Juventus-Catania: analisi del match

 

Un film già visto. Un cortometraggio della durata di appena venti minuti che regala sprazzi di gioco ed alcune idee. Dalle quali bisogna necessariamente ed immediatamente ripartire per ritrovare la giusta condizione mentale. La disfatta del Catania allo Juventus Stadium in numeri, grafici e statistiche.

Un film già visto. Un cortometraggio della durata di appena venti minuti che regala sprazzi di gioco ed alcune idee. Dalle quali bisogna necessariamente ed immediatamente ripartire per ritrovare la giusta condizione mentale che ha contraddistinto gli ultimi anni del team rossoazzurro. Perché ciò avvenga, è opportuno recuperare fisicamente e nel morale alcune fondamentali pedine e calarsi con spirito combattivo nella realtà attuale.
La disfatta del Catania allo Juventus Stadium in numeri, grafici e statistiche.

Lo score delle due compagini

Lo score delle due compagini  



I diversi valori in campo, alla lunga, sono emersi tutti durante un match giocato alla pari solo durante il primo quarto di partita. Quando il Catania è cioè riuscito a portare pressione sui portatori di palla avversari, inducendoli in diverse occasioni all’errore. L’attenta copertura su Pirlo e sui centrocampisti juventini in avvio, hanno inoltre consentito alcune pericolose ripartenze rossoazzurre. Poi, il nulla o quasi. Eccezion fatta per i primi minuti del secondo tempo, al rientro dagli spogliatoi nei quali il neo tecnico etneo avrà sicuramente incoraggiato i suoi.
De Canio è solito giocare con il trequartista. Non è una novità e lo si capisce dai suoi trascorsi: Thomas Locatelli al Siena, Andrea Bertolacci al Lecce e poi al Genoa.
Già contro il Sassuolo, il tecnico di Matera aveva rischiato Castro in questa posizione ma l’esperimento era stato poco dopo accantonato – e rinviato – contestualmente all’utilizzo di un 4-2-4.

Contro la Juventus De Canio ha riproposto la medesima soluzione, affidando a Keko il ruolo di giocare tra le linee avversarie, alle spalle delle due punte. Lo spagnolo, il migliore tra i suoi, è parso però molto più a suo agio lungo la corsia destra che non al centro. Probabilmente, sarebbe più saggio attendere il rientro del Pitu Barrientos – che ha insite caratteristiche da fantasista – che insistere su un modulo privo del suo interprete più naturale.
L’infortunio accorso a Bergessio – ne avrà per oltre un mese - impone adesso il pieno recupero di Maxi Lopez, unico vero puntero – Petkovic, volenteroso, è apparso ancora acerbo per la prima squadra – rimasto a disposizione.

Disposizioni in campo

La lunga lista degli infortunati in casa Catania costringe il neo tecnico rossoazzurro a rivedere, rispetto alla precedente uscita, modulo ed interpreti. Con una idea di gioco ben precisa, imperniata attorno ad un trequartista ed affidata alle ripartenze.

In difesa rientrano Legrottaglie ed Alvarez, che hanno scontato le rispettive squalifiche, mentre il centrocampo perde uno dei principali protagonisti di inizio stagione, Plasil, a causa di un infortunio che lo terrà lontano dai campi di gioco, si prevede, per circa 30 giorni.
Attraverso un inedito schieramento, un 3-4-1-2, il Catania si dispone in maniera quasi speculare agli avversari, compattandosi a cinque dietro, in fase di non possesso, per mezzo degli arretramenti di Alvarez, esterno destro e di Biraghi, schierato a sinistra.

A centrocampo, stante la già citata defezione di Plasil e quella di Barrientos, De Canio getta nella mischia Tiberio Guarente dal primo minuto di gioco, accanto ad Almiron in cabina di regia. In avanti, accanto a Bergessio, spazio al croato Petkovic, alla sua seconda gara stagionale. La novità, come detto, è rappresentata dall’utilizzo del trequartista alle spalle delle due punte, ruolo affidato a Keko che tende, durante il corso della gara, a cercare spazio più lungo l’out sinistro che per vie centrali.
Al rientro dagli spogliatoi, Castro prende il posto di Biraghi. L’argentino si posiziona alle spalle delle due punte, confinando adesso Keko stabilmente a sinistra, mentre Alvarez cambia corsia, disponendosi a sinistra. Successivamente, Maxi Lopez subentra a Petkovic e Capuano a Rolin.

I ventidue in campo all’avvio

I ventidue in campo all’avvio  



La Juventus ha costruito attorno il 3-5-2 le fortune degli ultimi anni, sfruttando le corsie esterne e la costante pressione sugli avversari. Per la gara contro il Catania, Conte ricorre al tournover, lasciando a riposo Barzagli, Asamoah e Pogba, oltre agli indisponibili Pepe, Vucinic, Quagliarella e Lichtsteiner.
In difesa, Chiellini, Bonucci e Caceres sono i centrali difensivi; De Ceglie e Isla gli esterni; Pirlo, Marchisio e Vidal in mediana, mentre Tevez e Llorente giocano in avanti.
Nella ripresa, Conte richiama in panchina, Vidal (61’) e Tevez (64’) per Pogba e Giovinco rispettivamente, Llorente per Marco Motta a quindici dal termine (e conseguente passaggio al 3-5-1-1 nel Giovinco è l’unico attaccante).
A risultato acquisito, la Juventus arretra leggermente il proprio baricentro (60 metri durante la prima frazione, 55 nel corso della ripresa) lasciando ai soli avanti il compito di pressare l’avversario, sulla linea dei 47 metri, e conseguentemente cala il dato relativo alla supremazia territoriale (8 minuti e mezzo contro i 7 del secondo tempo).

La zona presidiata da Keko, in verde, è la più battuta nel primo tempo

La zona presidiata da Keko, in verde, è la più battuta nel primo tempo  



 Il Catania dopo i tre cambi

Il Catania dopo i tre cambi  



Flussi di Gioco

Durante i 92 minuti gioco, gli eteni giocano appena 363 palloni, la metà rispetto agli avversari e la percentuale dei passaggi riusciti è straordinariamente bassa, appena del 52,8%. Come dire, un passaggio sbagliato su due. Basterebbero solamente questi due dati per raccontare la gara dei rossoazzurri, in campo solo per i primi venti minuti del match.
De Canio affida ad Almiron le chiavi del centrocampo e gli affida il duplice compito di impostare la manovra e di tallonare Pirlo durante la fase di non possesso. Il numero 4 rossoazzurro gioca appena 33 palloni all’indirizzo dei compagni, con una percentuale di riuscita del 65%, 6 per Keko, 5 diretti a Castro ed altrettanti ad Alvarez.
Nel corso del match, il Catania cerca di imbastire la propria manovra partendo dalle retrovie ed affidarsi alle ripartenze, cosa che gli riesce discretamente bene nel primo quarto di partita, quando oltre il 70% delle azioni sono manovrate da dietro.
Rispetto all’esperienza targata Maran di inizio stagione, gli etnei sfruttano maggiormente l’ampiezza del terreno di gioco, collezionando durante la gara 5 cambi di gioco – 3 durante il primo tempo, 2 nella ripresa – sfruttando soprattutto la rapidità dello spagnolo Keko.
Nonostante il sistema di gioco utilizzato preveda anche la costante ricerca della profondità e della lunghezza del campo, contro la Juventus il Catania riesce a crossare dal fondo solo in due occasioni, sui 4 tentativi, distribuiti equamente da destra e sinistra.

 Le deboli trame di gioco rossoazzurre

Le deboli trame di gioco rossoazzurre  



Pirlo è l’ispiratore della manovra bianconera. I flussi di gioco passano tutti attraverso i suoi piedi: 88 i passaggi riusciti – con una percentuale di accuratezza dell’88%. Di questi, ben 15 all’indirizzo del compagno di reparto Marchisio, 13 verso Isla e 14 per Pogba, durante i 31 minuti di gioco del francese.
La Juventus costruisce il proprio gioco dalle retrovie nella quasi totalità dei casi: oltre il 90% durante il primo tempo e con una percentuale addirittura più elevata (97,9%) nei secondi quarantacinque minuti di gioco, a partita già virtualmente archiviata.
In tal senso, non sorprende il dato relativo alle palle giocate dai tre centrali difensivi bianconeri, Chiellini-Bonucci-Caceres, che si attesta intorno a 65 per giocatore.
L’utilizzo dell’ampiezza non è molto ricercato – appena 2 cambi di gioco nel corso della gara – ma è frequentemente ricercata la profondità, grazie ai 37 passaggi utili nella metà campo avversaria (il Catania ci riesce appena in 10 occasioni). Sedici, infine, i cross dal fondo sui 21 tentativi, con prevalenza di calcio dall’out sinistro.

Tutto intorno a Pirlo

Tutto intorno a Pirlo  



In e out: Keko e Guarente

Lo spagnolo è il migliore in campo tra gli etnei

Lo spagnolo è il migliore in campo tra gli etnei  



Partita da rivedere per Guarente, macchiata anche da un rosso a 6’ dal termine

Partita da rivedere per Guarente, macchiata anche da un rosso a 6’ dal termine