Giampa rolo!!!

Maxi... prima palla nel sacco!

Maxi... prima palla nel sacco! 

Il commento al match del "Massimino" tra etnei e romagnoli. I temi caldi: "more solito"; Montella azzecca tutto; "pitu", solo un inizio; a Genova la "prova del 9".

Catania-Cesena 1-0


"More solito"
Come al solito, per tradurre alla spicciolata la nota espressione latina. Probabilmente il gran caldo del "Massimino", capace di arrostire a dovere i 12.000 "eroi" presenti sugli spalti del vetusto impianto, deve aver prodotto effetti oppiacei sul non eccessivametne rimpianto ex tecnico rossazzurro Marco Giampaolo, protagonista di uno scoppiettante postgara in sala stampa, improntato a un concetto del tutto stravagante, eppure insolitamente "artistico", riassumibile in una sola frase: "Il Cesena avrebbe meritato più del Catania il risultato positivo". Ora, non mi permetto di scomodare esimi personaggi della storia o della letteratura a commentare tale affermazione, taccio per esempio Cesare: "Generalmente gli uomini prestano fede volentieri a ciò che desiderano"; mi accontento di citare l'A.D. del Catania Pietro Lo Monaco: "Minchiate". Nel senso più nobile del sicilianismo ormai divenuto internazionale, naturalmente, ma pur sempre minchiatone con il botto da sagra di strapaese. Perché, altrimenti, avrei di che pensare sul mio stato mentale e, magari, dovrei rivolgermi a uno psichiatra nel più breve tempo possibile, a curare una grave disposizione alla distorsione della realtà. Ma non è così. Ho il conforto delle migliaia di appassionati sportivi che hanno visto il match. Sì, ringraziando il Cielo, è sempre la solita "giampaolata" da trasferta: Cesena=0 tiri in porta. Un qualcosa che, ahimè, conosciamo bene alle falde dell'Etna, soprattutto in merito alle gare in trasferta dei team da lui allenati. Il Cesena, in pratica, non ha giocato, e ha strameritato di perdere. Di contro, il Catania, pur non disputando la gara della vita, ma sarebbe anche pericoloso essere già "perfetti" alla seconda di campionato, ha messo in carniere 5 occasioni da rete, un rigore concesso (fallo di Parolo decisivo), due negati, nell'ambito di una sorta di match di pallavolo inscenato da Parolo e compagni. Quindi, senza remore di sorta, possiamo ascrivere al caldo africano catanese, micidiale non solo per i 22 in campo, le accensioni mistiche del buon tecnico cesenate, cui auguriamo di far meglio nelle prossime partite, specialmente in attacco, giacché non fare un tiro in porta con Eder, Mutu, Ghezzal, Martinez e Bogdani, nel campionato italiano, appare impresa da guinness dei primati.

Montella azzecca tutto
Quattro punti in due partite, zero gol subiti. Questo lo score di Montella. Merita di poter continuare a lavorare con tranquillità. Chiaramente, ancora deve trovare l'assetto definitivo, la condizione di alcuni elementi portanti deve crescere, l'assemblaggio del gioco deve essere rifinito, ma un idea c'è. E l'idea non è "giampaoliana". E' un idea improntata al gioco, al possesso palla, pur nell'ambito di equilibri importanti. E, mi sembra che, per una compagine come quella etnea, questa possa ritenersi una giusta filosofia di base. Oggi, l'aeroplanino ha azzeccato tutto, per giunta sfidando le "ire" di un intero stadio in occasione della prima, forzata sostituzione. Riassumiamo. Ha preso atto della scarsa condizione di Capuano, disastroso con il Siena, inserendo Alvarez, non certo scintillante, ma in ogni caso "umano"; non potendo schierare Almiron, spazio a Lodi; Sciacca dentro per gli equilibri al posto di Ricchiuti; fuori Lanzafame e, con grande personalità, dentro il controverso Barrientos, attesissimo da tutta la tifoseria catanese. Il tutto, nell'ambito del "triplo match" continuato, dato che il Catania in una settimana deve affrontare Cesena, Genoa e Juve. Tuttavia, il capolavoro vero è Delvecchio, messo dentro al posto di uno Sciacca colpito premauramente da un colpo di calore. Contro tutto e tutti. Io, al momento della sostituzione, ho pensato: "E' pazzo". Sbagliavo, perché il campo, unico giudice, gli ha dato ragione. Insieme a un Ciccio Lodi ispirato in regia, Gennarone si è rivelato il migliore in campo. Su di lui il fallo di Parolo in occasione del rigore decisivo siglato das Maxi Lopez, sue le due-tre occasioni più clamorose sotto porta, non concretizzate per un soffio. Un riscatto sorprendente. E' parso il Delvecchio dei bei tempi, duro in mezzo e fantastico negli inserimenti aerei, nei quali è risultato immarcabile. Tanto che lo hanno stoppato solo di mano... E' stato molto onesto, Gennaro, in sede di intervista postpartita: "Negli ultimi due anni non sono stato io, adesso sto meglio". La speranza è che continui su questa strada. Contro un Cesena di questa (scarsa) portata è bastato lui, è bastato Lodi, è bastato un Maxi volenteroso, è bastato un Biagianti vivace in fatto di corsa. A proposito, proprio il capitano può considerarsi il miglior acquisto stagionale. Corre per tutti, ci mette personalità, talora si inserisce con una certa personalità. Contro una mediana composta da buoni giocatori come Parolo, Guana e e Candreva, ha fatto un figurone. Nell'ambito di un team improntato ai piedi buoni dei Lodi, degli Almiron, dei Barrientos, dei Gomez, un mediano come lui diventa di cruciale rilevanza. Ha fatto bene anche la difesa. Diligenti i laterali Potenza e Alvarez, sicuri Bellusci e Spolli. Doveva essere il punto debole, per adesso regge alla grande. Però, attendiamo prove più importanti, a cominciare dal prossimo turno infrasettimanale del "Ferraris". In pratica, a parte le due occasioni concesse al Siena a inizio prima gara, i difensori hanno trascorso un paio d'ore di assoluta tranquillità, dato che sia i toscani, sia i romagnoli non hanno mai tirato in porta. Nel senso letterale del termine, non tanto per dire.

"Pitu", solo un inizio
Era l'osservato speciale. Il più atteso. Ebbene, ha confermato pregi e difetti della sua, ormai lunga, esperienza catanese. Delizioso quando tocca palla, di scarsa sostanza atletica quando non in possesso della preziosa sfera. Giudico la sua prova incoraggiante, volitiva, condizionata da mille alibi, primo fra tutti la mancanza di ritmo partita. Però, questo deve considerarsi solo un inizio; deve fare meglio Barrientos. Anche se, una considerazione tattica del tutto personale vorrei proporla. Non mi pare questa, così defilata sulla fascia destra, la posizione giusta per l'argentino. Rimane troppo fuori dal vivo del gioco. La sua posizione, tuttavia, non pare contemplata dal 4-3-3 di Montella: trequartista dietro le punte. Comunque, un campione deve sapersi adattare a tutto. E, se il "pitu" lo è, deve battere un colpo anche giocando in un ruolo non particolarmente gradito.

A Genova la "prova del 9"
E' troppo presto per trarre conclusioni definitive, nel bene o nel male. Mi permetto di far notare una cosa. La campagna acquisti "corposa" in fatto di esperienza e qualità è stata proposta dalla società etnea al fine di colmare la lacuna più vistosa evidenziata dal Catania in questi suoi primi anni di Serie A: la carenza di personalità in trasferta. Almiron, Legrottaglie, Suazo significano questo. Probabilmente l'ex barese è stato preservato per Genova, per esempio. Adesso, proprio adesso è giunto il momento di far vedere se la strada intrapresa è giusta. Il Genoa ha gli stessi punti del Catania e proviene dalla gran vittoria di Roma contro la LAzio, firmata Palacio-Kucka. La squadra di Malesani possiede in organico grandi campioni in quasi ogni reparto e, certamente, metterà sotto pressione la retroguardia catanese. Vedremo se i rossazzurri saranno in grado di giocarsela a viso aperto anche in un campo così difficile. Personalmente, sono molto curioso, mi attendo risposte concrete. Per adesso, posso solo lanciare il mio solito grido: "Let's go, Liotru, let's go!!!