Il Catania sta ri Salento!

Castiglia prova sopra le righe...

Castiglia prova sopra le righe... 

Max Licari sull'ottimo punto conquistato con merito a Lecce. Grande spirito di sacrificio e abnegazione. La strada è lunga, ma...

Prova di maturità superata
Partita tosta, sanguigna, fra due fra le migliori compagini del campionato. Il pareggio, alla fine, appare risultato giusto, malgrado sia Asta sia Pancaro possano recriminare per alcune buone occasioni capitate sui piedi dei propri uomini. Tuttavia, analizzando mole di gioco, qualità e quantità delle poche palle gol prodotte da entrambi i contendenti, si può tranquillamente “benedire” il pareggio ottenuto dai rossazzurri in Salento. Il Lecce ha dimostrato sul campo, pur privo di tre pedine fondamentali come Papini, Moscardelli e Curiale, di potersi proporre come una delle logiche favorite alla promozione in B; averlo limitato al “Via del Mare” suona come una sorta di prova di maturità superata dal gruppo capitanato dall’ex terzino della Nazionale. Il primo punto “vero” in classifica è stato portato a casa con le armi che stanno facendo innamorare i tifosi: umiltà, sacrificio, abnegazione e feroce concentrazione fino all’ultimo minuto, senza però mai rinunciare alla manovra, come testimoniato dagli ultimi 10’ giocati costantemente nella metà campo giallorossa. Non tutto è andato bene, ovviamente. C’è da crescere in alcuni settori e in taluni momenti della partita, soprattutto in tema di gestione delle transizioni del pallone (troppi i passaggi facili sbagliati dai centrocampisti e dagli esterni); tuttavia, la volontà di non cedere mai, di ribattere colpo su colpo, di non farsi sommergere quando in difficoltà evidente, lasciano ben sperare per il prosieguo di questa prima parte di torneo. A mio parere, in specie nei primi 25’ della ripresa, quando il Lecce ha chiuso il Catania nella propria trequarti, guadagnandosi alcune buone occasioni da rete, si è notata una certa differenza di condizione atletica. I rossazzurri hanno cominciato in ritardo e, fra l’altro, hanno giocato di più (e lo faranno ancora fra tre giorni); i giocatori salentini ne avevano incontestabilmente di più. Però, però, però… Proprio in quei frangenti, realmente i primi di reale affanno in questo campionato, si è vista in campo una squadra vera, in grado di incassare e soffrire. Una squadra che appare già un gruppo compatto, al di là di qualità obiettivamente buone per la categoria. Non si è trattato, come dichiarato improvvidamente dal tecnico di casa, di un match a senso unico. Si è trattato, invece, di un incontro di calcio maschio, equilibrato, giocato da due undici che si sono rispettati e giustamente temuti. Quindi, onore a al Lecce, onore al Catania, nell’ambito di una partita che ha riconciliato con il calcio “robusto” dei bei tempi andati. Primo tempo “pari”, magari con il Catania un tantino più propositivo, seconda frazione di stampo giallorosso, con i rossazzurri però ancora abili a venir fuori nel finale. Tutto qui. E non è poco. Non mi stupirei se, a fine campionato, le due formazioni potessero ritrovarsi a battagliare lealmente per un ruolo da protagonista. Ma, adesso, olio di gomito e pedalare. Prima c’è da raggiungere il primo obiettivo: la salvezza. E al più presto. Senza la penalizzazione, con una gara in meno, il Catania sarebbe sostanzialmente primo in classifica (10 punti in 4 gare, di cui 3 esterne, costituiscono un approdo eccezionale, viste le premesse estive). Ma quella è realtà virtuale. La sostanza è che gli etnei sono ultimi a 1 punto e devono fare più sforzi degli altri per emergere dal baratro. Chiudere a 4 punti in graduatoria (13 totali) questo “tour de force” sarebbe fantastico. Così, diventa fondamentale la gara di mercoledì pomeriggio alle 15.00 (orario infausto) al “Massimino” contro i “lupi silani”. Un appuntamento da non fallire che ha giustamente condizionato le scelte iniziali di Pancaro nella sfida contro i pugliesi di Surraco e De Feudis.

Centrali difensivi impeccabili, Ivan “il Terribile”, conferma Calderini, ma… poca “luce” senza Andrea!
Come detto, Pancaro ha sicuramente pensato alle tre partite in una settimana, allorquando ha stilato la formazione iniziale, seppur nell’ambito di un impianto di gioco ormai collaudato, il 4-3-3 canonico, senza i Garufo, gli Agazzi o i Russotto. Soprattutto, rischiare l’attaccante ex Napoli sarebbe stato assolutamente sciocco. Bene ha fatto a non utilizzarlo in vista di mercoledì, un match alla portata in cui la sua superiorità tecnica potrebbe risultare decisiva. È chiaro come il Catania con Russotto sia una cosa, senza un’altra. È il giocatore più talentuoso, quello che ti può fare il passaggio decisivo o il colpo vincente, specie su calcio da fermo. Senza di lui, la “luce” si accende a intermittenza, la manovra risulta più prevedibile, ma lo si sapeva. Si tratta di un elemento imprescindibile che va gestito al meglio e, soprattutto, mai utilizzato a rischio di uno lungo stop. Ripeto, Pancaro ha preso la giusta decisione. E ben ha fatto a ridare fiducia ai due ragazzi, Parisi e Di Grazia, fin dall’inizio. Con loro bisogna insistere, al di là dei risultati contingenti in tema di prestazione. Infatti, entrambi hanno fatto un passo indietro rispetto alla gara precedente, ma è normale; gli alti e bassi sono di prammatica in questi casi. Premetto, a scanso di equivoci, che ritengo almeno sufficiente la prova di tutti i rossazzurri. Quando si lotta e si suda così per la maglia e per il centinaio di splendidi supporters giunti con ogni mezzo al “Via del Mare”, non si possono ricevere critiche eccessive o insufficienze ingenerose. Tuttavia, alcuni elementi, anche considerato il tipo di partita, sono riusciti a fornire un apporto più rilevante rispetto alla media generale. Ritengo “sontuosa” la prestazione dei due centrali difensivi Pelagatti e Bergamelli, alle prese con due attaccanti forti fisicamente e veloci come Diop e Doumbia (una sorta di replica della coppia ischitana Kanoute-Fall). Hanno sbagliato poco e nulla. Se per l’ex ascolano ormai si può parlare di “normalità", la conferma dell’ex novarese appare importante. Se si considera che in panchina sono disponibili Bacchetti, Ferrario e Bastrini, probabilmente si potranno dormire sonni tranquilli a livello di impermeabilità del pacchetto arretrato. Migliorando sugli esterni, però. A Lecce si è sofferto solo lì, con Surraco e Lepore unici fra gli ospiti a dare l’impressione di poter far male a Liverani. A destra, Parisi e Garufo devono dimostrare di poter crescere in rendimento, mentre a sinistra Nunzella (che pare avere poche alternative) ha finora fatto il suo, avendo solamente la sfortuna di trovarsi di fronte il miglior giocatore degli avversari, il ricordato Surrao, elemento davvero di categoria superiore. “Sopra le righe”, per quantità e personalità, pure la prova del centrocampista Ivan Castiglia, una delle “anime” della squadra. Corre e si sacrifica per quattro, quando troverà anche lo spunto di qualità sarà pronto per la beatificazione. Ma in Lega Pro questa tipologia di giocatore risulta decisiva. Come decisivo risulta e risulterà in futuro Calderini. L’ex cosentino (carusanza, ca “c” minuscola, è n’aggettivu…) ha giocato un’altra ottima partita dal punto di vista tattico e dinamico (è uno dei più in forma fra i rossazzurri), mostrando tutta la sua duttilità: Pancaro lo ha spostato da tutte le parti senza alcuna remora, ottenendo generalmente buone risposte. Molto bene Falcone che ha cambiato la partita dopo il suo ingresso nella ripresa al posto di Di Grazia, così come Agazzi, entrato con il giusto piglio nel finale. Hanno, di contro, un po’ faticato Musacci e Scarsella, comunque fra i più utilizzati finora. L’ex parmense ha sbagliato qualche passaggio in più rispetto alle sue potenzialità, mentre il “goleador” ex lametino ha pensato più a fare legna che a proporsi in inserimento. Non condivido, infine, le critiche “social” a Calil (sostituito a qualche minuto dalla fine da Plasmati, all’esordio stagionale): credo che il suo lavoro per la squadra sia fondamentale e, quando sarà al top della condizione, giungeranno anche i gol a ripetizione, come durante la scorsa stagione a Salerno. Metterlo in discussione, in Lega Pro, sarebbe una sorta di suicidio. Ma Pancaro non sembra tipo da fare questi errori.

Un recupero cruciale
Penso che il match con il Cosenza possa costituire davvero l’inizio di una nuova era per il Catania in questo campionato. Essenziale vincerlo, dunque. I calabresi sono una compagine ampiamente alla portata di questo Catania, ma sottovalutarli sarebbe letale. In questa categoria il blasone conta poco; conta solo correre, correre e correre. Sempre, dovunque e comunque. Pancaro farà ampio turnover, in considerazione delle energie perse a Lecce e della successiva difficile gara interna con il Catanzaro. A naso, mi aspetto in campo dal primo minuto Garufo, Ferrario, Agazzi, Russo, Falcone e Russotto. Sei su undici… Ma, con questo spirito, si può andare lontano! Let’s go, Liotru, let’s go!!!