Livorno-Catania: analisi del match

Spolli, migliore in campo

Spolli, migliore in campo 

L'analisi dettagliata del match Livorno-Catania. Statistiche, numeri e grafici a cura di Carlo Copani

DISPOSIZIONE IN CAMPO

Assenza di profondità di gioco e troppa leziosità

Il Livorno non ha grosse individualità, ha confermato il blocco dello scorso anno, ed è squadra che copre bene gli spazi, sa difendersi ed aspettare, sfruttando gli esterni e la velocità di Emeghara (’89), prelevato dal Siena attraverso la formula del prestito oneroso, nel corso delle ultime battute di mercato.



Davide Nicola si affida al consueto 3-4-1-2. Quello riservato alle grandi, però: abbottonato e corto – i labronici hanno dimostrato buona compattezza, sfruttando una disposizione in campo “lunga” poco più di quaranta metri – e dal baricentro basso – 51,5 metri contro i 61,4 del Catania. Linea difensiva a tre – Ceccherini vince il ballottaggio con Valentini – e corsie esterne affidate a Schiattarella e Mbaye (’94), preferito a Gemiti e Duncan, rispettivamente a destra e sinistra. Biagianti e Luci completano la linea dei centrocampisti, mentre Greco (’86) gioca appena dietro le due, Emeghara e Paulinho, allineate per l’occasione.

Schiattarella è il quarto difensore aggiunto, stazionando lungo la linea dei compagni di difesa per proteggere la corsia di campo battuta da Biraghi e Castro. Coda, intelligentemente sulle tracce di Almiron.

Palle giocate

Disposizione in campo 



Il Catania scende in campo con le idee chiare ed un unico obiettivo: l’intera posta in palio.
Linea difensiva a quattro, che registra l’esordio in maglia rossoazzurra di Cristiano Biraghi (’92) e centrocampo a tre – buona la prima di Plasil (’82) – che diventa a cinque quando Castro e Barrientos, troppo spesso, pestano i piedi ai compagni in mediana, lasciando Bergessio isolato in avanti.

Tachtsidis è in mezzo, coperto dai compagni di reparto, vertice basso di una mediana tecnica ma scontata. E lenta.

Gli etnei giocano di più rispetto agli avversari – oltre 600 le palle giocate, il Livorno un centinaio in meno - ed hanno più tempo per ragionare palla al piede – a fine partita saranno oltre 4 i minuti in più di possesso palla. Si affidano ad un pressing asfissiante – mediamente si porta il pressing ai 50 metri, contro i 39 del Livorno – ed il baricentro della squadra è straordinariamente alto. L’atteggiamento intraprendente della squadra di Maran è confermato anche dal dato relativo alla supremazia territoriale, ovvero al tempo totale di possesso palla dei rossoazzurri nella metà campo avversaria: quasi 13 minuti. Che significa oltre la metà dei minuti totali di possesso palla etneo (25:48”).

Appena quattro cambi di gioco – un dato nella norma, per una squadra che preferisce giocare palla bassa e nello stretto piuttosto che sfruttare l’ampiezza di gioco - hanno comunque consentito ben 22 cross dal fondo – 12 quelli riusciti - egualmente distribuiti tra la corsia destra e la sinistra. Nonostante i due terzini abbiano spinto molto – undici i cross per Alvarez e Biraghi – solamente uno, quello dell’argentino, si è rivelato utile.


FLUSSI DI GIOCO

Barrientos faro del gioco. Bergessio pochi palloni utili



Il Livorno sviluppa il suo gioco principalmente sulla corsia di sinistra, lungo l’asse Mbaye-Greco-Paulinho, sotto l’attenta regia di Biagianti -67 palle giocate e 45 passaggi riusciti in 2:30” di possesso palla - prezioso anche in fase di interdizione con 25 palle recuperate e di supporto al reparto offensivo, attraverso due passaggi lunghi utili e due tiri, di cui uno nello specchio.


La regia della squadra è affidata a Barrientos - 88 palle giocate e 50 passaggi riusciti - come testimoniano i quasi quattro minuti e mezzo di possesso palla, più del doppio rispetto ai compagni Almiron (2:04”) e Tachtsidis (1:40”), quest’ultimo comunque rimasto in campo per 67 minuti.
L’interlocutore preferito dal “pitu” è stato il rispettivo laterale difensivo, Pablo Alvarez, destinatario di 15 passaggi utili – il 30% dei totali giocati dal centrocampista offensivo. Un dato, questo, che ci consente di riflettere circa la difficoltà dei giocatori etnei nella ricerca della profondità – preferendo dunque lo scarico laterale – e la scarsa fluidità di gioco.
In avanti, a Bergessio – 5 giocate utili in 59 secondi di possesso palla - arrivano pochi palloni, a conferma del riuscito filtro a centrocampo attuato dagli avversari. Castro, che gioca mediamente a 7 metri dal compagno attaccante, riesce ad interloquire con lui un paio di volte in 78 minuti di gioco. Dai tre di centrocampo, appena 5 palloni nel corso dell’intera gara.


MIGLIORE IN CAMPO

Nicolas Federico Spolli