere il filo del discorso prematuramente interrotto. Anche oggi, prima della rete della vittoria, aveva sbagliato tanto, beccandosi i soliti rimbrotti della curva. La splendida girata al volo lo ha come liberato, tanto che negli ultimi 15' è riapparso lo Llama dei bei tempi, quello che salta l'uomo e fornisce assist a go go. Di squadra perché il "sinistrone" infilato alle spalle di Curci può essere considerato un vero e proprio spartiacque di questo torneo in chiave rossazzurra. Infatti, i risultati provenienti dagli altri campi imponevano di tentare il tutto per tutto per incamerare i tre punti: sconfitta del Lecce in casa con il sempre più sorprendente Bologna di Malesani (senza i tre punti di penalizzazione i felsinei sarebbero in piena corsa per l'Europa League), sconfitta del Chievo al "Bentegodi" con la Fiorentina dell'ex Vargas. E i tre punti incamerati significano tanto, tantissimo: a 9 gare dal termine, 32 lunghezze, 4 in più dei salentini terz'ultimi ma, soprattutto, altre due squadre "tirate sott'acqua" a pieno titolo nella lotta salvezza, il Chievo e la stessa Samp, una compagine non abituata al duro pane della bassa classifica. Giusto per questi motivi Llama entra nella storia del Catania, nell'ambito di una partita giocata in un'atmosfera da libro Cuore, sotto la pioggia, su un campo allagato in cui era difficile anche solo rimanere in piedi. Onore ai 10.000 tifosi presenti, sempre pronti a incitare. La vittoria è anche loro.

La vittoria del Cholo
Ma la vittoria è soprattutto del Cholo, di quel Diego Simeone che, come al solito a Catania, alcuni stavano già mettendo in discussione dopo un mese, addirittura rimpiangendo il fallimentare Giampaolo, peraltro aspramente criticato e quasi "accompagnato fuori" durante la sua non felice permanenza alle falde dell'Etna. Viva la coerenza! Ciò che rimarrà impresso nella mia mente è la folle corsa del tecnico argentino al momento della rete di Llama. Una gioia immensa espressa da uomo vero, uomo con il sangue nelle vene. La gioia di uno che ci tiene veramente a tirarsi fuori dalle secche della bassa classifica, di uno che ci mette grinta e determinazione. La stessa trasmessa a Silvestre e compagni, i quali hanno ampiamente riscattato la tragica "gita" di Firenze sciorinando, in condizioni obiettivamente difficili per la compagine attaccante, una prestazione convincente in termini proprio di insieme: uno per tutti, tutti per uno. E non si dica che la prematura (e giusta) espulsione dello sconsiderato (ennesimo) argentino Tissone abbia spianato la strada al Catania. In partite del genere, impostate dal team difendente in "questo" modo, 11 o 10 risulta più o meno la stessa cosa. La Samp, espulsione o meno, non avrebbe superato la metà campo ugualmente (all'attivo dei doriani solo uno sconclusionato diagonale da buona posizione di Maccarone a inizio gara, su clamoroso errore di Silvestre. Punto), proprio perché il neotecnico doriano l'aveva impostata così, con Guberti a sostegno (???) dell'ex palermitano. Mezza punta in totale. La stessa sostituzione proposta a inzio ripresa, Ziegler per Guberti, dice tutto. Al proposito, non è che si possa dire che l'auspicata "scossa" in casa blucerchiata si sia materializzata. Inesistente in attacco era, inesistente rimane. A dire il vero, Cavasin le attenuanti le ha. Affrontare uno scontro diretto così importante senza 3/4 della difesa (Gastaldello, Lucchini e Ziegler, quest'ultimo in panca, poi entrato senza incidere) e senza il capitano Palombo non è cosa da poco, in specie se i sostituti si chiamano Tissone o Laczko. Tuttavia, non era facile. Campo difficile, avversario arroccato in difesa, nessuna squadra al mondo potrebbe non trovare enormi dififcoltà a sbloccare il risultato. Il merito del Catania, e del Cholo, è stato quello di non avere fretta, di continuare a macinare gioco seppur senza rendersi troppo pericoloso. In condizioni del genere, è chiaro che elementi come Lodi, Gomez o Ricchiuti siano svantaggiati. Eppure, Adrian alla fine si è rivelato uno dei migliori in campo, l'unico a saper cosa fare con la palla al piede. Se, a rigore, contiamo le palle gol, ci accorgiamo che, prima della prodezza di Llama, solo Carboni si era procurato una nitida occasione (gettata alle ortiche, ma il "vichingo", si sa, non ha nel tiro in porta il proprio fiore all'occhiello). Però, se consideriamo la cifra complessiva di gioco, il possesso palla (65/35%), la volontà di vincere, allora non possiamo non ritenere sacrosanto il premio finale. E non possiamo non mettere in risalto la bravura del Cholo. Simeone ha cominciato con un 4-2-3-1 per "offendere", perché la partita era da vincere a tutti i costi. A gara in corso ha indovinato le sostituzioni, segno che sta comprendendo giocatori e campionato. Ha sostituito i due ammoniti Gomez e Alvarez, proprio per evitare, come accaduto in passato, di concedere ultreriori vantaggi all'avversario. Ha indovinato anche gli uomini: Llama, Schelotto e Ledesma. A proposito della "oveja", ci ha messo voglia, corsa e piede nell'ultimo quarto d'ora. Che la panchina gli abbia fatto bene? Nel finale i rossazzurri avrebbero potuto dilagare con Bergessio e Lodi, ma va bene così. Forse, ma dico forse, il Cholo meriterà una settimana tranquilla senza che i soliti (l'immortale movie "Amici miei" docet) "allenatori dei pulcini con la scoppolatura a destra" gli rompano i regali coglioni? Forse le tre vittorie di fila in casa gli consentiranno di lavorare in pace per qualche giorno senza che qualcuno gli ricordi che "su era bonu vineva a Catania", dimenticando che ha vinto due campionati in Argentina, a differenza di Einstein pluriesonerati dall'appeal di un oritteropo thailandese?

"Lavandina" ovunque
Probabilmente taluno potrebbe essere sorpreso, ma a mio avviso il migliore in campo è stato Gonzalo Bergessio, il "Lavandina". E' vero, non ha segnato, ha anche fallito un'occasione ghiotta, ma il suo lavoro "sporco" è risultato decisivo. Fantastico in appoggio a Maxi, bravissimo a interpretare il ruolo di prima punta dopo l'uscita dal campo della "gallina", eccezionale nel pressing a tutto campo, ha garantito alla squadra un "turbillon" in fase offensiva capace di tenere sempre sotto pressione i difensori avversari. Ho l'impressione che sia uno dei giocatori con più "gamba" al momento. Un acquisto azzeccato.

A Udine con piglio
Discutere di possibile risultato utile a Udine, contro la squadra quarta in classifica, reduce da risultati "maestosi" a ripetizione, ultimo lo 0-4 di Cagliari, forte della meraviglia Sanchez e del capocannoniere Di Natale (24 reti) sembrerebbe utopico, considerato che i rossazzurri rimangono la peggior compagine "da trasferta" del campionato con soli 4 punti conquistati. Ma nel calcio nulla è impossibile. Per esempio, il Brescia penultimo è riuscito nell'impresa di pareggiare al "Friuli". Chi avrebbe, inoltre, mai immaginato che il fanalino di coda Bari pareggiasse al "Meazza" contro la capolista rossonera? Quindi, bando alle tentazioni vittimistiche da "agnello sacrificale" e via a Udine a giocarsi la partita con la stessa grinta di oggi. Ho parecchie remore a parlare di "svolta", perché troppe volte siamo rimasti scottati. Ma la gara odierna mi fa ben sperare per un buon numero di motivi di carattere psicologico. Crediamoci, anche perché le dirette concorrenti non è che debbano affrontare cimenti meno perigliosi: Brescia a Torino, Lecce a Milano (Inter), Cesena a Roma (Lazio), scontri diretti Samp-Parma e Bari-Chievo. Crediamoci fino in fondo. Let's go, Liotru, let's go!!!