Il 9 ottobre 2009 ci lasciava Horst Szymaniak

Horst Szymaniak, campionissimo del Catania dal 1961 al 1963 (Foto: Alessandro Russo)

Horst Szymaniak, campionissimo del Catania dal 1961 al 1963 (Foto: Alessandro Russo) 

A 11 anni dalla scomparsa omaggiamo un nostro grande ex


Capii nel duemilaenove, allorquando iniziai ad approfondire la storia del pallone rossazzurro che, anche fuori dai campi di calcio, Horst era un gigante. Benedico, per questo, con affetto Annamaria Agosta, la giornalista che il diciassette agosto del nillenovecentosettantadue, pubblicò sull’Espresso Sera l’articolo intitolato “Szymaniak: Catania nel cuore.”
Alessandro Russo

«Ho sbagliato ad accettare il trasferimento all’Inter, dovevo restare in rossazzurro»
«Di Bella, il migliore allenatore che io abbia conosciuto, migliore anche di Herrera»
«Non ho avuto tempo per avere i figli»
«Verrò se mi invitano alla prossima partita delle vecchie glorie catanesi»
«Il calcio italiano pensa troppo alla difesa, i calciomondiali li vincerà la Germania»


Horst Szymaniak, uno fra i più grandi giocatori che il Catania può vantarsi di aver avuto nei tempi in cui la squadra etnea brillava fra i primi posti della classifica di serie A oggi dopo dieci anni d’assenza è tornato fra noi, non per disputare ancora una partita ma per confondersi con l’anonima massa dei turisti che viene in Sicilia a trascorrere le vacanze. Sono le diciassette e trenta e fa molto caldo nonostante ciò il rubicondo tedescone se ne sta disteso, semisepolto dalla sabbia a dormire in riva al mare in compagnia della moglie. Entrambi sono ospiti in uno dei camping della Plaja. Mi prega di aspettare qualche minuto prima di iniziare l’intervista, vuol mettersi un po’ a posto e ripulirsi dagli appiccicaticci e fastidiosi granelli che gli hanno fatto da coperta.
Dopo una quindicina di minuti eliminata la tenuta balneare, vestito di tutto punto avanza sorridente insieme alla moglie. A vederli sono l’immagine della semplicità e della gaiezza: lui alto ben piantato lei bassina e rotondetta ambedue biondi con occhi chiari, piuttosto che abbronzati direi arrossati come di solito succede alla gente del nord che fa indigestione di sole. Abbiamo scelto un luogo ombroso puntiamo ad un’intervista tranquilla ma un nugolo di amici ed ammiratori di Horst partecipano con interesse all’avvenimento. Comunque attacchiamo.


“Szymaniak: Catania nel cuore.” l'articolo di Annamaria Agosta su "Espresso Sera" (Foto: Alessandro Russo) 




«E’ vero che l’America è stata una delle ultime tappe agonistiche? Come si è trovato? Continuerà ancora a restare in attività? Quanti anni ha?»
«Ho giocato in America più di un anno nella squadra di Chicago e mi sono trovato malissimo, perché gli americano non amano il calcio. Vanno matti per il baseball, quindi si è verificato uno strano fenomeno: quando c’era una partita di calcio su otto milioni di gente si contavano soltanto tremila spettatori invece per una partita di baseball si perdeva il conto in fatto di spettatori. Adesso faccio l’allenatore in Germania, gioco soltanto per hobby. Ho trentasei anni e credo di aver messo il punto alla mia carriera di calciatore ma non smetterò mai di interessarmi di questo sport meraviglioso, anzi spesse volte mi sorprendo a pensare ai bei tempi in cui giocavo e mi viene la nostalgia. Comunque questo è il naturale approdo della carriera di un calciatore e l’accetto come si fa per tutte le cose naturali, non ho rimpianti.»

«Come mai ha scelto Catania per le sue vacanze?»
«Ho scelto Catania perché mi è sempre piaciuta dal primo giorno che sono venuto a giocare qui. Sono rimasto soltanto due anni perché poi sono passato all’Inter ma ho sbagliato avrei dovuto rimanere con il Catania dove mi trovavo meravigliosamente bene. E poi il clima che trovo qui in Germania non me lo sogno neanche, lì piove sempre ininterrottamente, e poi qui la gente è aperta, cordiale, calorosa. Debbo dire che però ho trovato le strade molto più caotiche di dieci anni addietro.»

«In una recente intervista rilasciata in America lei ha dichiarato che i ricordi più belli della sua carriera di calciatore sono legati appunto a Catania.»
«In America i calciatori non sono neanche considerati, questa è una delle prime interviste che mi viene rilasciata dopo cinque anni»

«Segue le vicende dell’attuale squadra rossazzurra?»
«In Germania ho sempre letto i giornali per seguire la classifica del Catania ed ho visto che ha fatto un continuo saliscendi fra la serie A e la serie B.»

«Quali consigli si sentirebbe di dare agli attuali giocatori etnei?»
«Consigli non so darne, per questo c’è Di Bella che è un grande allenatore, il migliore anche se Herrera tecnicamente parlando potrebbe superarlo. Ma dal punto di vista umano nessuno supera Di Bella.»

«Quali sono i ricordi più belli della sua carriera di calciatore?»
«Uno è la vittoria della nazionale tedesca sulla Svezia, vittoria con cui ci siamo qualificati per andare in Inghilterra. L’altro è il ricordo della vittoria ottenuta a Torino contro la Juventus per uno a zero. Il gol è stato segnato a cinque minuti dalla fine da Milan quasi…per sbaglio. Io giocavo contro il grande Sivori.»
A questo punto Szymaniak alza il bicchiere e beve la sua birra alla nostra salute, precisando che la birra gli piace moltissimo ed approfitta delle vacanze per berne un po’ più del solito.

“Szymaniak circondato dai tifosi del Catania (Foto: Alessandro Russo) 



«Cosa pensa dell’attuale calcio italiano, da molti considerato in crisi dopo l’esclusione della Coppa Europa?»
«Penso che il calcio italiano faccia lo stesso sbaglio di tecnica dal calcio inglese, cioè giocano sempre in difesa, mentre ritengo che la migliore tecnica è quella che si pratica nelle squadre della Germania che sono attualmente le migliori ed hanno un gioco prevalentemente d’attacco. Sette, otto anni fa la migliore difesa era quella dell’Inter con Facchetti, Burgnich, Picchi, che purtroppo è morto. Picchi era un mio caro amico.»

«Circa due mesi addietro si è disputata a Catania una partita tra le vecchie glorie rossazzurre e quelle del Siracusa. Sono venuti molti suoi vecchi compagni di squadra come Ferretti, Gaspari, Michelotti, Biagini. Avrebbe avuto piacere di rivederli ? Sarebbe venuto se l’avessero invitato?»
«Avrei partecipato senz’altro, ma purtroppo non sono stato invitato.»

«L’anno prossimo la partita verrà ripetuta contro le vecchie glorie dell’Inter o della Juventus: si prenoterebbe sin d’ora a partecipare?»
«Anche se dovrò venire da lontano lo farò con piacere.»

«Pensa come tutti che la Germania vincerà i prossimi campionati mondiali di calcio?»
«La competizione è molto difficile, ma penso che i tedeschi la spunteranno perché credo che in questo momento siano i più in forma ed i più preparati.»

«Quale giudica il più grande calciatore tedesco: Beckembauer, Netzer o Muller?»
«Il più grande calciatore è Netzer, più forte anche di Beckembauer, perché Netzer gioca a tutto campo ed anche se è molto marcato corre sempre. Il migliore giocatore italiano è Corso, sia tecnicamente che fisicamente.»

«Lei ha figli?»
«No, perché non ne ho avuto il tempo, in quanto questa professione non ci mette a disposizione molto tempo da dedicare alla famiglia.»

«Se non fosse stato calciatore che mestiere avrebbe fatto?»
«Avrei fatto senz’altro il minatore, perché in Germania ci sono le miniere di carbone e mio padre è minatore.»

«Quante partite ha giocato nella Nazionale tedesca e quanti gol ha segnato?»
«Ho giocato 43 partite, ho fatto due campionati del mondo in Svezia e Cile. In tutta la mia carriera ho segnato soltanto due gol, uno è stato su rigore, l’altro è venuto su errore del portiere.»

«Cosa consiglia ad un giovane che vorrebbe intraprendere questa carriera?»
«Se ha qualità insista perché in Italia si guadagnano molti soldi e vale la pena di tentare.»

Szymaniak conclude l’intervista dicendo che è veramente sorpreso e felice di essere riconosciuto a Catania come una volta. Non credeva che nel cuore degli sportivi rossazzurri il suo ricordo di atleta resistesse ancora. Ma i tifosi catanesi hanno buona memoria: non dimenticano i veri campioni.