Il Cac...cavallo del Salento

Il Cac..cavallo per espugnare il Salento (Illustrazione: Cetty Emanuele)

Il Cac..cavallo per espugnare il Salento (Illustrazione: Cetty Emanuele) 

Chiacchierata tra amici tra bracieri ardenti, carni fumanti, racconti epici e sogni di gloria...

Serate di Gennaio, serate d’inverno. Le continue abbuffate natalizie, seppur non lontanissime, appartengono ormai al passato. Se ne sono andate via con l’Epifania, di notte e con le scarpe tutte rotte, con il cappuccio alla romana…ne abbiamo prese due dalla Casertana. Già, la partitaccia con quei falchetti quanto mai indigesti, andati di traverso all’antivigilia di capodanno, quando invece sarebbe stato più opportuno divorarli voracemente, per poi ritrovarsi dopo il letargo invernale con qualche punto in più in classifica e qualcuno in meno da quei lupacchiotti che da settimane gongolano a +4.

“Ogni qualvolta si è presentata l’occasione di accorciare le distanze dal Lecce – sottolineo stizzoso – i nostri hanno sempre fallito! A Trapani, nel turno di riposo dei giallorossi, abbiamo perso amaramente. In casa con il Matera, a poche ore dall’1-1 dei salentini a Pagani, ci siamo fatti imbrigliare dai lucani. Per non parlare del turno prima della sosta: i cugini trapanesi ci fanno un ‘favore’ bloccando i pugliesi e noi cosa facciamo? Perdiamo in casa, ancora. Che disdetta!”
Non t’abiliari, ascuta a mia – mi esorta una rilassata voce tra una nebbia fumosa – manciti ‘sta puppetta caura caura ca ti passanu tutti cosi!"

Recita un proverbio non scritto che ‘A negghia a Catania c’è sulu quannu arrustemu’. Effettivamente, quel fenomeno meteorologico costituito da cristalli di ghiaccio sospesi in aria, non è tipico della città etnea. Per trovare qualcosa di simile, una sorta di nebbia artificiale, bisogna recarsi nella popolare Via Plebiscito e dintorni. Io mi trovo lì, nei pressi del Bastione degli infetti, laddove prelibatezze gastronomiche zampillano su bracieri ardenti.

Insieme a me, come compagno di scorribande culinarie notturne, c’è il mio amico Vincenzo La Corte che ispirato dall’estasiante odor d’arrosto mi svela una tattica epica: “Per espugnare Lecce non serve la forza, ma l’astuzia. Pietro Lo Monaco, astuto come Ulisse, conosce il modo, tant’è che già ha effettuato la mossa vincente…”

Incuriosito, lo esorto a svelarmi il resto della sua teoria. Vincenzo, senza esitare, tra un boccone e l’altro, prosegue nel suo racconto: “I nostri eroi, in maglia bianca con risvolti rossazzurri, saranno nascosti dentro una gigantesca statua lignea. Al momento giusto scenderanno giù, cogliendo di sorpresa i salentini con triangolazioni veloci e pallonate nzichitanza…”

Perplesso, guardo il fondo del suo bicchiere. È ancora pieno del nettare degli dei…:“Vincenzo, non ti capisco, ma di cosa stai parlando?”
“Semplice, Salvo. Sto parlando del Cac…cavallo del Salento, la nuova arma con la quale ci presenteremo al Via del Mare!”

Il catanese, per sua natura, è lisciu. Noi, dietro il braciere, forse abbiamo trovato il numero uno dei lisci. U zu’ Cuncettu, colui che mi aveva invitato a mangiare per non pensare: “U Caccavallo tu pozzu fari arrustutu! Comu u voi a puppetta?!”. Ancora lui, la risata è automatica. È contagiosa.

Peppe Caccavallo, il volto nuovo del 2018 



Si beve, si ride e si scherza, ma fino ad un certo punto. Anche se manca più di mezza settimana al big-match tra Lecce e Catania la tensione comincia ad aumentare minuto dopo minuto. Svestiti i panni dell’Omero dell’Etna, Vincenzo indossa gli usuali abiti del profondo conoscitore del calcio giovanile qual è: “A Lecce, il nostro novello numero 24, è assai conosciuto. Giuseppe Caccavallo è cresciuto nel settore giovanile giallorosso, con la Primavera di Robertino Rizzo prima e Miggiano poi. Pensa che ha collezionato 48 presenze segnando 17 reti, tre delle quali proprio al Catania. Nella stagione 2005-06 ricordo al campo di Monte Po’ duelli epici, altro che achei contro troiani. Nel Catania di Irrera c’erano il nostro Saro Bucolo e Matteo Di Piazza, quest’ultimo oggi al Lecce. Domenica saranno tutti e tre in campo: dai tornei giovanili alle soglie della B, queste sono le storie che mi piacciono!”

Leggo soddisfazione nel sul volto. La stessa percepita il 9 Ottobre del 2016, quando Andrea Di Grazia, altro prodotto del settore giovanile rossazzurro, si manifestò in tutto il suo splendore al mondo del calcio dei grandi. Uno, due e tre! In mezzo c’era anche il giallorosso, anche se non del Salento. Ma quella, seppur con qualche somiglianza, è una storia diversa. Stavolta si tratta di un calciatore cresciuto altrove, che da poco indossa la nostra maglia e che debutterà verosimilmente proprio dove ha mosso i primi calci e segnato le prime reti, quando i peli sul viso non eran ancora così robusti e folti come lo sono adesso.

La mezzanotte è scoccata, la serata volge al termine, ma non la voglia di stare insieme e di parlare ancora di Catania e di quel che sarà. Riprendo l’argomento, sorseggiando un bicchiere di tamarindo (proprio quel che ci vuole dopo l’abbondante pasto!), puntando l’attenzione sui ‘cari’ numeri: “Sarà dura Vincenzo, ma non impossibile. Il Lecce non perde dalla gara di andata, ma la cabala è dalla parte dei rossazzurri. Fuori casa, meglio dell’Elefante, non ha fatto nessuno. Inoltre, l’ultima squadra ad espugnare il Via del Mare è stata l’Acr di Cristiano Lucarelli, lo scorso 23 aprile, con un gol del catanese Valerio Anastasi!”

“Ah ah ah – sghignazza Vincenzo –. Ricapitolando: il Lecce non perde dalla gara contro il Catania; l’ultima sconfitta in casa porta la firma di un catanese che giocava in una squadra siciliana (il Messina) guidato dal nostro attuale allenatore (Lucarelli) e staff tecnico (Vanigli e Conticchio, tra l’altro tutti ex calciatori leccesi). Quanti ’mburugghi ca ci su! Speriamo che i nostri eroi riescano a sbrogliare la matassa e che si lancino insieme a Caccavallo nelle verdi praterie del Salento, a briglie sciolte…”