Juventus-Catania 4-0: commento tecnico-tattico

Andujar e Legrottaglie, simboli attuali della crisi rossazzurra.

Andujar e Legrottaglie, simboli attuali della crisi rossazzurra. 

Focus sulla tattica, pro e contro, migliori e peggiori in campo nel commento al match tra bianconeri e rossazzurri.

Focus sulla tattica: turnover parziale per Conte, revisionismo di De Canio
L’emergenza infortuni continua. E se in difesa De Canio recupera almeno Alvarez e Legrottaglie, rientrati dalla squalifica, a centrocampo perde Plasil e Barrientos. Dunque il tecnico di Matera opta suo malgrado per uno schema che non gradisce molto ma che è speculare rispetto alla Juventus, il 3-4-1-2. Davanti ad Andujar, vengono schierati tutti e tre i centrali difensivi a disposizione (Gyomber, Legrottaglie, Rolin); sulle fasce giocano i titolari del momento, ovvero Alvarez a destra e Biraghi a sinistra, che in fase difensiva si abbassano andando così a formare una difesa a 5; in mediana spazio ad Almiron e Guarente (preferiti ad Izco e Tachtsidis), con l’esterno destro Keko che viene posizionato qualche metro più avanti nell’insolita posizione di trequartista; coppia d’attacco Bergessio-Petkovic (quest’ultimo preferito a sorpresa sia a Maxi che a Leto).
La serie di partite ravvicinate che attende la Juventus costringe Conte a ricorrere al turn-over, senza esagerare perché, soprattutto in attacco, c’è qualche defezione di troppo. Il modulo è invece invariato, il 3-5-2 divenuto ormai marchio di fabbrica dei bianconeri. Davanti a Buffon spazio dunque a Caceres (che fa riposare Barzagli), Bonucci e Chiellini; sulle fasce due comprimari, Isla da una parte e De Ceglie dall’altra; al centro turno di riposo per Pogba, ma non si può certo dire che il francese venga sostituito da una riserva: è infatti Marchisio che va ad affiancarsi a Pirlo e Vidal. Davanti l’indisponibilità di molti comprimari (Vucinic, Quagliarella) e le non perfette condizioni di Giovinco inducono Conte a non rischiare e propendere per la coppia Tevez-Llorente.
Al termine del primo tempo, il risultato di 2-0 induce De Canio a sbilanciarsi un po’: dentro Castro, che va a prendere il posto occupato di Keko nel primo tempo, fuori Biraghi. A sinistra si sposta dunque Alvarez, sulla fascia opposta va proprio Keko. E’ evidente che si cerca più dinamismo, ma il Catania non spaventa più di tanto la Juventus e De Canio getta nella mischia Maxi Lopez al posto di uno spento Petkovic. Neanche il tempo della sostituzione e arriva il 3-0 bianconero. La Juventus, che aveva già fatto rifiatare Vidal sostituendolo con Pogba, utilizza il secondo cambio per far entrare Giovinco al posto di Tevez. Subito dopo ennesimo episodio sfortunato di stagione, l’infortunio di Rolin, che viene rimpiazzato da Capuano. Il n°33 rossazzurro va a sinistra ed Alvarez completa il personale tour della zona difensiva piazzandosi al centro. Dopo il 4-0 ultima sostituzione del match: fuori Llorente, dentro l’ex Motta che va a piazzarsi sulla destra, determinando lo spostamento di Isla al centro e il passaggio ad un 3-5-1-1 in cui Marchisio appoggia Giovinco in attacco.

Cosa va: Keko tra le linee, buona soluzione
Poco o nulla da scrivere in questa rubrica, purtroppo, stasera. Nessun allenatore, probabilmente, al posto di De Canio, avrebbe adottato scelte diverse, almeno dal punto di vista tattico. Le condizioni fisiche e mentali che la squadra presenta oggi, unite alle indisponibilità, non potevano giustificare alcuna forma di rischio. E anzi De Canio azzecca l’unica mossa che dà un tocco di coraggio alla squadra: lo schieramento di Keko da trequartista. Lo spagnolo nel primo tempo riesce ad aggredire efficacemente la mediana bianconera e garantisce pericolose ripartenze. A parte questo, ed un abbozzo di atteggiamento propositivo ad inizio ripresa, di altro c’è poco da salvare.

Cosa non va: dramma degli infortuni; a ogni reparto i propri grattacapi
La lista è lunga. Ma il problema più grosso è un evidente bisticcio con la buona sorte: se il fatto che molti dei nuovi acquisti, dei giocatori chiamati a sostituire le pesanti partenze estive sono arrivati infortunati o in non perfette condizioni è da addebitare a scelte della società che potranno essere valutate solo a lungo termine, i ripetuti infortuni che hanno colpito diversi elementi della colonna portante di questa squadra, da Spolli a Izco, da Plasil a Barrientos, a cui si aggiunge quello di stasera di Rolin (e ci sarà da valutare anche come sta Bergessio), sono episodi chiaramente sfortunati che allo stesso tempo costituiscono il più grande “alibi” , se alibi si vogliono trovare, ai pessimi risultati finora ottenuti.
Attenendoci a quanto visto in campo, qualche annotazione va comunque esposta. La folta cerniera difensiva predisposta da De Canio, pur brillando per impegno, è stata fatta a fette dagli attacchi bianconeri, a prescindere dalle deviazioni e dai rimpalli sfortunati che hanno propiziato almeno due o tre gol della Juventus, che a onor del vero ha concluso parecchie altre volte nello specchio della porta e avrebbe potuto vincere con uno scarto maggiore. Non ci sono colpe specifiche: semplicemente, al momento i giocatori a disposizione non sono all’altezza di fronteggiare simili compagini. Ciò si è visto anche negli altri reparti: centrocampo insopportabilmente lento e senza grande mordente (col senno di poi risulta dubbia in questo senso l’esclusione di Tachtsidis, mentre quella di Izco va addebitata a problemi di natura fisica); attacco che continua a mostrare limiti estremamente preoccupanti, da Bergessio che non riesce a dare potenza al pallone in quei pochi tiri che l’avversario gli concede, a Petkovic che sembra un pesce fuor d’acqua, per non parlare di Maxi che dovrà continuare a lavorare parecchio per tornare ad avere una forma fisica adeguata alla categoria.

Migliori in campo: Tevez e Keko
Prova ampiamente positiva per quasi tutti i giocatori della Juventus. Su tutti brillano due stelle: Pirlo, che dirige come consuetudine tutta la manovra bianconera, e Tevez, che mette in crisi la difesa del Catania con la propria tecnica e la propria velocità. Se Pirlo riesce a trovare i compagni con traiettorie disegnate col compasso, è anche vero che il merito è soprattutto dell’Apache e dei suoi movimenti in verticale. L’argentino non si limita a questo, ma si abbassa per ricevere il pallone e farlo girare sulla trequarti. Insomma, fa quasi reparto da solo.
Nel Catania come preannunciato si è salvato solo un giocatore: Sergio Gontan Gallardo, detto “Keko”, valorizzato da una posizione in campo che aveva fatto storcere il naso ai puristi della tattica, partendo dal presupposto che lo spagnolo è un esterno d’attacco. Va anche detto che lo stesso n°26 del Catania è stato molto bravo ad interpretare al meglio il ruolo, senza rinunciare a quelle che sono le sue caratteristiche offensive. Il fatto di poter contare su Keko anche in un ruolo per lui inedito rappresenta una buona notizia per De Canio, a maggior ragione in un momento in cui rossazzurri dovranno fare a meno del Pitu Barrientos.

Peggiori in campo: Isla e Andujar
Non si può dire che nella Juventus ci siano state grosse insufficienze. Certo, un attaccante molto atteso a inizio stagione come Llorente continua a mostrare difficoltà di adattamento al calcio italiano, ma garantisce quantomeno alla propria squadra quella fisicità con cui permette ai compagni di reparto di attaccare gli spazi. Se c’è un giocatore che invece è parso fuori dal match e lontano parente dal rapido e tecnico esterno che era ai tempi dell’Udinese, è senz’altro Isla, che pur non sbagliando nulla allo stesso tempo è parso eccessivamente timido e con poca fiducia nei propri mezzi.
Nel Catania la prestazione negativa è generale e non è opportuno individuare un capro espiatorio. Particolarmente negativa la serata di Petkovic, ma vista l’età e la mancanza di esperienza sono comprensibili le difficoltà vissute dal croato, per di più in un momento negativo in generale come questo. Meno comprensibili sembrano invece le difficoltà che continua a vivere Andujar in certi frangenti e soprattutto sui calci piazzati, suo storico tallone d’achille. L’esecuzione di Pirlo è senz’altro magistrale, ma la velocità e la direzione della traiettoria del pallone non sembrano così trascendentali da rendere la parata impossibile. Meno responsabilità sugli altri gol causati anche da sfortunate deviazioni, ma l’impressione è che il portiere argentino non stia attraversando un buon momento di forma e la prestazione offerta da Frison a Cagliari continua a generare riflessioni in tal senso.