Gli errori si pagano...

Moro, sempre impeccabile dal dischetto e ventesima

Moro, sempre impeccabile dal dischetto e ventesima "perla" stagionale... 

Max Licari sulla sconfitta interna contro il Catanzaro. Errori difensivi e scelte da rivedere. Ad Andria non concessi errori.

Pari forse più giusto, ma si pagano caramente clamorosi errori individuali
Alla fine, Il pareggio ci sarebbe potuto stare. E il Catania vi è andato anche vicino con Sipos, purtroppo poco reattivo a tu per tu con Branduani. Tuttavia, se si esce dal match del “Massimino”, al cospetto di un non trascendentale Catanzaro, con il rammarico di una sconfitta evitabile, lo si deve a chiari errori individuali, sempre gli stessi e tutti concentrati nel reparto arretrato, vero e proprio “tallone d’Achille” della compagine rossazzurra in questa travagliata stagione. La verità è che, se tu regali almeno due gol a partita (37 il "bottino" di palloni fin qui raccolto in fondo al sacco da Sala e Stancampiano), non puoi non ritrovarti a giocarti la salvezza, al netto (ovviamente) di tutte le clamorose “mazzate psicologiche” di natura societaria ricevute e non ancora giunte a risoluzione definitiva. I calabresi di mister Vivarini portano a casa i tre punti senza praticamente colpo ferire, facendo il minimo indispensabile, grazie a due autentici “regali” degli esterni difensivi Ropolo e Albertini, nell’ambito di una gara povera di contenuti tecnici e di emozioni, una classica “partitaccia” di questa stramaledettissima Serie C, categoria di infima qualità calcistica, da cui non sarà mai troppo presto congedarsi. Ma non sono questi i tempi, lo sappiamo. Questi sono tempi di lotta, di lacrime e di sangue, al fine di conquistare una permanenza che suonerebbe, qualora l’asta competitiva di metà febbraio consegnasse una nuova società alla nostra città, come un autentico miracolo della volontà e della determinazione di un gruppo “vero”. Diciamolo subito, anche la conduzione arbitrale si è rivelata consona al livello della categoria sopra descritto. Il signor Monaldi di Macerata riporta un pagella non superiore al tre (di stima), a seguito di ripetuti strafalcioni in fase di valutazione, nonché all’incapacità di tenere in pugno una partita nervosa, spezzettata, “dominata” dalla superiore malizia di giocatori scafati come i tre difensori centrali giallorossi, capaci (e lo diciamo con ammirazione) di condizionarne la direzione e di “asciugare” il tempo effettivo del match a non più di una ventina di minuti. Del resto, la mancata (sacrosanta) espulsione per doppio cartellino giallo di capitan Martinelli a metà ripresa pone una pietra tombale sulla gara, malgrado il Catania sia poi riuscito ad accorciare le distanze con il classico rigore di Moro, al ventesimo gol stagionale. Nessun alibi, per carità, gli errori dei difensori pesano maggiormente rispetto alle decine di piroette, condite da disumane urla di dolore, degli “esperti” senatori calabresi, ma la verità oggettiva bisogna raccontarla “in toto”, senza tralasciare nulla. Adesso, gli etnei, in vista dell’ineluttabile penalizzazione che giungerà il 15 di febbraio, dovranno lottare con le unghie e con i denti per conquistare punti utili a tirarsi fuori dalla zona playout, in cui si trovano invischiati a quota 25 in classifica. I competitor si chiamano non più Bari, Palermo o Avellino, ma Monterosi, Campobasso, Paganese, Messina e Andria. E proprio i pugliesi (sconfitti in casa dal Campobasso) ospiteranno gli uomini di Baldini mercoledì prossimo, in uno scontro diretto da far tremare le vene e polsi. Lì ci sarà da fare punti. E basta.

Un Catania poco produttivo
Questa volta, il gioco spumeggiante in fase offensiva visto in altre occasioni (il Catania, con 36 reti, ha il terzo miglior attacco della categoria) non si è visto. E non solo per merito della robusta difesa giallorossa. Contro il 3-5-2 di Vivarini, il Catania è andato a infrangersi senza poter sfruttare le fasce (Biondi e Russini neutralizzati da Bayeye e Van de Putte), né gli inserimenti centrali di Greco, considerato che il centrocampo ospite è riuscito a pressare con efficacia, grazie alla verve di Verna e Sounas (il migliore dei suoi), sebbene l’ex Maldonado abbia confermato, ancora una volta, e nel “suo” campo, evidenti difficoltà in cabina di regia. La scelta iniziale di far giocare Provenzano nel ruolo di playmaker non ha pagato. Il pur grintoso mediano palermitano non ne ha le caratteristiche, con la conseguenza che il Catania non è riuscito mai a trovare la verticalizzazione giusta per Moro. Solo corsa e sostanza (che il rientrante Rosaia non fa mai mancare), poca qualità. Fra l’altro, il solo Albertini ha cercato di sostenere l’azione di propulsione, mentre Ropolo è rimasto bloccato a far quasi da terzo centrale, facendo mancare sostegno a sinistra allo stesso Russini. Così, contro una difesa munita come quella costituita da Martinelli, Fazio e Scognamillo, era ovvio che si andasse in difficoltà. Se consideriamo che Baldini non può non aspettarsi che il Catania commetta qualche errore grave nelle retrovie, appare scontato che le possibilità di perdere contro squadre del genere, pur nell’ambito di un match equilibrato, aumentino a dismisura. E, infatti, si è perso. Dopo un primo tempo assai combattuto concluso a “reti bianche”, ma senza mai fare un tiro in porta, probabilmente ci saremmo attesi che Baldini cominciasse con un assetto in mediana diverso, assodato come la scelta iniziale non stesse funzionando. Invece, il tecnico toscano riconferma gli undici della prima frazione e, dopo un paio di minuti, accade l’inevitabile patatrac. Cross in area, Ropolo rinvia di testa al centro dell’area (cosa da non fare mai) e Biasci si ritrova la palla giusta per infilare in diagonale Sala, preferito a Stancampiano. Ingenuità enorme, ma discretamente pronosticabile. Un po’ più sorprendente è, invece, l’errore di Albertini, fino a quel punto protagonista di una prestazione sufficiente; errore che chiude il conto una decina di minuti dopo: il tentativo di dribbling del terzino destro rossazzurro in una posizione pericolosissima è inutile, Van de Putte ringrazia. Gara chiusa senza che il Catania abbia potuto fare una sostituzione. A dire il vero, Baldini tenta poi di cambiare il quadro tattico del match, ma è troppo tardi, la gara è compromessa. Dentro Sipos per Provenzano e Russotto per Russini, con passaggio al 4-4-2. Il numero 7 etneo comincia a giostrare sostanzialmente da trequartista, venendo a prendersi la palla in mezzo, in modo da fornire più qualità ai passaggi. E qualche risultato si nota. Il Catania, finalmente comincia a pressare alto e a procurarsi qualche palla interessante, fino al fattaccio. Martinelli, entrata killer su Russotto e mancato doppio giallo di un tremebondo direttore di gara. Il match finisce lì, anche se qualche minuto dopo, al 60’, il Catania accorcia con Moro, abile a trasformare un rigore concesso per fallo subito da Russotto. Finisce perché, come prevedibile, non si gioca più a calcio. È tutto un susseguirsi di manfrine, minirisse, interruzioni, cadute. Tutto l’armamentario del perfetto marpione di Serie C, insomma. Bisogna accettarlo, così come è necessario accettare che un ragazzo di vent’anni fallisca l’unica nitida occasione procuratasi dalla squadra in tutta la gara. Al 78’ Sipos non sfrutta un clamoroso errore in appoggio di Martinelli , facendosi irretire, a tu per tu con il portiere ospite, dal rientro di Scognamillo, abile a stopparne la conclusione a porta vuota. Peccato, ma ci sta. Inutile rimarcare come le ulteriori sostituzioni di Baldini, con conseguenti aggiustamenti tattici, non abbiano prodotto risultati in un contesto del genere. Né Simonetti, entrato in campo al 65’ al posto di Ropolo (con spostamento di Greco a terzino sinistro), né Cataldi (per Rosaia) e il giovane Bianco (per Biondi) riescono a incidere sul canovaccio tattico della partita. I rossazzurri non tirano più pericolosamente in porta e il Catanzaro può gioire per tre punti fondamentali in chiave rincorsa alle posizioni di testa. Massimo risultato con il minimo sforzo. Peccato.

Ad Andria non si può sbagliare
Mercoledì pomeriggio, in terra pugliese, non si potranno commettere più errori esiziali. Il risultato diviene cruciale. Bisogna fare punti per mantenere la categoria. Probabilmente, andrà in campo il nuovo arrivato Lorenzini e, forse, la giornata di lunedì, ultima di calciomercato, potrà portare qualcos’altro. Ma conterà poco. Sarà necessario tirare fuori gli attributi, fare gol e non subirne, contro un avversario avvelenato dalla gravissima sconfitta interna subito dai molisani nello scontro diretto. Ci vorrà più attenzione, dovremo vedere miglioramenti netti in questa direzione. Altrimenti, diverrà dura. Rimaniamo fiduciosi, comunque, questi ragazzi hanno le qualità per tirarsi fuori dalle difficoltà odierne. Let's go, Liotru, let's go!!!