Livorno-Catania: presentazione della gara

Sebastian Leto, numero 11 rossazzurro

Sebastian Leto, numero 11 rossazzurro 

La presentazione della gara del "Picchi" tra labronici ed etnei. Amaranto galvanizzati dal successo colto, prima della sosta, in casa del Sassuolo; rossazzurri in cerca dei tre punti per muovere una classifica ancora ferma a zero punti dopo due gare.

Sulle ali dell’entusiasmo
La roboante vittoria esterna contro il Sassuolo, prima della sosta, ha riacceso l’entusiasmo dell’intero ambiente labronico, sfiduciato da un avvio di stagione tutt’altro che rassicurante: eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Siena (formazione di serie B) e sconfitta interna contro la Roma al debutto in campionato. Un avvio da film horror che lasciava presagire una stagione altrettanto orrenda. Gli acquisti messi a segno negli ultimi giorni di mercato (Biagianti, Coda e, soprattutto, il bomber Emeghara, autore di una doppietta al Sassuolo) sembrano aver ‘sistemato’ un organico che, per gli addetti ai lavori, non sembra completamente adeguato alla categoria. È giusto dire che, in verità, il secco 1-4 rifilato al Sassuolo è un risultato a dir poco ingannevole: le clamorose papere del portiere neroverde Rosati, colpevole su tre delle quattro reti amaranto, hanno vanificato la buona prestazione sciorinata dai ragazzi del tecnico Di Francesco. È altrettanto vero, però, che vincere (in qualsiasi modo) aiuta a vincere ed a crescere in convinzione. La sosta, inoltre, ha aiutato non poco il tecnico livornese Nicola a integrare i nuovi in un gruppo che, rispetto a quello che vinse i play off cadetti nella scorsa stagione, ha cambiato davvero poco. Il match contro il Catania (ultima squadra sconfitta al “Picchi” in A, il 25 aprile 2010) dirà molto sulle reali ambizioni labroniche, decisamente incentrate sulla permanenza in serie A.

Si (ri)parte dal “Picchi”
Archiviato il doppio passaggio a vuoto contro Fiorentina e (soprattutto) Inter, le notizie destabilizzanti provenienti dal calciomercato, polemiche varie e la sosta per gli impegni mondiali della Nazionale azzurra (nei quali i tifosi rossazzurri hanno piacevolmente scoperto il centrocampista Plasil, in campo proprio contro l’Italia a Torino) il campionato 2013/14 del Catania può finalmente avere inizio. Quattro gare in quindici giorni, rispettivamente contro Livorno in trasferta, Parma in casa, Lazio all’”Olimpico” e Chievo Verona al “Massimino”, per allontanare le solite nuvole nere (cariche di pioggia) addensatesi sui rossazzurri dopo le prime esibizioni. “Il Catania ha venduto troppo ed i sostituti dei pezzi migliori non sono all’altezza dei predecessori”: è questo il leitmotiv partorito dai soliti disfattisti dopo i primi 180’ minuti di campionato. Centottanta minuti di rodaggio nei quali si sono visti “due Catania”: bello, pimpante ed aggressivo a Firenze, capace di mettere in difficoltà la Viola soprattutto nella prima frazione di gioco; brutto, destabilizzato ed arrendevole contro l’Inter. All’ “Armando Picchi-Ardenza” è lecito aspettarsi un Catania più vicino a quello che ha affrontato con grinta i gigliati che quello opaco (eufemismo) contro i nerazzurri. I quindici giorni di sosta, quanto mai indispensabili per cementare convinzione e migliorar la condizione psicofisica, sono trascorsi tranquillamente. Adesso, parola al campo; da sempre l’unico e solo in grado di dare sentenze inappellabili. -40 all’Alba “Siate folli, siate affamati, siate umili, siate elefanti”.