Giuseppe Pancaro: la scheda del nuovo mister

Foto Salvatore Sorrentino – ViViCentro.it

Foto Salvatore Sorrentino – ViViCentro.it 

Conosciamo meglio il nuovo allenatore del Catania attraverso la scheda preparata da Carlo Copani.

Non era dotato di tecnica sopraffina né di un piede particolarmente educato, ma la sua grinta e la sua abnegazione hanno fatto le fortune degli allenatori che lo hanno schierato lungo la fascia, vincendo con lui in Italia ed in Europa.
In panchina niente giacca e cravatta ma una maglia e la casacca d’allenamento sopra.
Pippo Pancaro è un calabrese doc: tanto sacrificio e testa dura. Con lui si fila e non si sgarra.

L’esperienza stabiese - La prima esperienza significativa in panchina, dopo quella da vice di Marcolin a Modena nel 2012/13, la scorsa stagione alla Juve Stabia (Lega Pro, girone C).
Un girone d’andata esaltante cui seguirono una serie di risultati negativi culminati con l’esonero che arrivò a marzo, con la squadra terza in classifica. Pancaro ha lasciato a Castellammare un ottimo ricordo ma a dirla tutta il suo rapporto con la tifoseria non è stato sempre idilliaco. Anzi, è iniziato proprio con il piede sbagliato. All’inizio di ogni stagione gli ultras delle vespe hanno l’abitudine di riunirsi nello spogliatoio assieme ai giocatori per il canonico discorso di iniziazione. Una sorta di rito propiziatorio ed una occasione per cementare i rapporti e condividere gli obiettivi stagionali da perseguire.
Pancaro si oppose, rompendo una vera tradizione che si perpetuava da anni. Gli ultras non la presero bene e con alcuni mancò poco si rischiasse il contatto fisico.
Sul campo, poi, le prime uscite delle vespe non furono esaltanti (sconfitta a Catanzaro per 2-0 e pareggio interno per 1-1 contro il Matera) e già alla terza di campionato, durante il derby di Caserta, lo striscione esposto “Pancaro vattene” sembrava già aver delineato il rapporto tra il tecnico ed i tifosi.
Un gol allo scadere (Vella al minuto 86) mise tutti d’accordo e fu pace fatta. Anche in virtù dei dodici risultati utili che seguirono (14 in totale) che portano la Juve Stabia al secondo posto in classifica a soli due punti dalla capolista Salernitana. L’incantesimo si ruppe ad inizio dicembre, proprio all’Arechi, nel big match della sedicesima di campionato. I granata si imposero in rimonta per 3-2 ed a Pancaro non fu perdonato il fatto di aver cambiato modello tattico in corsa, abbandonando il 4-4-2 di partenza. Da allora la Juve Stabia iniziò a perdere smalto, anche a causa di frizioni interne allo spogliatoio generate dal cambio del modulo (Pancaro mise definitivamente da parte il 4-4-2 che aveva regalato tanti successi, in luogo del 4-2-3-1 imperniato sul trequartista Bombagi alle spalle della sola punta Di Carmine) e soprattutto causate dal progressivo allontanamento dei senatori Ripa e Caserta (oggi l’ex rossazzurro verrà presentato alla stampa come vice del tecnico stabiese Ciullo).
La goccia che fece traboccare il vaso arrivò a metà marzo, alla vigilia della trasferta contro la Lupa Roma. Alla base dell’esonero uno scontro verbale parecchio animato tra lo stesso allenatore ed il D.S. Logiudice (già nell’entourage del Catania in qualità di osservatore) che avrebbe messo piede nello spogliatoio per scambiare qualche parola con i giocatori. Una presenza indesiderata che avrebbe portato alla definitiva frattura tra Pancaro e il club gialloblù che decise di sollevarlo dall’incarico.

 Lo striscione stabiese nel derby di Caserta  (Foto Salvatore Sorrentino – ViViCentro.it)

Lo striscione stabiese nel derby di Caserta (Foto Salvatore Sorrentino – ViViCentro.it) 



La tattica – L’idea di gioco di Pancaro è indubbiamente offensiva. Il 4-4-2 utilizzato nella prima parte dell’esperienza stabiese era fatto di tanta corsa e puntava ad esaltare le qualità degli esterni, che attraverso continue sovrapposizioni riuscivano a stazionare lungo la stessa linea degli attaccanti a formare un 4-2-4 puro. Difesa alta ed applicazione costante della trappola dell’offside sono gli altri must del tecnico calabrese, accorgimenti tattici che hanno consentito alla Juve Stabia di vantare a lungo una tra le retroguardie meno perforate del torneo. Pancaro crede nella forza del gruppo (a Castellammare era solito portare a cena i giocatori a proprie spese) e concede grande visibilità ai giovani, anche in ruoli considerati chiave (la valorizzazione del portiere ventitreenne Matteo Pisseri e l’esplosione del terzino sinistro 24enne Sergio Contessa si devono essenzialmente a lui).
Meno fortunate le esperienze 4-3-3 e 4-2-3-1, che hanno regalato poco spettacolo e pochi gol.
A Catania, con ogni probabilità, Pancaro inizierà a studiare e modellare un 4-4-2 offensivo, con l’aggiunta di un uomo d’ordine e fantasia in mediana. Calciomercato permettendo.

La nuova sfida – Le ripartenze al buio, per Pancaro, non sono una novità. Lo scorso anno accettò la panchina della Juve Stabia che sembrava essere tra le squadre più accreditate per il ripescaggio in cadetteria (le fu preferito il Vicenza che fino a pochi mesi prima aveva un buco di 16 milioni di euro) e riuscì comunque a costruire un ottimo gruppo partendo da pochi senatori e tanti giovani. Una condizione che potrebbe ripetersi anche questa stagione sulla panchina etnea. Pancaro potrà certamente contare su una nutrita batteria di giovani (almeno un paio tra Di Grazia, Rossetti, Parisi, Odjer e Garufi) e qualche veterano che deciderà di rimanere in rossazzurro, ingaggio e categoria inclusi nel pacchetto.