La top 11 del Catania ‘29

 

La formazione ideale del Catania anteguerra, selezionata da Tutto il Catania minuto per minuto e Quelli del ’46.

Qualche mese fa, durante la genesi del progetto editoriale relativo alla “Top 11 del Catania ‘46”, è sorta spontanea l’idea di realizzarne una anche del Catania ‘29. Così, parallelamente al lavoro di gruppo sulle scelte della formazione ideale del ’46, si è proceduto all’individuazione degli 11 giocatori più valorosi, ruolo per ruolo, della società rossazzurra d’anteguerra, con la selezione affidata in questo caso esclusivamente agli esperti de Tutto il Catania minuto per minuto e Quelli del ‘46. Chiaramente, nelle settimane successive alla revoca dell’affiliazione del Calcio Catania S.p.A. ci siamo limitati ad onorare la storia del Catania ‘46, riponendo l’altra top 11 nel cassetto. Poiché però nelle ultime settimane, in virtù del dibattito sulla denominazione e sul logo adottati dal nuovo club etneo, sono tornati d’attualità i temi legati alle origini della società rossazzurra, abbiamo ritenuto di rispolverare questo spin-off editoriale che, attraverso un unico articolo, propone delle brevi biografie dei profili prescelti (a cura di Sergio Capizzi, con alcune “chicche” di Filippo Solarino). Buona lettura!

PORTIERE: Mario Sernagiotto
Arriva a Catania nell'estate del 1932, proveniente dalla Fiorentina, della cui storia fu il primo portiere. Coi rossazzurri è protagonista di due promozioni in Serie B (nel 1934 e nel 1939). Dopo la retrocessione in Serie C del 1937 si accasa per una sola stagione al Palermo, insieme al compagno di squadra Bedendo. È il primo giocatore del centro-nord a eleggere Catania a sua città per la vita (in seguito lo imiteranno, tra gli altri, Prevosti, Prenna, Michelotti e Pantanelli). Grande appassionato d'arte, egli stesso è scultore e pittore. La figlia Brunella è stata un'ottima pallavolista.

TERZINO DESTRO: Mario Miltone
Nel 1930/31 fa parte della rosa dell'Ambrosiana Inter, con la quale disputa 4 presenze in serie A. Passato al Messina, approda poi al Catania nel campionato 1933/34, raggiungendo la promozione al primo colpo. La coppia di terzini composta con Bedendo è insormontabile. Anche l'anno successivo, il Catania neopromosso si fa valere con un piazzamento di tutto rispetto al primo anno tra i cadetti.

TERZINO SINISTRO: Luigi Nebbia
Terzino sinistro meglio noto come “Nebbia II” per distinguerlo dal fratello maggiore Arnaldo (che collezionò 2 presenze nel Catania nel campionato 1932/33), compie il suo esordio alle falde dell’Etna nella sfortunata stagione 1939/40, conclusa con la retrocessione in C. Milita in rossazzurro anche gli altri due anni successivi. Chiuderà la carriera al Perugia dopo la guerra.

”STOPPER”: Renzo Bettini
Lo storico mediano (ai tempi il mediano agiva spesso in difesa, ndr) rossazzurro proviene dal Padova, col quale era retrocesso dalla A fino alla C nel giro di poche stagioni, ripetendo il cattivo epilogo nel suo primo anno in rossazzurro. Il riscatto sarà comunque pronto, poiché è protagonista della promozione in B nel 1938/39. Con 7 stagioni e oltre 150 presenze in campionato, è uno dei più fedeli nel periodo anteguerra.

MEDIANO: Gyula Emil Mikossy
Rumeno di Arad, meglio noto come Giulio Micossi, proviene dal Genova 1893 (3 presenze col grifone) e centra al primo anno la promozione coi rossazzurri, rimanendo a Catania anche nei tre tornei di B successivi. Dopo la retrocessione, disputa un’ulteriore annata in C, per poi rientrare in patria.

”LIBERO”: Giovanni Degni
Romano de Roma, è una delle bandiere del calcio giallorosso pionieristico. Dopo aver fatto la trafila nelle squadre romane dell'epoca (Fortitudo e Alba Roma), passa alla neocostituita Roma, nella quale compone una mediana di ferro in coppia con Ferraris IV (quest’ultimo sarebbe arrivato a Catania nel 1939). Ceduto al Lecce, passa poi al Catania venendo ritenuto ormai sul viale del tramonto. Per i rossazzurri è il primo colpo di mercato di rilevanza nazionale. Dopo una prima annata in chiaroscuro per gli etnei, dirige il centrocampo rossazzurro agli ordini di Kertész per lo splendido salto in B. Ritorna in rossazzurro da allenatore, centrando lo stesso traguardo nella stagione 1938/39. Più breve l'esperienza postbellica, quando viene esonerato per far posto a Bánás nell'annata che vede gli etnei ripescati in B ai danni dell'Avellino.

INTERNO: Ercole Bodini
Meglio noto come “Bodini I” per distinguerlo dal fratello minore Renato, quando arriva a Catania è già forte di una grande esperienza con le maglie di Cremonese, Genova 1983 e Bari. Seppur giocando in posizione più arretrata rispetto ad un attaccante di ruolo, è lo stoccatore principe etneo del campionato 1933/34 con le sue 21 reti. Resta in rossazzurro anche nel successivo torneo cadetto, prima del rientro a Cremona.

MEZZALA: Amedeo Biavati
Il re del doppio passo. Viene ceduto in prestito dal Bologna, che lo manda in Sicilia a maturare, ed è il vero crack della squadra che stupisce tutti nel torneo di B 1934/35. Soprannominato “Zanzarino” dai tifosi etnei, guida lui la manovra d'attacco di una formazione spumeggiante. Al termine del campionato il Bologna si riprende il suo gioiellino. Conquista coi felsinei quattro scudetti e, soprattutto, il titolo mondiale con la maglia azzurra in Francia nel 1938.

ALA DESTRA: Nicolò Nicolosi
Senza dubbio è il giocatore più importante del periodo anteguerra, nonché il simbolo del Catania di Piazza Esposizione. Conquista la promozione con gli etnei nel 1934 e si fa valere a suon di gol nelle tre successive annate di B. Nel 1937 è fatale un suo errore dal dischetto nello spareggio salvezza di Roma contro il Venezia, che avrebbe potuto cambiare le sorti dell'incontro. Passato prima al Napoli e poi all'Atalanta, fa rientro per una sfortunata stagione di B, anno 1939/40: le sue tre reti servono a poco, la squadra chiude mestamente in ultima posizione. Ritorna nuovamente a Catania nel biennio 1947-1949, per poi intraprendere la carriera di allenatore. Vanta il record assoluto di marcature in rossazzurro (78 reti).

CENTRAVANTI: Engelbert Koenig
Detto “Buby”, figlio di Engelbert Koenig senior, allenatore tra le altre del Milan e Messina negli anni ’30. Dopo una stagione da riserva con la maglia della Fiorentina, passa in rossazzurro dove esplode prepotentemente. Segna 18 reti in Serie C ma predica nel deserto, in una formazione che si fa precedere in classifica da Palermo-Juventina, Siracusa, Aviosicula Palermo, Vigili del Fuoco Palermo nonché Lecce. Il passaggio alla Lazio lo consacrerà bomber da serie A. Dopo l'esperienza biancazzurra, gioca con Sampdoria e Genoa prima di chiudere la carriera col Messina in serie B.

ALA SINISTRA: Marco Romano
E' lo sfonda-reti, già capocannoniere di B con Comense e Novara nelle annate 1932/33 (29 reti) e 1934/35 (30 reti). Del Novara detiene pure il record di miglior marcatore di tutti i tempi davanti ad un certo Silvio Piola. Trentaduenne approda al Catania (nell'annata 1942/43), col quale raggiunge la stratosferica media di 26 reti in 17 partite. La squadra rossazzurra, che ottiene il diritto a disputare gli spareggi per la promozione in B, non andrà oltre un pari a Terni: sullo stretto i bombardamenti delle flotte angloamericane sono ormai incessanti e la squadra viene dispensata dal torneo.

ALLENATORE: Géza Kertész
Il tecnico ungherese è il primo allenatore a portare in B i rossazzurri (nel campionato 1933/34). Confermato per le due stagioni successive, centra la salvezza tra i cadetti, prima di passare la mano a Colombati e trasferirsi al Taranto. Ritorna ad allenare gli etnei per il campionato di C 1941/42, ma la squadra delude le aspettative di promozione, giungendo solo al 6° posto. Fu il primo ad introdurre in Italia i ritiri collegiali. Viene ucciso il 6 febbraio 1945 dai soldati tedeschi per avere creato una organizzazione resistenziale che cercava di salvare ebrei e dissidenti ungheresi dalle grinfie dei nazisti.

PRESIDENTE: Vespasiano Trigona Li Destri, duca di Misterbianco
E’ il presidente al quale sono legate le migliori annate rossazzurre anteguerra. Ricchissimo possidente, dona al comune di Catania il terreno dove viene edificato lo stadio Cibali. S'insedia a capo della società sportiva nel campionato 1931/32 e dopo due tentativi falliti di promozione riesce nel suo intento al terzo anno. Passa la mano al noto esponente del regime Vittorio Emanuele Brusca, che gli succede nella stagione 1936/37 dopo l’affiliazione del club all’Associazione Fascista. Resterà socio onorario del Catania sino al 1973, anno della sua dipartita.

Gli esclusi eccellenti
Essendo quella del Catania ’29 una storia ben più circoscritta rispetto a quella del ’46, in sede di individuazione dei vari profili sono emerse poche discordanze e quindi pochi ballottaggi. Gli unici ad aver conteso una maglia da titolare sono stati il terzino sinistro Ferruccio Bedendo, il terzino destro Giordano Sinibaldi, il difensore Giacinto Bavazzano ed il mediano Mario De Bortoli. In ordine sparso, altri meritevoli di menzione sono Pignatelli, Casanova, Nicolini, Pagliarini, Mihalich, Bellini, Tedeschini, Antolini, Brondi, Di Bella, Fardella, Ferraris IV, Perrone, Carbone, Greco, Marcoccio, Tesi, Gentile, Miglioli e Scuderi. Diversi, tra questi ultimi, hanno poi militato nel Catania ‘46.

N.B.: Sebbene il modulo in grafica riproduca un moderno 4-3-3, la disposizione dei giocatori è basata sulle consuetudini del periodo in cui hanno giocato. In particolare, i "terzini" all'epoca agivano sulla prima linea difensiva e sono collocati al centro, in posizione più arretrata; coloro che abbiamo definito per caratteristiche "libero" e "stopper" ai tempi giocavano in mediana, in posizione più avanzata e li abbiamo schierati proprio al posto dei terzini moderni. A ciò si aggiunga che Nicolosi ha giocato spesso da centravanti, così come Romano e si è operata una piccola forzatura per non escludere né loro, né Koenig dalla formazione.