Leggermente in Calil

L'impegno in campo, anche questa volta, non è mancato...

L'impegno in campo, anche questa volta, non è mancato... 

Max Licari sul pari dei rossazzurri con il Cosenza. Pizzico di delusione, ma avanti con fiducia!

Occasione persa
Sappiamo benissimo che tutte le partite non si possono vincere. E, quando non le puoi vincere, meglio non perderle. Potrebbe sembrare “catalanesco”, ma è la realtà. In specie in Lega Pro, tale filosofia spicciola assume doppia valenza. Ne vedremo tante, soprattutto al “Massimino”, di gare del genere. Il fatto di non averla gettata via per un contropiede al 90’ e di aver, in ogni caso, mosso la classifica, è da considerare approdo positivo. Contro una squadra costantemente in 11 davanti alla propria porta, quasi mai propositiva oltre la metà campo, rinunciataria ai limiti dell’ostruzionismo, giunta a Catania con il chiaro obiettivo di prendere un insperato punticino, era logico riscontrare le difficoltà che puntualmente si sono affrontate durante l’intera durata del match. Se a ciò aggiungiamo una giornata non propriamente felice degli attaccanti, una certa dose di sfortuna (almeno 3 le clamorose palle gol sprecate dai rossazzurri) e un evidente calo fisico (dovuto al “tour de force” cui si sono dovuti sottoporre gli etnei per recuperare i primi due turni di campionato, congiunto alla parallela miglior condizione atletica del Cosenza e al gran caldo, 30 gradi), si chiude il cerchio delle concause che hanno condotto a un pareggio che certamente lascia l’amaro in bocca ai più dei 9.000 supporters presenti sugli spalti dello stadio, ma che non deve deprimere più del necessario i ragazzi di Pancaro, ancora una volta encomiabili per impegno e spirito combattivo fino all’ultima palla. Obiettivamente, il Catania avrebbe meritato la vittoria, ma, quando si falliscono determinate opportunità, ci sta di non ottenere il risultato sperato. Occasione persa, indubbiamente, giacché i silani, seppur volenterosi e ordinati, sono apparsi assai inferiori tecnicamente. Tuttavia, rammaricarsi eccessivamente per un pari giunto al termine di una prestazione se non scintillante, almeno ipoteticamente sufficiente per incamerare la vittoria, sarebbe deleterio. Accettiamo il punto e andiamo avanti, proiettandoci subito verso il successivo impegno, ancora casalingo, con il Catanzaro. Il Catania sarebbe primo in classifica dopo cinque giornate e ciò testimonia della bontà del lavoro che si sta facendo, anche se appare comprensibile la delusione di chi, leggendo la classifica, si trova davanti a una situazione da fanalino di coda a quota 2. Lo ha capito il pubblico del “Massimino” che, al triplice fischio del mediocre arbitro di turno (a cavallo del 50’non si è giocato letteralmente per 5 minuti che, sommati alle 6 sostituzioni, fanno… 3’ di recupero!), hanno comunque tributato la giusta dose di applausi ai giocatori e all’allenatore. Un feeling, questo, che sembra cominciare a consolidarsi su basi concrete, le fondamenta del rispetto reciproco.

Turnover “sottotono”
Abbiamo un po’ tutti lodato la capacità di far ruotare gli uomini a propria disposizione mostrata da Pancaro in questo inizio di campionato. Cambiare idea per un mezzo passo falso sarebbe ridicolo. Ciò non significa non giudicare oggettivamente la prestazione offerta al cospetto dell’undici di mister Roselli. Questa volta la “rotazione” non ha prodotto gli stessi effetti delle precedenti. Si è rivelata addirittura più massiccia (ben 7 i nuovi titolari rispetto a Lecce, compreso il portiere Bastianoni, all’esordio) e, forse per questo, la squadra ha mostrato qualche lacuna d’intesa e di coesione fra i reparti. E, cosa un po’ sorprendente, malgrado la robusta iniezione di freschezza, un certo qual appannamento atletico, comunque per certi versi spiegabile con il generale ritardo di preparazione dell’intero gruppo etneo. Nulla di preoccupante, intendiamoci, ma sufficiente a impedire una ripresa “tambureggiante”, sebbene Pancaro avesse inserito in campo Calderini, Scarsella e Pelagatti (per l’infortunio di Ferrario, un cambio che ha probabilmente impedito l’ingresso di Plasmati, variante tattica che forse avrebbe permesso ai rossazzurri di avere qualche chance in più in zona rete). È vero che si è trattato di una gara a senso unico, suddivisa in un primo tempo dominato in fatto di possesso palla e presenza nella metà campo avversaria e in una ripresa meno arrembante eppur caratterizzata da almeno due clamorose palle gol (Calil e Lulli), ma complessivamente la qualità del gioco è sembrata inferiore. Soprattutto a centrocampo si è notata poca attitudine all’inserimento e saltuaria lucidità nell’appoggio. Se Agazzi ha svolto come al solito in maniera sufficiente il compito di centromediano davanti alla difesa, sia Lulli sia Russo non hanno fornito lo stesso rendimento di Scarsella e Castiglia, in specie a livello di inserimento senza palla. A dir la verità, nemmeno gli esterni Falcone e Russotto hanno brillato particolarmente in fatto di ispirazione nell’aggirare la munitissima difesa silana (ma l’ex napoletano è risultato pur sempre il più pericoloso dei suoi), così come i subentrati Calderini e Scarsella, tuttavia l’impressione è che il Catania al momento difficilmente possa fare a meno di alcuni elementi (mi viene in mente in primis Castiglia), per non divenire troppo dipendente dagli estri di Russotto, nel finale intestarditosi in personalismi da evitare nel prosieguo del torneo. Nessuno gli chiede, cioè, di vincere da solo le partite… Banalizzando i concetti, francamente sette cambi mi sono sembrati un “tantinino” esagerati. Non è una critica, beninteso, perché ritengo necessario e proficuo il turnover, ma forse l’ampiezza dello stesso questa volta ha limitato la fluidità del gioco. Discorso a parte per Calil. Questa volta mi aspettavo di più dall’ex salernitano. La prestazione, invece, si è dipanata in modo troppo “piatto”, senza squilli e senza mostrare eccessiva cattiveria in zona gol. Quella cattiveria che gli sarebbe servita per mettere dentro la clamorosa occasione da rete capitatagli nella ripresa (al netto della buona parata d'istinto del portiere ospite). Sia chiaro, nessun “fuoco di fila” sull’attaccante, le cui qualità sono fuori discussione. Ma è giunto il tempo di mostrare il “vero Calil”, perché ancora non si è visto…

Catanzaro, prova da non fallire
Tutto sommato, un pareggio in seguito al quale non fare drammi, a patto che domenica pomeriggio con il Catanzaro, team non di prima fascia in categoria, si faccia bottino pieno. Non bisogna dimenticare, infatti, che la classifica, a onta dell’ottimo inizio, piange e non è consigliabile perdere terreno, pena futuri affanni assolutamente da evitare. Come si è visto contro il Cosenza, non sarà facile, perché i giallorossi si chiuderanno esattamente come i “cugini”. Probabilmente, ma vado a naso, Pancaro riproporrà la formazione “più titolare”, con i Liverani, i Pelagatti, i Castiglia, gli Scarsella, i Calderini in campo dal primo minuto. A loro il compito di proseguire nella costruzione di un capolavoro. Un capolavoro che di nome fa "Salvezza" e il cui cognome vorremmo scoprire al più presto… Let’s go, Liotru, let’s go!!!