Juve Stabia-Catania 4-0: Smascherati

Scoppa mani sul viso, ma non solo per l'espulsione di Nava...

Scoppa mani sul viso, ma non solo per l'espulsione di Nava... 

Si scioglie come neve al sole il mito della difesa più solida e quello della predisposizione alle sfide con le "big"

Peggio di così non poteva andare. Il Catania era chiamato a confermare le buone prestazioni offerte contro le “corazzate” del campionato nel girone d'andata e a dare un segnale per cominciare bene la seconda parte di stagione. E' accaduto l'esatto contrario: in un colpo solo, la squadra di Rigoli ha perso il primato solitario delle reti subite ed è incappata nella peggior prestazione stagionale, che ha smentito la teoria secondo la quale i rossazzurri si esprimono meglio contro compagini che giocano un buon calcio ed evitano di chiudersi a riccio. Una figuraccia da imputare in parte alle caratteristiche della squadra e in parte al modus operandi di Rigoli, come avremo modo di spiegare più avanti. Intanto va preliminarmente dato uno sguardo alla classifica per analizzare i danni cagionati da questa sconfitta: gli etnei sono stati agganciati dal Siracusa, che prevale in virtù dello scontro diretto favorevole. Proprio l'aspetto degli scontri diretti va tenuto fortemente in considerazione, visto l'equilibrio del campionato nella zona medio-alta della graduatoria. Se il Catania dovesse (per assurdo, a questo punto) rimontare 13 punti alla Juve Stabia, le vespe prevarrebbero grazie al risultato odierno. In virtù di ciò il Catania dovrà stare molto attento nelle sfide contro le dirette concorrenti per la quinta posizione (l'obiettivo realistico), provando a ribaltare a proprio favore le situazioni di svantaggio (Virtus Francavilla e Siracusa, da affrontare in casa) e difendendo quelle momentamente acquisite (Cosenza e Fidelis Andria, quest'ultima per differenza reti).

Rigoli cambia solo Bergamelli, Fontana sorprende con Lisi terzino
Squadra che convince non si cambia: Pino Rigoli riparte da (quasi) tutti gli stessi interpreti che hanno sconfitto sabato scorso al “Massimino” la Casertana e, soprattutto, dalla stessa fisionomia tattica, che si basa sulla regia di Scoppa, al cui fianco si schiera il “mastino” Bucolo, e su un tridente variegato composto da un'ala pura come Russotto, un trequartista che svaria su tutto il fronte (Mazzarani) e un centravanti che cambia di partita in partita in virtù dei problemi fisici che hanno colpito il reparto. Nonostante la prestazione tutt'altro che eccelsa fornita cinque giorni fa, arriva la conferma per Caetano Calil, chiamato all'ennesima gara della riscossa. E' evidente che né Barisic né Paolucci convincono in questo momento il tecnico di Raccuja. L'unica novità di formazione la si riscontra in difesa dove il rientrante Drausio non rimpiazza, come ci si attendeva, Bastrini, ma l'altro centrale mancino Bergamelli. Sul fronte Juve Stabia da segnalare la coraggiosa scelta di Fontana che piazza l'esterno offensivo Lisi sulla corsia difensiva mancina. Il centrocampo, molto assortito, è guidato dal regista Capodaglio, ai cui lati agiscono i talentuosi Izzillo e Mastalli. Nel tridente, grazie all'arretramento di Lisi, trova spazio Marotta, il quale supporta il riferimento centrale Ripa e il rapidissimo Kanoute.

Catania scombussolato, in difesa e in attacco
Proprio la mossa Lisi terzino sinistro si rivela fin dalle prime battute vincente: il numero 23 gialloblù forma una catena micidiale con Kanoute creando sistematicamente la superiorità su Di Cecco e costringendo il centrocampo etneo a riversarsi in copertura sul lato presidiato dall'ex Lanciano, aprendo varchi enormi per gli inserimenti di Izzillo, che conferma la propria fama di stoccatore (aveva già segnato con un tiro da fuori area al Catania la scorsa stagione, con la maglia dell'Ischia), realizzando addirittura una doppietta. Mediana di burro, difesa disattenta: sembra un lontano ricordo il marchio di fabbrica della solidità difensiva. Se la spinta di Lisi coglie di sorpresa la struttura tattica complessiva della squadra di Rigoli, allo stesso tempo permette a Russotto di proporsi pericolosamente sulla propria corsia. L'unica azione degna di nota degli etnei la costruisce proprio il numero 10 che serve un assist al bacio a Mazzarani, il quale spreca malamente. Il risultato, in quel momento, era fermo sull'1-0 e nel caso in cui l'ex Modena avesse pareggiato la partita avrebbe potuto avere un seguito diverso.

Il peso della mancanza di alternative tattiche
Ma la disfatta non matura soltanto per gli errori individuali commessi sia in difesa che in attacco. Un contributo sostanziale lo apporta il tecnico del Catania con le proprie scelte. E non ci riferiamo a quelle squisitamente individuali, giacché le alternative a Calil in questo momento non sono poi così credibili (è ancora fresco il ricordo della “crocifissione” della scelta del falso nueve Mazzarani, imposta dalla presenza di Di Grazia a Siracusa). Parliamo, piuttosto, dell'apatia tattica che ha colpito Pino Rigoli, innamoratosi a tal punto del recupero psicofisico di Fede Scoppa da non voler studiare un assetto alternativo al cospetto di un avversario come la Juve Stabia che avrebbe imposto riflessioni differenti. Una su tutte: se ogni azione stabiese passava dai piedi dell'intelligente Capodaglio, perché non farlo seguire a uomo da un centrocampista, in particolar modo da un certo Saro Bucolo? Sarebbe bastata questa semplice mossa per limitare parecchio il palleggio degli uomini di Fontana. Alternativamente si poteva proporre un 4-3-1-2, col trequartista (in questo caso Mazzarani) ad occupare fisicamente la zona di campo presidiata dal numero 4 della Juve Stabia. Non si è visto nulla di tutto ciò, solo un modulo trito e ritrito, che può andare bene nelle gare casalinghe, ma che va in panne, a causa dell'eccessiva lentezza dei propri interpreti (Scoppa in testa) in match caratterizzati dalla velocità degli avversari e anche da un terreno di gioco che non aiuta le squadre troppo “riflessive” e poco dinamiche.

Scoppa in campo a tutti i costi: un suicidio
Nella ripresa lo scenario di per sé desolante viene ulteriormente peggiorato dal direttore di gara Proietti, che si inventa il secondo giallo di Drausio privandoci della possibilità di verificare la bontà del cambio tattico di Rigoli che aveva inserito Barisic e Di Grazia al posto di Bucolo e Calil, passando al 4-2-3-1. Chi scrive resta convinto del fatto che se c'era un giocatore da richiamare in panchina, per caratteristiche e contingenze, quello che doveva essere Scoppa, che invece non solo resta in campo, ma addirittura viene reinventato centrale difensivo con esiti drammatici, come dimostrato fedelmente dal gol del 4-0 di Lisi. Dopo qualche minuto entra Nava al posto di Russotto. Scelta discutibile anche questa, giacché era evidente che la necessità di copertura si avvertiva al centro della difesa e non sulla fascia destra. Considerato il risultato, ci può stare di decidere di risparmiare Bergamelli, anche in ottica Fidelis Andria, ma sarebbe stato più sensato dare una chance al giovane Mbodj che quanto meno, rispetto al mediano argentino, avrebbe giocato nel suo ruolo. Invece, per ovviare all'ennesimo buco difensivo, lo stesso Nava ha finito con l'immolarsi rimediando un cartellino rosso un po' ingenuo.

Arriva l'Andria, ma urgono correttivi
Da un certo punto di vista, forse è un peccato che si torni in campo ancora una volta (tra sette giorni) prima della pausa e prima, quindi, dell'inizio del calciomercato. Perché la sconfitta odierna avrebbe potuto indurre la dirigenza ad accelerare determinate operazioni, sia in uscita che in entrata, che risultano essere necessarie al fine di aumentare la competitività in ottica playoff. Non vorremmo che l'eventuale rinnovo della tradizione positiva in termini di gioco e risultati tra le mura amiche, contro la Fidelis Andria, producesse nocivi ripensamenti. Questa squadra è caratterizzata da ottime individualità ma anche da gravi lacune e dal momento che in panchina siede un trainer più che onesto, ma di certo non un mago sotto il profilo delle soluzioni tattiche, non potendo cambiare l'allenatore è quanto mai necessario sistemare quello che non va. A questo, però, dovrà pensarci l'ad Lo Monaco con l'ausilio dello staff tecnico. A Rigoli il compito di preparare nel migliore dei modi il match con i pugliesi, che si preannuncia complicatissimo, per svariati motivi: si proviene da un ko che inevitabilmente lascerà scorie negative; si affronta un avversario competitivo, anch'egli in corsa per il quinto posto; lo si farà al netto della pioggia di squalifiche che incombe su Biagianti e compagni.