Foggia-Catania: sfoggiare l'abito migliore

Il centrocampista rossazzurro Andrea Mazzarani

Il centrocampista rossazzurro Andrea Mazzarani 

La presentazione della gara tra pugliesi ed etnei, in programma domenica 6 novembre alle ore 16.30

SENZA PAURA
Nel menù della dodicesima giornata del Girone C della Lega Pro spicca la sfida dello stadio “Pino Zaccheria” tra due delle tante nobili decadute presenti nel raggruppamento meridionale: il Foggia di Giovannino Stroppa e il Catania di Pino Rigoli. Una sfida, ricca di blasone e storia, tra due compagini che si daranno battaglia per conquistare tre punti fondamentali per alimentare le rispettive ambizioni: i rossoneri per riconquistare la vetta (al momento di proprietà della Juve Stabia), i rossazzurri per continuare la scalata verso zone più consone alla qualità del proprio organico.

Nonostante il divario in classifica (+13 per i pugliesi, +6 senza tener conto della penalizzazione che grava sull’Elefante) il confronto dello “Zaccheria” si presenta come un match equilibrato che potrebbe regalare qualsiasi tipo di risultato. Proprio così, perché il Foggia, pur essendo una delle squadre più attrezzate della categoria, non è sembra essere tecnicamente superiore al Catania. L’unico elemento in grado di far la differenza, al momento, la maggior convinzione dei satanelli dei propri mezzi, aspetto che i rossazzurri non hanno ancora compreso del tutto.

La sciagurata sconfitta di Messina, oltre che a precludere la corsa verso la Coppa Italia (e soprattutto verso una qualificazione diretta alla seconda fase dei play-off), ha lasciato interdetti tifosi ed addetti ai lavori, increduli nel vedere una prestazione senza mordente e con poca convinzione. Un atteggiamento da censurare che a Foggia non si può e non si deve ripetere, perché se così fosse bisognerebbe procurarsi un pallottoliere.

Per evitare di uscire con le ossa rotte dalla trasferta pugliese, così come avvenuto nella scorsa stagione (rotondo 3-0 per i rossonerdi di De Zerbi), occorre una prestazione gagliarda e coraggiosa, senza emulare la catenacciara gara di Matera, perché le ciambelle non sempre riescono col buco.