Izco200: Cronaca di 200 presenze in massima serie

Izco

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La carriera in rossazzurro di Mariano Izco, dall’arrivo a fari spenti nell’estate del 2006 alla 200esima presenza in Serie A.

2006: Izco, chi è costui?
E’ l’11 luglio del 2006 quando passa del tutto inosservata la notizia dell’acquisto, da parte del Catania, del ventitreenne centrocampista argentino Mariano Julio Izco, proveniente dal Club San Telmo, squadra della seconda serie argentina. L’Italia pallonara è ancora in preda ai festeggiamenti post mondiale, conquistato a Berlino appena due giorni prima, e la tifoseria catanese è ancora sotto shock per la cessione di poche settimane prima del beniamino De Zerbi al Napoli, e si aspetta ben altri acquisti per affrontare il campionato del ritorno in Serie A dopo 23 anni.

D’altronde Izco vanta nel proprio palmares appena 6 presenze nella Primera Division argentina, con la maglia dell’Almagro, ed è reduce da un buon campionato col Tigre, disputato però in Serie B. Pietro Lo Monaco lo nota in uno dei suoi proverbiali viaggi di mercato in Argentina, dove – si sussurra – stia in realtà trattando Cubero e Somoza, e chiude l’affare col club di appartenenza. Lo stesso direttore al termine del calciomercato si sofferma su Izco e Vargas indicandoli come le possibili rivelazioni del campionato, a dispetto delle scarse aspettative che circondano tali giocatori.

Se il peruviano si rivela sin dalle prime giornate un gran colpo, il buon Mariano deve aspettare con pazienza il proprio turno, essendo chiuso a centrocampo da Baiocco e Caserta. L’occasione per mettersi in mostra arriva soltanto il 26 novembre, ma Izco la sfrutta appieno, disputando 90 minuti di sostanza in cui fa intravedere le proprie qualità, in particolar modo nel finale di partita quando, recuperato un pallone sulla trequarti, si invola sulla destra e mette in mezzo per l’accorrente Caserta che realizza il gol del 2-0 finale.

Nella prima stagione catanese Izco non riesce a lanciarsi: nel meraviglioso girone d’andata della truppa guidata da Marino, è soltanto un rincalzo, mentre nel girone di ritorno, complici alcuni infortuni dei compagni di reparto, trova più spazio, ma in una squadra ormai allo sbando per le note vicende post 2 febbraio 2007. E’ comunque in campo e gioca una buona gara il 27 maggio nella decisiva sfida al cardiopalmo per la salvezza contro il Chievo. A fine campionato le presenze accumulate saranno 19 (la maggior parte da subentrato) e, in una squadra a trazione anteriore come quella di Marino, risaltano maggiormente quelle qualità offensive che nel corso della carriera accantonerà per specializzarsi in fase di interdizione.

Mister Baldini Ph. Franco Barbagallo Acifotopress  



Gestione Baldini: fiducia, primo gol e record di presenze in una singola stagione.
Nell’estate del 2007 sulla panchina del Catania arriva Silvio Baldini, il primo tecnico che dà ampia fiducia al n°13 rossazzurro, sfruttandone e mettendone in luce una delle migliori caratteristiche: la duttilità. Nel 4-2-3-1 di inizio stagione, infatti, Izco viene schierato ovunque: da esterno destro di centrocampo, da mediano, persino da trequartista. I risultati, però, sia individuali che di squadra, non convincono, e nel giro di poche giornate Baldini torna al 4-3-3 utilizzato dall’allenatore precedente, con una propensione più difensiva che lo trasforma spesso in un 4-5-1. In questo modulo Izco trova quella che diverrà la propria posizione naturale, quella di interno destro di centrocampo, ruolo in cui però deve superare la concorrenza di Davide Baiocco, che è ancora uno dei punti fermi dell’undici etneo. Così Izco torna al ruolo ricoperto nella stagione passata: quello di rincalzo, anche se di primo livello, visto che è quasi sempre la prima opzione nei cambi a partita in corso o nel rimpiazzo di giocatori infortunati o squalificati. Complice anche il gran cammino in Coppa Italia che vede i rossazzurri fermarsi solo in semifinale, a fine stagione Mariano colleziona ben 38 presenze, tuttora record personale, anche se con un minutaggio effettivo inferiore a quello della stagione 2012/2013 in cui, con una presenza in meno, ha giocato molti più minuti (circa 3.000 a fronte dei poco più di 2.500 della stagione 2007/2008) perché titolare. In questa stagione arriva il primo gol in maglia rossazzurra, siglato con un bel tiro di controbalzo da fuori area il 23 gennaio 2008 in occasione del quarto di finale d’andata di Coppa Italia Udinese-Catania, terminato col risultato di 3-2. Un anticipo di un’evoluzione tattica che ammireremo più avanti si ha in occasione del derby di ritorno, giocato allo Stadio “Barbera” e perso per 1-0, quando il nuovo tecnico Zenga, appena subentrato a Baldini, lancia un 4-1-4-1 per valorizzare le qualità offensive di Vargas sull’out di sinistra, scegliendo proprio Mariano come esterno sul versante opposto.

Nel camaleontico Catania di Zenga della stagione successiva, complice l’amplissimo turnover adoperato dall’ex portiere della Nazionale e dell’Inter soprattutto nel girone d’andata, Izco pur ritagliandosi il proprio spazio diminuisce gettoni di presenza e minutaggio. E’ però in campo in entrambi i vittoriosi derby: all’andata, da titolare nel 2-0 firmato da Martinez e Mascara su rigore; al ritorno da subentrato nello storico 0-4 del 1° marzo 2009. Ed è in campo, da titolare, nella vittoria casalinga pre-natalizia contro la Roma del 21 dicembre 2008. In tale occasione Zenga mischia per l’ennesima volta le carte e schiera un 3-5-2 in cui l’argentino occupa la posizione di tornante destro, disimpegnandosi piuttosto bene. Dopo poche partite il Catania tornerà a giocare col consueto modulo, ma questa resta una data importante e per certi versi premonitrice per quello che Izco e il Catania faranno vedere più avanti, durante la gestione Montella.

Mister Mihajlovic Ph. Franco Barbagallo Acifotopress  



Mihajlovic: svolta e consacrazione.
Per il salto di qualità bisogna ancora attendere. Nel Catania 2009/2010, inizialmente targato Atzori, il n°13 trova maggior spazio sfruttando il recupero pressoché infinito dall’infortunio di Pablo Ledesma, fra i migliori con Zenga durante la stagione precedente. Le prestazioni di giocatore e squadra sono però deficitarie e al di sotto delle aspettative. La svolta arriva con l’arrivo di Sinisa Mihajlovic sulla panchina etnea. E’ il 20 dicembre 2009 quando i rossazzurri, ultimi e con soli 9 punti in classifica, vanno a far visita alla Juventus all’Olimpico di Torino. Al 15’ della ripresa il tecnico serbo, sul sorprendente risultato di 1-0 per gli etnei determinato nel primo tempo dal rigore siglato dal “Malaka” Martinez, inserisce Izco al posto di Ledesma. Sei minuti dopo la doccia fredda: lo juventino Salihamidzic pescato in area realizza il gol del pareggio. Sembra il preludio alla solita disfatta esterna stagionale, e Mihajlovic pensa bene di chiudersi in difesa inserendo Bellusci per Llama. Gli etnei soffrono gli attacchi della Juve di Ciro Ferrara, ma non subiscono. Mancano tre minuti al termine della gara quando è proprio Izco a giocare un pallone recuperato e rilanciato dall’area di rigore catanese. Davanti c’è il solo Gianvito Plasmati, chiamato a far a sportellate con i difensori bianconeri per proteggere i palloni che arrivano dai rilanci difensivi. Mariano lo pesca con un lancio mirato, e comincia a correre verso la metacampo avversaria, quasi dimenticato dai bianconeri, che dedicano più attenzioni a Plasmati per cercare di soffiargli la sfera. Ma il centravanti materano, con una grande giocata, difende il pallone, intravede con la coda dell’occhio lo scatto di Mariano e lo serve in profondità. L’argentino si invola da solo in un campo gelato verso la porta avversaria difesa dall’austriaco Manninger, mentre i cuori dei tifosi etnei presenti nel settore ospiti o increduli davanti alla Tv battono a mille. L’uscita disperata di Manninger apre un varco e Izco ne approfitta depositando con un piattone la sfera sull’angolino opposto a quello protetto dall’avversario. E’ l’apoteosi. Per il n°13 rossazzurro è il primo gol in Serie A, per il Catania è una storica vittoria, condita da 3 pesantissimi punti che rappresenteranno l’inizio di una splendida rimonta-salvezza. Nel girone di ritorno Izco è l’indiscutibile titolare nel ruolo di interno destro nel 4-3-3 di Mihajlovic, e mette in mostra quella che si afferma definitivamente come la propria miglior dote: il pressing e il recupero di palla. Al tecnico serbo serve una squadra determinata che aggredisca i propri avversari e riparta sfruttando il lavoro sulle fasce dei vari Martinez, Llama, Mascara: in questo contesto le caratteristiche e il lavoro di Izco, dotato peraltro di una gran rapidità, si inseriscono alla perfezione. Peraltro l’argentino non disdegna di farsi vedere in fase offensiva servendo di tanto in tanto qualche assist: ne giovano Martinez contro il Parma e Morimoto contro il Bari. Quando poi il Catania, per un breve periodo, deve fare a meno sia del Malaka che di Llama, Mihajlovic non ha indugi nel riportare Mariano in quel ruolo già ricoperto a più riprese, quello di ala destra, assegnandogli però compiti maggiormente difensivi: la splendida azione condita da un gran cross per Mascara in occasione del gol dell’1-0 contro la Fiorentina dimostra la maturità conseguita nel nostro campionato dal centrocampista rossazzurro. A fine stagione eguaglia il record di presenze in campionato di due stagioni prima (32), fissando il momentaneo nuovo record di minuti effettivi giocati in campionato (2.143), senza però battere il record generale perché in Coppa Italia il Catania si ferma ai quarti, e la nuova formula prevede partite secche, ad esclusione delle semifinali, mai più raggiunte dalla squadra dell’Elefante. Il primo di una lunga serie di importanti traguardi raggiunti dal punto di vista statistico è quello delle 100 presenze in Serie A, che si verifica il 7 marzo 2010 in occasione del pareggio esterno contro il Cagliari, partita in cui Mariano sfiora il gol timbrando la traversa con un tiro dal limite dell’area.

Mister Montella riferisce a Izco il cambio tattico...Ph. Franco Barbagallo Acifotopress  



2011: un infortunio dietro l’altro, ma nel 3-5-2 di Montella è rinascita.
L’estate del 2010 porta una novità nella panchina etnea: al posto di Mihajlovic, che fa volontariamente le valigie (direzione Firenze), arriva Marco Giampaolo, un allenatore filosofo, integralista del 4-4-2, modulo che però mal si adatta alle caratteristiche dell’organico etneo e che viene accantonato ben prima dell’inizio del campionato, anche a causa della lungodegenza di Llama. Se nelle partite in casa il tecnico di Bellinzona ricorre spesso al tridente, confermando quindi il centrocampo a 3 della passata stagione in cui Izco continua a occupare il posto di interno destro, in trasferta viene sistematicamente proposto un 4-1-4-1 da barricata in cui Mariano viene chiamato talvolta a spostarsi sulla fascia per contenere e ripartire. Va detto però che l’incantesimo della gestione Mihajlovic sembra essersi improvvisamente spezzato: sia per la squadra, che pur facendo punti indispettisce i tifosi col proprio non-gioco, sia per lo stesso Izco a cui viene spesso preferito il redivivo Pablo Ledesma. Accantonate, non senza qualche polemica dell’A.D. Lo Monaco, le voci di un interesse della Roma nei suoi confronti, a fine dicembre una grave e fastidiosa infiammazione al tendine manda il n°13 in infermeria. Mariano ci resterà per quasi tre mesi: si tratta del più lungo stop della sua carriera, e tra l’altro è anche il primo serio infortunio, ulteriore motivo di sconforto per un giocatore abituato ad essere regolarmente a disposizione degli allenatori di turno. Al rientro Izco trova un Catania in lotta per la salvezza guidato dal nuovo tecnico Simeone, che ha ormai definito le proprie gerarchie, e così nell’ottimo finale di stagione dei rossazzurri che fissano il proprio nuovo record di punti (46), c’è poco spazio per un atleta appena recuperato che deve trovare la forma migliore. Non è un caso che in questa stagione Mariano fissa il proprio record negativo di presenze in campionato, appena 18.

Ma una nuova stagione è alle porte e l’infortunio è ormai alle spalle, tant’è che la società gli dà fiducia rinnovando il contratto fino al 2014. In panchina arriva Vincenzo Montella, che nelle prime giornate mischia le carte alternando diversi giocatori nel 4-3-3, in cui rilancia inizialmente, a sorpresa, il veterano Gennaro Delvecchio, autentica delusione delle due precedenti stagioni. Una serie di infortuni a catena che si verifica alla vigilia della gara di inizio ottobre con il Novara sarà l’insospettabile preludio per una stagione ricca di soddisfazioni. Per ovviare al problema Montella schiera uno sperimentale 3-5-2, in cui Izco non trova spazio perché appena rientrato da un contrattempo muscolare, comunque lieve. Sulla posizione di tornante destro agisce Lanzafame, elemento offensivo chiaramente sacrificato in un ruolo con mansioni di copertura che non gli appartengono. La squadra comunque gioca un’ottima partita e, nonostante il pareggio ottenuto in extremis, avrebbe potuto portare a casa i tre punti. Così Montella decide di proseguire sul sentiero tracciato, riproponendo lo stesso schema la settimana successiva contro l’Inter. Stavolta, però, a destra, come ai tempi di Zenga, trova posto proprio Mariano, che diventa l’incubo di giornata del dirimpettaio Nagatomo. Il Catania vince e convince, Izco mostra qualità finora rimaste inespresse: se, infatti, in una posizione più centrale il n°13 esalta la propria bravura in fase di interdizione, sulla fascia l’argentino punta su rapidità e inserimenti mostrando ulteriori qualità. Con tale canovaccio i rossazzurri proseguono disputando ottime partite e facendo risultato contro squadre sulla carta più forti, come Fiorentina, Lazio e Napoli. E’ proprio quando, alla vigilia della gara col Milan, Izco patisce un nuovo piccolo infortunio che lo tiene fuori per un mese, che il Catania comincia a ridimensionarsi, nel gioco, nei risultati e nelle ambizioni. E non è un caso: proprio contro il Milan viene riproposto Lanzafame nel ruolo di Mariano, e ancora una volta il n°7 etneo si mostra un pesce fuor d’acqua facendosi circumnavigare a piacimento dal folletto rossonero Robinho. Successivamente Montella prova a rispolverare in quel ruolo Potenza e Pablo Alvarez, che però sono due terzini che mal si adattano in una posizione più avanzata, e i rossazzurri non riescono più a far punti con continuità, perdendo in casa con avversarie alla portata come Chievo e Cagliari. Manca quella via di mezzo tra fase difensiva e spinta che, sulla fascia destra, nel Catania è rappresentata soltanto dall’indisponibile Izco. E’ così che Montella affretta i tempi e getta nella mischia l’argentino nella trasferta di Lecce, a fine novembre. Mossa avventata perché Mariano subisce un nuovo contraccolpo che lo terrà fuori fino a Natale, ma che in un certo senso, come nel caso del precedente novarese, rappresenta la “scusa” per un paio di indicazioni positive che torneranno utili da qui fino al termine della stagione: la prima, il rilancio del “Pitu” Barrientos, entrato proprio al posto di Izco, che in extremis decide la partita con un gol dalla distanza; la seconda, il ritorno sui propri passi dell’ex tecnico della Roma che torna al 4-3-3 con cui affronterà un girone di ritorno non meno positivo di quello d’andata.

Orazio Russo e Izco con la fascia da capiatno...  



Dalla fascia di capitano…ai record di presenze.
Nel frattempo, già da inizio campionato per Mariano è arrivata una bella novità. Con la cessione di Silvestre al Palermo la fascia di capitano è stata ereditata da Marco Biagianti; il centrocampista fiorentino, però, è affetto da continui problemi fisici, e la società decide di designare come capitano in pectore proprio Mariano Izco, il giocatore che è nell’organico da più tempo, l’unico reduce dell’anno del ritorno in Serie A (Biagianti arrivò nel mercato di gennaio). Proprio con la fascia di capitano al braccio, il n°13 realizza il proprio secondo gol in campionato, di fronte al prestigioso palcoscenico di San Siro nella sfida contro l’Inter di Ranieri. Izco viene servito dalla sinistra da Marchese e, a porta praticamente sguarnita, ciabatta un tiro che però i difensori nerazzurri non fanno in tempo a respingere prima che oltrepassi la linea. Il girone di ritorno prosegue in maniera trionfale per il Catania che a tratti si inserisce nella lotta per la qualificazione all’Europa League, per poi uscirne dopo una sciagurata sconfitta interna col Lecce, a cui fa seguito il classico finale di stagione rilassato di una squadra che ha raggiunto anzitempo la salvezza e che non ha più obiettivi da raggiungere. In una partita il tal senso paradigmatica, la sconfitta interna del 2 maggio 2012 contro il Bologna, Mariano raggiunge un importantissimo traguardo: con 151 presenze in Serie A diventa il nuovo recordman di presenze nel massimo campionato per i colori rossazzurri, superando lo storico portiere degli anni ’60 Giuseppe Vavassori, fermo a quota 150. Pur avendo dovuto saltare diverse partite per infortunio nella prima metà della stagione, Izco batte inoltre il proprio record di minuti disputati in una sola stagione, fissandolo a quota 2.157.

Ma, parafrasando un successo del cantautore Luciano Ligabue, “il meglio deve ancora venire”. Estate 2012, Montella va ad allenare la Fiorentina e il Catania chiama sulla propria panchina Rolando Maran. Al tecnico, esordiente in Serie A, viene affidata in pratica la stessa squadra che ha brillato l’anno precedente, e con intelligenza l’ex Varese decide di non rivoluzionare nulla e proseguire sul percorso già tracciato: 4-3-3, in cui Mariano è chiaramente un punto fermo, sempre nel consueto ruolo di interno destro di centrocampo. Per il Catania è l’inizio di una cavalcata trionfale, che conduce i rossazzurri a raggiungere la fatidica quota salvezza (40 punti) già a metà febbraio, a lottare per l’Europa fino a poche giornate dal termine e a fissare il nuovo record di punti (56) chiudendo il campionato all’ottavo posto. E Izco? Complice il discontinuo utilizzo di Biagianti, Marianito è ormai il vero e proprio capitano del club dell’Elefante. In campionato accumula un minutaggio effettivo (2.810 min) da record, fissa il nuovo record di presenze (35, a fronte delle 32 delle stagioni 2007/2008 e 2009/2010) ma, complici le due sole presenze disputate in Coppa Italia, competizione in cui il Catania si ferma ai quarti, non va oltre le 37 presenze totali stagionali non eguagliando quindi il precedente record di 38 della stagione targata dalla gestione Baldini/Zenga. I numeri, e gli aneddoti, non finiscono qui: è la sua sostituzione per un problema muscolare il preludio alla disfatta nel derby d’andata; in occasione della sfida contro la Lazio all’Olimpico del 30 marzo 2013 realizza il proprio terzo gol in Serie A e quarto totale in maglia rossazzurra, portando i suoi in vantaggio con un fortunoso rimpallo sul rilancio del difensore avversario Radu che innesca un pallonetto beffardo che tradisce il portiere Marchetti; il 21 aprile nel derby di ritorno contro il Palermo gioca la sua 200esima partita con la maglia del Catania, a seguito della quale prolunga il contratto fino al 2017; sette giorni più tardi, una serie di indisponibilità nel reparto difensivo costringono Maran ad adattare proprio il capitano nel ruolo di terzino destro, e ancora una volta Izco mostra tutta la propria duttilità disputando un’eccellente partita.


Izco in campo contro il Bologna nell'ultima gara disputata dai rossazzurri  



Presente…e futuro.
Il resto è storia recente. Biagianti viene ceduto nelle ultime battute del mercato estivo, ma da tempo era ormai poco più che una riserva. Ad ogni modo tale operazione di mercato legittima in modo definitivo l’investitura ufficiale di Mariano come capitano del Catania. Con Maran ancora in panchina, la stagione comincia male. Alla seconda giornata Izco deve uscire per infortunio nel primo tempo della partita contro l’Inter. Starà fuori per un mese. Viene richiamato prima del previsto, nonostante non abbia ancora completato il proprio percorso di recupero, perché in occasione della gara casalinga contro il Chievo, a cui la squadra arriva in una posizione di classifica delicata (solo un punto in 5 giornate), si ripresenta un’emergenza difensiva, sulla falsa riga di quanto accaduto alla vigilia di Milan-Catania della stagione precedente. Nonostante non sia al 100%, il capitano si disimpegna con autorità da terzino destro e la squadra porta a casa i tre punti, per la prima volta in stagione. Nelle successive due partite Izco stringe i denti ma non basta, né al Catania che porta a casa un solo punto, né a Maran a cui la società da il benservito. Alla vigilia della sfida salvezza col Sassuolo si presenta il nuovo allenatore De Canio, che pone l’accento sull’importanza di vantare degli atleti fisicamente integri, promettendosi di non rischiare e far giocare chi non ha ancora recuperato dai propri contrattempi. Essendosi riproposta però la stessa emergenza nel ruolo di terzino destro (orfano degli indisponibili Alvarez e Peruzzi), il tecnico di Matera confessa di dover fare un’eccezione per Izco, chiamato all’ennesimo sacrificio, di ruolo e condizione. Serve a strappare un pareggio che non può soddisfare. A riposo contro la Juventus, Mariano gioca da titolare col Napoli ed entra nel secondo tempo nella vittoria contro l’Udinese, a seguito della quale arriva, finalmente, la provvidenziale sosta: recuperati altri centrocampisti, su tutti il ceco Plasil, De Canio programma per il proprio capitano un percorso di allenamento differenziato mirato a recuperare la massima integrità fisica. E’ così che Izco salta tre partite e rientra in occasione del pareggio casalingo col Verona. Comincia il conto alla rovescia che separa il n°13 rossazzurro dalla sua presenza numero 200 in Serie A: dopo aver giocato contro Roma e Bologna, viene raggiunta quota 199. Domenica 12 gennaio 2014, giorno del match Atalanta-Catania, sarà l’ennesima data da ricordare per un giocatore che da più di sette anni contribuisce a scrivere pagine di storia rossazzurra.

E non potrà finire lì! Dopo aver battuto nel 2012 il record di presenze in Serie A con la maglia nel Catania ed aver raggiunto adesso il prestigioso traguardo di 200 presenze in massima serie, c’è già un prossimo obiettivo a cui guardare con fiducia, considerando che l’attuale contratto del mediano argentino scadrà nel 2017: si tratta del record assoluto di presenze con la maglia del Catania, detenuto da Damiano Morra, titolare per nove lunghissimi anni (dal 1975 al 1984) in tutte e tre le diverse categorie (Serie C, Serie B e Serie A) affrontate dal Catania in quell’arco temporale. Per raggiungerlo, Izco (che contro l’Atalanta timbrerà la 217esima presenza in rossazzurro, contando pure la Coppa Italia) dovrà superare quota 281. C’è da avere fiducia nell’impresa, a giudicare dagli svariati elementi che accomunano i due rossazzurri: entrambi sono argentini di adozione italiana, hanno indossato la fascia di capitano, e hanno giocato prevalentemente nello stesso ruolo, quello di mezz’ala, con caratteristiche simili, essendo Morra, come Izco, un giocatore che faceva della corsa e della generosità le proprie qualità principali. Se per raggiungere Morra bisogna comunque attendere almeno un paio di stagioni, già in questo 2014 Mariano potrà comunque andare a prendere e superare un altro grande ex della storia etnea, Peppe Mascara, che tra Serie B, Serie A e Coppa Italia ha messo insieme 237 partite in maglia rossazzurra.

Attendendo il raggiungimento del prossimo traguardo, non possiamo che incoraggiare il nostro capitano: corri Marianito, corri!