Il Catania NON fallirà il 25 maggio

 

La ricostruzione dei fatti relativi all'istanza di fallimento proposta dalla Procura nei confronti del Catania.

La notizia, diffusasi ieri sera, della presentazione dell'istanza di fallimento da parte della Procura della Repubblica di Catania nei confronti del Calcio Catania ha inevitabilmente seminato il panico in città. Le ricostruzioni della vicenda hanno poi a loro volta generato parecchia confusione, sotto il ristretto profilo dei risvolti giuridici. La nostra redazione ha avuto la possibilità di consultare gli atti (il ricorso della Procura e la fissazione di udienza della sezione fallimentare del Tribunale di Catania) e coglie l'occasione per fare un po' di chiarezza, ricostruendo passo per passo i fatti.

- La Procura della Repubblica di Catania ha presentato il 14 maggio al Tribunale di Catania il ricorso per la dichiarazione di fallimento del Calcio Catania, ricorso accompagnato da un'unica richiesta cautelare, avente ad oggetto la sostituzione degli amministratori in carica con la nomina di amministratori giudiziari. Secondo la ricostruzione della Procura "l’organo gestorio ha dimostrato di operare aggravando il dissesto" ed inoltre l'ad Di Natale "è soggetto interessato anche dalle gravi responsabilità messe in luce dai Commissari Straordinari di Meridi srl" attraverso la relazione già depositata da questi ultimi in tribunale.
- Una volta ricevuto il ricorso, la sezione fallimentare del Tribunale di Catania, con proprio provvedimento del 15 maggio, ha fissato, per la trattazione della SOLA domanda cautelare (relativa alla sostituzione degli amministratori), l'udienza che si terrà il prossimo 25 maggio. Udienza che, peraltro, sarà trattata in videoconferenza in ottemperanza alle prescrizioni dettate dal Tribunale per fronteggiare l'emergenza Covid19.
- Ha errato, dunque, chi ha usato impropriamente il plurale parlando di "richieste cautelari", in quanto ve n'è come detto una sola e, soprattutto, occorre precisare che l'udienza del 25 maggio NON avrà ad oggetto la richiesta di fallimento del Catania. Fallimento, dunque, che non potrà essere pronunciato all'esito della medesima udienza. La sezione fallimentare dovrà infatti in seguito fissare una nuova data di udienza per trattare tale richiesta.
- Prima di consultare gli atti, avevamo il dubbio che all'udienza del 25 maggio si potesse trattare anche la richiesta di fallimento. In questo senso, ci eravamo messi a contare i giorni utili per la definizione dell'acquisto del Catania da parte della nota cordata. A questo punto, il calcolo non ha più ragione di esistere. L'urgenza permane, ci mancherebbe altro, ed è interesse della stessa cordata chiudere l'affare prima che subentrino gli amministratori giudiziari, per anticipare eventuali ulteriori soggetti interessati che possano eventualmente attendere proprio quest'eventualità ed affacciarsi in seguito.
Ma paradossalmente, l'ipotetica nomina di amministratori giudiziari potrebbe persino favorire il buon esito dell'operazione: fino a quando si tratta con un soggetto privato, proprietario del bene conteso, è chiaro che quest'ultimo cercherà di tirare più acqua possibile al proprio mulino (sebbene la situazione ormai sia così drammatica che francamente è difficile comprendere ulteriori tira e molla); quando e se subentreranno gli amministratori giudiziari, questi ultimi perseguiranno soltanto l'interesse della S.p.A. insolvente e dei relativi creditori, ben accogliendo un piano di rilancio.
- Attenzione, però: nulla è ancora deciso. Il Catania ha la possibilità di depositare le proprie memorie difensive ed i documenti entro il 22 maggio ed eventualmente dimostrare (se riesce) che la ricostruzione della Procura non è corretta e che, dunque, non sussistono i presupposti per la sostituzione degli amministratori in carica.