Gasparin: "Il tempo è stato giudice inesorabile"

Un momento dell'interazione di Gasparin sul

Un momento dell'interazione di Gasparin sul "Muro". 

Ripercorriamo i passaggi più interessanti dell’interazione tra i tifosi e l’ex ad del Catania sul “Muro dei Tifosi”.

La comunità appartenente allo storico “Muro dei tifosi” di CalcioCatania.com, grazie alla solita impeccabile “regia” del moderatore Alfio Lombardo e all’impegno di tutta la redazione, si è fregiata della presenza dell’ex amministratore delegato del Catania Sergio Gasparin, personaggio particolarmente apprezzato alle falde dell’Etna non soltanto per il prestigioso traguardo sportivo (record di punti in massima serie) conseguito sotto la sua gestione, ma anche per la signorilità che l’ha sempre contraddistinto. Sentimenti di stima ed affetto peraltro ricambiati dallo stesso dirigente, che nei saluti di rito non ha mancato di sottolineare quanto sia ancora legato all’ambiente etneo.

”Catania non temeva confronti con le società del Nord”
L’interazione tra i tifosi e Gasparin ha permesso di ripercorrere diverse tappe della storia recente del Catania. Prendendo spunto dalla domanda di un utente che chiedeva quali fossero le differenze sostanziali tra il Nord e il Sud nella gestione di una società, l’ex ad ha sottolineato che ”per molti anni, anche prima del mio arrivo, Catania aveva tutto per esser rapportata ad una società del Nord, con in aggiunta il calore e la passione che si "respira" nella città dell'elefante. Magari al Nord vi è un maggior equilibrio nel vivere i momenti belli e quelli brutti”.

Gli obiettivi chiesti a Gasparin. Udinese il “modello” da seguire
Pronti-via e tra le prime domande viene chiesto al dirigente veneto quali fossero i programmi della società al momento del suo insediamento. Puntuale la risposta: ”1) Raggiungere la permanenza in serie A; 2)Mantenere un equilibrio economico; 3)Investire su giocatori di prospettiva”. In merito a quest’ultimo profilo Gasparin sottolinea che la fascia d’età dei sei giocatori acquistati durante la sua gestione era compresa tra i 20 e i 24 (Frison l’acquisto più “vecchio”). L’Europa era considerata una chimera o avrebbe potuto essere raggiunta? Così risponde l’ex direttore: ”Ritengo che una realtà societaria come quella del Catania dovesse puntare ad un progetto complessivo di permanenza nella massima serie, di equilibrio gestionale sotto l'aspetto economico, d'investimento nell'attività di scouting e nella continuità di risultati. Se vogliamo citare un esempio: credo che il progetto "Udinese" sia un riferimento preciso per tutte le società italiane. La componente basilare è: Competenza!”

La gestione della stagione 2012/13, mercato compreso, è farina del sacco di Gasparin
Come ben sappiamo, Gasparin raccolse la pesante eredità lasciata dal predecessore Lo Monaco, al quale in molti continuarono ad attribuire i meriti dei traguardi successivamente raggiunti dal club etneo. Sotto il profilo strettamente legato alla gestione del calciomercato, tuttavia, l’ad della stagione 2012/13 rivendica il proprio ruolo: ”Sia Castro che Rolin sono state due operazioni avviate, condotte e concluse nel corso della mia permanenza a Catania. Rolin venne acquisito dopo essere stato visionato con il Nacional e nel corso della sua partecipazione con la Nazionale Olimpica dell'Uruguay di cui era titolare fisso. Ricordo che all'arrivo a Catania aveva 23 anni e firmò un contratto a cifre molto basse che compensava l'importo di acquisto (facendo rientrare il costo complessivo nei nostri parametri). Il giocatore a Catania ebbe alcuni problemi fisici che ne limitarono il rendimento”.

Marchese non rinnovò? Ecco spiegato il motivo…
Tra le “grane” affrontate durante la gestione Gasparin, in qualche modo legate alla gestione precedente, rientrarono indubbiamente i “casi” Marchese e Barrientos: ”Marchese e Barrientos erano due giocatori che erano stati lasciati (dalla precedente gestione, NdR) a scadenza di contratto al 30 giugno 2013. Quando un giocatore è all'ultimo anno di contratto e si può liberare a "costo zero" (con evidenti vantaggi economici per il giocatore e per l'agente) è evidente che il potere contrattuale della società è bassissimo. Nel caso di Barrientos trovammo con l'agente del calciatore una soluzione favorevole; per Marchese invece non fu, purtroppo, possibile perché venne rifiutata dall'agente (Davide Lippi) ogni nostra offerta”.

I momenti più belli, e le ultime scelte della gestione
Tra le domande poste a Gasparin non può mancare quella legata alle partite che hanno lasciato il segno nei ricordi del direttore, che “sceglie” la vittoria con la Sampdoria (in virtù della precedente esperienza blucerchiata, che non si era conclusa nel migliore dei modi) e l’ultima in casa, contro il Pescara, proprio perché si trattava della partita “d’addio”. Prima di lasciare Catania il dirigente è chiamato a gestire delle situazioni contrattuali e/o di mercato ed opera delle scelte che verranno in seguito sconfessate dal “nuovo corso”. Al riguardo Gasparin si spiega così: ”Almiron venne lasciato a scadenza perché non vi erano le condizioni complessive per andare al rinnovo di contratto, ovviamente non so perché (dopo la mia partenza) gli venne fatto sottoscrivere un contratto biennale. Per la cessione di Gomez erano iniziati dei "discorsi", ma nulla di concreto. Ntep (potenziale sostituito del “Papu”, come suggerito da Alessandro Vagliasindi, intervenuto sul muro) è stato un giocatore seguito a lungo e visionato positivamente più volte direttamente in Francia. Vi era una trattativa molto avviata”. Trattativa che poi non ha avuto seguito…

Il motivo dell’addio sta nella proposta di ridimensionamento del ruolo occupato
Il passaggio indubbiamente più “caldo” è quello riguardante i motivi che portarono alla conclusione del rapporto professionale con l’ex presidente Pulvirenti. Al riguardo Gasparin è chiarissimo: ”Quando fra ad di una società e proprietà vi sono visioni completamente differenti sulla gestione della stessa, ed il presidente ha il desiderio di assumere un ruolo operativo, non resta che la separazione. Mi venne chiesto di rimanere con competenze parzialmente diverse, ma ero venuto a Catania per un certo tipo di progetto e di ruolo e quindi considerando che "non vi è miglior modo di essere Uomo che quello di essere libero" ho deciso di lasciare!” Gli utenti del muro cercano a più riprese di indurre l’ex ad a esprimere dei giudizi in merito e togliersi dei sassolini dalle scarpe, ma Gasparin dribbla col garbo che lo contraddistingue, non senza lasciar trasparire il rammarico per quel che avrebbe potuto essere e non è stato: ”Non sono la persona a cui chiedere "perché cambiare"? Io non provo rancore, non ha mai fatto parte del mio modo di essere, ma un enorme amarezza per quello che poteva essere e si è invece voluto interrompere. Il "sassolino" in realtà sarebbe "un macigno", ma fa parte della riservatezza. Mi capisca...”.

Alla fine, Gasparin si lascia andare: “il tempo si è inesorabilmente espresso”
All’ennesima domanda in merito, tuttavia, il dirigente si lascia un po’ andare, anche se, come sempre, con moderazione: ”Quando lasciai Catania dissi in conferenza stampa che "Non sono d'accordo con la strategia del Presidente. Vi sarà un giudice insindacabile e severo che esprimerà torti e ragioni: il tempo!” Ecco il giudice "Tempo" si è inesorabilmente espresso, e mi sembra che non lasci spazio ad equivoci e/o interpretazioni . La frase "specchiarsi su se stesso" (pronunciata in seguito da Pulvirenti quando gli furono chiesti i motivi della “separazione”) credo sia stata solo...un'uscita infelice!”. Al contempo Gasparin chiarisce che da allora non ha più avuto occasione di sentire e/o incontrare Pulvirenti.

Con Cosentino ottimi rapporti, non è stato lui a determinare la separazione
Tra le cause del “divorzio” con la società, viene seccamente smentita quella di un presunto cattivo rapporto con Pablo Cosentino: "Il mio rapporto con Cosentino era eccellente! Lo conoscevo ben prima del mio arrivo a Catania. Si era sempre e solo occupato dell'attività di agente/intermediario nei rapporti fra società e giocatori, e lo faceva con competenza e puntualità! Cosentino all'inizio non era il mio "sostituto", ed infatti venne nominato ad solo dopo un anno dalla mia partenza. Sapevo che sarebbe entrato in società (ma tengo a ribadire che Cosentino non è stato il problema che ha determinato il mio abbandono)”. Gasparin si affretta a chiarire anche che al momento dell’avvicendamento la situazione economica della società era eccellente.

Ciò che è mancato al Catania è stato un ad capace di gestire le risorse e i rapporti con le componenti
Con l’ingresso di Cosentino in società cominciano i “guai” del Catania. Sulle relative cause il suo predecessore ha esternato a più riprese la propria interpretazione, che riprende con puntualità sul muro: ”Nel giudizio sull'operato di un direttore generale di una società i tifosi in genere, e spesso anche gli operatori del mondo dell'informazione, fanno riferimento all'acquisto e/o alla cessione di un giocatore. Questa è invece la parte nettamente più facile/agevole del lavoro. La parte più difficile e complicata è la gestione delle risorse umane, la mediazione dei conflitti, l'operatività del giorno dopo giorno, la gestione dello spogliatoio, dei rapporti fra tutte le componenti. Questo fa la differenza ed io credo che a Catania questo sia stato "il problema"!!”

Gasparin non si sbilancia su Bonanno e le necessità di mercato attuali
Si arriva alle tematiche attuali. A Gasparin viene chiesto un giudizio su Pippo Bonanno, attuale dg etneo: ”E’ sempre stato in società l'uomo di raccordo fra spogliatoio e direzione. E l'ha fatto con grande positività. Non sono in grado di esprimere valutazioni nel ruolo di dir. generale”. Il dirigente non si sbilancia neanche sui rinforzi di cui il Catania ha bisogno: ”Le risorse necessarie al Catania in questo momento sono quelle che lo staff tecnico del Catania attuale ritiene giuste! Non ho mai visto il Catania quest'anno, non conosco la Lega Pro del girone Sud. Sarei solo un "presuntuoso" se volessi dare indicazioni e ho tanti altri difetti ma non certo quello della presunzione!”

Chi arriva deve avere passione e competenza. Gasparin esclude un ritorno
Inevitabili le domande sul possibile cambio di proprietà, altrettanto precise le risposte dell’ex ad: ”Non conosco il Gruppo Villar e non sono nemmeno in grado di rispondere relativamente alla forza economica attuale di Pulvirenti. La splendida struttura di "Torre del Grifo" ha costi molto importanti, che richiedono ricavi "proporzionali" da parte della società Calcio Catania. E' evidente che una partecipazione al campionato di Lega Pro non è in grado di garantire "ricavi" e conseguentemente è indispensabile l'apporto di risorse finanziarie da parte della proprietà.
La persona che deve arrivare a Catania deve essere un "innamorato"! Innamorato del suo lavoro, delle sfide, di "vivere" la città e la gente. Competente e fermo nelle sue convinzioni con una grande capacità di gestione.
Credo che il Calcio Catania possa suscitare l'interesse del mondo imprenditoriale se riesce a trasferire un concetto di "programma"! Indubbiamente la situazione congiunturale oggi è molto difficile e conseguentemente anche l'avvicinamento dell'imprenditoria ma...il mondo del calcio ha un fascino ed un ritorno d'immagine come nessun'altra attività nel nostro paese”.

E se fosse proprio Sergio Gasparin l’uomo giusto da cui poter ripartire? La risposta del dirigente è negativa: ”Premesso che a Catania sono stato benissimo e che non ho mai ricevuto nessuna richiesta in tal senso; non ritengo ci siano le condizioni”.

Tra un passaggio e l’altro, ecco la “benedizione” per Argurio, ds del Messina
In punta di piedi, tra una domanda e l’altra, si inserisce anche un tifoso del Messina. Gasparin ha lavorato anche nella società peloritana e conosce molto bene l’attuale direttore sportivo giallorosso Christian Argurio. Non può che essere precisa e puntuale anche la risposta fornita in merito: ”Grazie per le attestazioni di stima da Messina! Anche li s'interruppe un progetto, anche se per ragioni completamente diverse da Catania. In riferimento ad Argurio: ha lavorato con me a Messina, Udine, Catania con laboriosità e competenza. Ad Udine e Catania s'è occupato dell'attività di scouting positivamente e ritengo abbia accumulato esperienze molto importanti, in grado di esser preziose per il Messina”.