La pressione cuoce il Catania

Uscita dal campo a testa bassa...

Uscita dal campo a testa bassa... 

Max Licari sulla deludente sconfitta interna con il Trapani. Squadra incapace di reggere la pressione. Imperativo: non mollare!

Tre indizi fanno una prova
La sconfitta interna con il Trapani, davanti a uno stadio gremito e nella gara più importante della stagione, certifica un dato oggettivo: il Catania non regge la pressione del risultato a tutti i costi, soprattutto nell’ex fortino del “Massimino”. Deficit di personalità che non consentirà agli uomini di Lucarelli di ottenere la promozione diretta, ma che deve far riflettere anche sui futuri playoff, quando si dovranno giocare gare del tutto similari che, per di più, non daranno alcuna possibilità di appello. I rossazzurri, quando chiamati a dare la spallata decisiva al campionato, con l’obbligo della vittoria interna, hanno regolarmente fallito: Sicula Leonzio, Juve Stabia, Trapani. Contro lentinesi e stabiesi davanti a 14.000 spettatori, contro i granata davanti a più di 18.000 cuori palpitanti di passione "liotrina". Cifre impensabili non solo per questa categoria, ma anche per la Serie B. Evidentemente, pur potendo contare su gente di esperienza come Marchese, Biagianti o Lodi, questa squadra non riesce a fronteggiare con lucidità i momenti topici, sia sotto il profilo fisico sia sotto quello psicologico. È vero, nel match giocato al cospetto dell’organizzato team allenato da Calori, un po’ di sfortuna (clamoroso palo di Russotto) e la giornata “miracolosa” di Furlan (almeno tre gli interventi prodigiosi dell’estremo difensore granata) hanno inciso, magari gli etnei avrebbero meritato il pareggio, ma ciò non cambia il giudizio complessivo. Il Trapani ha giocato la sua partita, mai facendo le barricate e trovando almeno tre o quattro nitide palle gol (condite da due grandi parate di Pisseri). Non ha rubato assolutamente nulla, mostrando trame di gioco meglio organizzate e alcuni elementi (Palumbo, Corapi e Marras) certamente più incisivi rispetto alla media delle prestazioni dei dirimpettai in maglia rossazzurra. Per la seconda volta in questo campionato, Calori ha vinto la “guerra tattica” con Lucarelli e ciò significa che il Trapani non a caso si trova adesso al secondo posto, pur avendo gli stessi punti del Catania, in virtù degli scontri diretti favorevoli. Se vincerà le prossime due gare, si posizionerà al secondo posto, che sembrava quasi acquisito dallo stesso sodalizio di Via Magenta, garantendosi un turno (gli ottavi) in meno. Così come il Lecce, battendo al “Via del mare” la Paganese, raggiungerà matematicamente la Serie B diretta. Non proprio il finale che si auguravano i tantissimi tifosi che hanno assiepato gli spalti del glorioso impianto del quartiere Cibali…L’enorme delusione, comunque, non deve togliere lucidità di “lettura” all’ambiente. Gettare, infatti, tutto a mare, piombando in una ingiustificata disperazione, sarebbe l’inizio della fine. Questa squadra ha dei valori, ampiamente dimostrati dalle dieci vittorie esterne, e può dire la propria negli spareggi promozione, a patto che si rimanga tutti uniti e che, in special modo, tecnico e giocatori riescano a comprendere quali passi tattici intraprendere per evitare in futuro cadute del genere.

Partita persa a centrocampo
Fin dall’inizio, si è compreso come il 3-5-2 duttile e veloce di Calori assicurasse la supremazia in mediana al Trapani, comunque dotato di giocatori certamente più veloci rispetto ai vari Biagianti, Lodi e Mazzarani. Complice la giornata non felice, per la prima volta dopo diverse partite, dei due ragazzi sugli esterni alti (Barisic e Manneh), il 4-3-3 del Catania ha cominciato ad andare in difficoltà sul pressing alto dei granata, confermando tali problemi per tutta la prima frazione di gioco, condotta in porto sullo 0-0 solo grazie alla vena di Pisseri (miracoloso su una testata da due passi di Murano). Mai pericolosi i rossazzurri, spesso farraginosi e lenti in impostazione. Male Blondett e Marchese in appoggio sulle fasce basse, imbottigliati Biagianti e Lodi, troppo compassato Mazzarani rispetto alla corsa dei Corapi, dei Palumbo e degli Scarsella, per non parlare dell’argento vivo di Marras e Bastoni sugli esterni. Insomma, un primo tempo letteralmente regalato, così come spesso accaduto al “Massimino” in questa stagione. Migliore l’approccio dei rossazzurri nel secondo tempo, grazie a un pressing più alto e a un migliore approccio da parte di Manneh e Barisic. Purtroppo, come spesso accade, nel momento migliore giunge il gol del Trapani grazie a una bella azione personale sotto porta di Palumbo (50’) e tutto comincia a complicarsi maledettamente. Non è che il Catania non reagisca, tanto che un tiro a botta sicura del gambiano viene deviato in modo quasi irreale da Furlan (una delle parate più incredibili cui si sia assistito a Catania negli ultimi anni), ma l’impressione è che gli ospiti possano sempre colpire in modo letale in ripartenza. I cambi offensivi di Lucarelli, che disegna un 4-2-4 con Manneh e Russotto (in ogni caso, complessivamente il migliore dei suoi, nonché inserito tardivamente) sulle fasce e Barisic e Curiale attaccanti centrali, portano alcune occasioni importanti, in specie con lo stesso ex catanzarese (palo pazzesco dal limite), Curiale e Barisic (ancora miracoloso Furlan). Tuttavia, nemmeno gli ingressi di Di Grazia per Manneh, poi di Porcino (per uno stanchissimo Marchese) e Rizzo riescono a dare la spinta decisiva al Catania, tanto che, in pieno recupero, giunge anche il raddoppio di Marras in classico contropiede. Partita finita e fischi di delusione del pubblico, cui non dona consolazione il rigore (con espulsione di Evacuo) siglato da Lodi all’ultimo secondo del match. Una serata da dimenticare che dovrà costituire un nuovo punto di partenza, dopo il “chiarimento” successivo alla batosta di Monopoli, se si vorranno conservare chance di promozione durante i lunghi e difficili playoff.

A Matera necessario non crollare psicologicamente
Una botta del genere potrebbe segnare profondamente sotto il profilo psicologico la truppa di Lucarelli. Sarà necessario, dunque, non mollare la presa e pensare quasi ferocemente che il secondo posto è ancora possibile conquistarlo, considerato che il Trapani dovrà incontrare Monopoli e Cosenza. A Matera, contro un undici segnato da dolorose vicende societarie, ma mai domo (ne sia prova la vittoria di Andria) e ottimamente allenato da un Auteri che nulla regala a qualsiasi avversario, sarà tutt’altro che facile e approcciare il match in maniera sbagliata sarebbe un suicidio. Probabilmente, a Lucarelli si chiederà di scegliere gli uomini più in palla e, magari, meno segnati dalla batosta subita al cospetto dei granata. Reagire da uomini, dunque, diviene l’imperativo categorico. Let’s go, Liotru, let’s go!!!