La regola del 3

Lodi, esultanza da tre punti...

Lodi, esultanza da tre punti... 

Max Licari sulla convincente vittoria esterna del Catania a Brindisi. Prestazione da squadra vera, Russotto sugli scudi...

Prova superata
Il segnale è quello giusto. Dopo la non certo brillante prova di Caserta, ci si chiedeva se i rossazzurri, capaci di distruggere all’interno delle mura amiche il quotato Lecce non più tardi si una settimana fa, avrebbero avuto la forza di sfatare finalmente il tabù esterno, assicurando continuità alle prestazioni e, soprattutto, ai risultati. La risposta giunta dal “Fanuzzi” di Brindisi (lo stadio della Virtus, il “Giovanni Paolo II”, corredato da terreno in sintetico, è in rifacimento), al cospetto di più di 300 supporters dell’Elefante, suona forte e chiara. Tre pappine al Lecce, tre pappine anche ai biancoazzurri, al termine di una gara non certo bellissima, per circa 40’ pure sofferta, ma portata a termine nel modo giusto, nella maniera in cui una squadra che vuole aspirare a vincere un campionato di serie C nel girone meridionale DEVE fare. Il Catania, a dire la verità, non ha approcciato il match di Brindisi con la brillantezza mostrata contro i giallorossi salentini. Il pressing a tutto campo dei padroni di casa, ben schierati da mister D’Agostino (uno che, nel calcio che conta, al pari di Lucarelli, ha fatto “qualcosa”), ha inaridito la principale fonte di gioco catanese (Lodi), impedendo agli etnei lo sviluppo delle trame sulle corsie laterali, complice anche la ritrosia delle mezzali, Biagianti e Caccetta, all’inserimento in percussione, nel timore di lasciar troppo solo lo stesso ex udinese. Insomma, una gara simil-Caserta, con il Catania a cercare, senza trovarli, sbocchi utili e i pugliesi, indiavolati sotto il profilo atletico, spesso pronti a ripartire negli spazi, azzeccando talora qualche imbucata pericolosa per Pisseri. In particolar modo, Folorunsho, Agostinone, Sicurella e Saraniti sono riusciti a mettersi in evidenza, poco assorbiti dagli esterni Semenzato e Marchese e dalla macchinosità degli interni rossazzurri. Pur non producendo palle-gol clamorose, discrete le occasioni create da Abruzzese, Agostinone e Saraniti (sull’ex catanese, comunque bravo Pisseri), tutte tra il 18’ e il 32’. Tuttavia, come anche gli osservatori meno “acuti” avevano pronosticato, scemata la verve atletica della Virtus, i veri valori in campo sono subito emersi, tanto che Di Grazia ha fallito una grande occasione dal limite al 33’ e, al 39’, Biagianti si è procurato un netto rigore, trasformato impeccabilmente dal solito Lodi.

Un Catania diverso
Ecco, in questo frangente si è compreso come questo Catania di Lucarelli (in tribuna, in quanto squalificato, ma ottimamente sostituito dal secondo Vanigli) sembri essere diverso da quello squinternato dello scorso anno. I rossazzurri di Rigoli, nel match di Francavilla Fontana della scorsa stagione, riuscirono a perdere al 92’ (gol di N’Zola) una partita incredibile, giocata per più di un tempo in superiorità numerica, non producendo vere occasioni da rete e subendo l’inverosimile dai pugliesi allora allenati dall’emergente Calabro (adesso al Carpi). Di contro, il Catania del tecnico livornese, pur non “rubando l’occhio”, ha retto con solidità l’urto degli avversari nel momento di maggior tensione agonistica e, una volta sentito l’odore di una preda indebolita, ha colpito in modo spietato, come devono fare le grandi squadre. Altro segnale di “cambiamento”, in ogni caso, è da considerarsi il secondo tempo giocato dagli etnei. Condotta serena, pochi affanni difensivi, cambi decisivi dalla panchina (i “canonici” cinque), gol “ammazzapartita” nel momento giusto (“perla” dal limite di Russotto al 65’) e tris (dopo aver fallito un altro paio di nitide occasioni, tra cui una clamorosa con l’altro neoentrato Ripa) grazie al sostituto di Marchese, Djordjevic, imbeccato ancora una volta da ”SupeRussotto”, il giocatore che ha completamente “spaccato” la gara. Dopo aver colto la palma di migliore in campo contro il Lecce, si ripete a Brindisi. Un Russotto nuovo, più freddo, più maturo, meno fumoso, più “dentro” la partita e il progetto. Merito, sicuramente, di Lucarelli. Il trainer livornese, se riuscirà veramente a trasformare questa “eterna incompiuta” in un giocatore vero, avrà fatto il suo capolavoro. E il Catania si ritroverà un elemento in grado di fare sempre, e nettamente, la differenza in questa categoria. Una vittoria meritata e mai in discussione, dunque, checché ne dica D’Agostino nel postpartita. Singolari le dichiarazioni dell’allenatore pugliese (“furbate del Catania”, “partita fatta dalla Virtus”, “sei o sette palle-gol per noi” e amenità simili), ma comprendiamo come il fluire dell’adrenalina a fine gara possa compromettere la lucidità delle letture… Ciò che importa è che il Catania abbia risposto presente all’allungo di Lecce e Trapani (significativo, soprattutto, il 3-1 dei granata di Calori in un campo ostico come quello di Castellammare di Stabia), attestandosi a quota 7 in classifica, a tre punti dal sorprendente Monopoli capolista. Era fondamentale, missione compiuta

Lucarelli, mosse a sorpresa...
Alzi la mano chi aveva previsto che i due migliori in campo della gara precedente, Esposito e Russotto, potessero sedere in panchina a Brindisi, rilevati da Semenzato e Di Grazia (da notare, comunque, come il “catanesino volante” sia stato impiegato finalmente nel suo ruolo naturale di attaccante a supporto alla prima punta). Eppure, questa mossa a sorpresa di Lucarelli, evidentemente, era inserita all’interno di un piano gara che, dati alla mano, si è rivelato vincente. Il risultato finale dice che il tecnico rossazzurro ha avuto ragione a pensare un match piuttosto “bloccato” fin quando avrebbero retto i garretti dei padroni di casa e maggiormente “fluido” una volta allentata la pressione degli stessi, in specie in mezzo al campo. In effetti, al di là dell’indubbio vantaggio ricevuto dal rigore trasformato da Lodi nel finale della prima frazione, è proprio nella ripresa che gli ingressi prima di Russotto e poi di Ripa hanno cambiato il volto tattico alla sfida. In ripartenza il Catania, nelle maglie allentate della difesa pugliese, fra l’altro costretta a sbilanciarsi all’affannosa ricerca del pari, ha banchettato alla grandissima. Merito, come detto, di Russotto, velocissimo e imprendibile per gli avversari e protagonista di un gol d’autore, ma anche di Biagianti, Caccetta e, in seguito, di Ripa e Djordjevic, tutti in grado di portare a termine contropiede molto pericolosi, poi sfociati nel gol del 3-0 del laterale mancino serbo. Il 3-5-2 di Lucarelli, insomma, pare si stia consolidando come modulo base in grado di garantire sicurezza e stabilità alla squadra. Tutto ciò risulta confortato anche dai numeri: miglior attacco (7 reti realizzate) e seconda miglior difesa (2 reti subite), segno che la squadra sta in ogni caso trovando, a poco a poco, un equilibrio stabile. A proposito di equilibrio, come sempre invitiamo tutti a mantenere un profilo basso e a non abbandonarsi a inutili e pericolosi trionfalismi. Non si è fatto nulla, si è solo posto un piccolo mattoncino nella costruzione di un edificio ancora difficilissimo da assemblare. Bisognerà migliorare, crescere e lavorare sodo se si vorranno ottenere i risultati che tutti speriamo…

Andria cimento difficile
Quindi… massima attenzione all’ostico Andria, avversario sempre difficile da affrontare, molto abbottonato in difesa e pericoloso in ripartenza. I pugliesi, provenienti dall’ottimo pari di Cosenza, al “Massimino” sabato prossimo imposteranno la solita partita intelligente e prudente, mirata a non concedere spazi a un avversario sulla carta più attrezzato tecnicamente e proveniente da due risultati eclatanti. Lucarelli sconterà il suo secondo turno di stop, ma sicuramente dovrà “pensare” una gara diversa rispetto a quella di Brindisi, magari variando qualcosa nella scelta degli interpreti iniziali. Peraltro, visto quanto accaduto nelle ultime due gare, l’allenatore toscano comincia a infonderci una certa fiducia… Inoltre, abbiamo la ragionevole certezza che lo stadio catanese, trascinato dall’entusiasmo crescente, risponderà con una presenza massiccia di tifosi. Ci sono tutti i presupposti per far bene!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!