Finalmente è finito il mercato

Bellusci e Legrottaglie durante la gara d'andata...

Bellusci e Legrottaglie durante la gara d'andata... 

L'editoriale di Max Licari fa il punto sul mercato appena concluso e si proietta verso la difficile ma stimolante sfida del "San Paolo" di sabato sera. Da sorbire come un buon caffè.

Ritorno al calcio...
Finalmente. Il calciomercato si è concluso e, pacificamente, possiamo tornare a disquisire unicamente delle vicende di campo. In questi ultimi giorni ne ho sentite di tutti i colori, dai nomi più fantasiosi, alle “strategie” più sofisticate, che nemmeno la NASA articolerebbe per lo sbarco su Marte! La realtà, alla fine, è sempre e soltanto quella, in linea con la “tradizione” della società capitanata dal presidente Pulvirenti fin dagli albori della sua gestione: equilibrio, attinenza agli obiettivi, assoluta renitenza al proporre passi più lunghi rispetto alle esigenze del momento. Le operazioni di mercato portate avanti rispettano questi principi. Qualcosa in uscita, e a proposito l’operazione Paglialunga all’Hercules potrebbe avere un certo senso, considerato che è un buon giocatore e abbisogna solo di minuti nelle gambe; qualcosa in entrata, lavorando in prospettiva. Il centrale slovacco Gyomber a giugno, quando Legrottaglie sarà a scadenza e Spolli, chissà, potrebbe anche costituire un’importante plusvalenza (con la “sicurezza” Rolin e Bellusci lì a far da chioccia); l’albanese Cani (pronuncia Czani) per il presente a sostituire Morimoto, con la speranza che dimostri di poter meritare la conferma. A giugno si vedrà. Il vero “plus” di mercato è, quindi, aver mantenuto tutta, tutta, tutta l’intelaiatura della squadra che, attualmente, occupa il settimo posto in classifica a 35 punti. I “big”, da Spolli a Lodi, da Almiron a Gomez sono rimasti lì, a lottare per i colori rossazzurri. Non uno sforzo da poco per una società che per prima cosa deve tener d’occhio i bilanci... Resistere a Inter e Milan, per esempio, dire no anche alle più o meno legittime ambizioni di alcuni giocatori, non è che sia cosa da nulla... Unico neo, a mio avviso, la “querelle” Marchese. Speravamo che non finisse così, ma il giocatore ha deciso di seguire il proprio procuratore. Trovando un muro. Un muro colorato di rossazzurro. Un muro fatto di tanti mattoncini chiamati “questione di principio”. A fine stagione andrà a giocare a Genova, in A o in B non si sa; per adesso rimane a Catania a mangiare granite ad Acitrezza, come qualche suo predecessore. A meno che non decida altrimenti... Peccato, Giovanni poteva diventare una leggenda rossazzurra. È siciliano, è sposato con una catanese, è stato adottato dalla nostra città, con il Catania a poco a poco è riuscito, da Carneade fischiato a ogni passaggio sbagliato, a imporsi (grazie alle sue innegabili qualità) come uno dei migliori esterni mancini della A; poteva diventare uno di quei giocatori simbolo, un capitano di lungo corso di cui i nostri nipotini avrebbero sentito parlare fra vent’anni. Peccato. Qualcuno potrebbe chiosare che, a questo punto, a sinistra il Catania si è indebolito. Io rispondo di sì. È indubbio. Ciro Capuano non può offrire le stesse garanzie di un elemento che in un due anni avrà sbagliato un paio di partite al massimo. Però, il mercato di riparazione di gennaio, periodo in cui è difficilissimo poter prendere un “titolare” in grado di sostituirlo degnamente, con il Catania a -5 (con 16 partite rimanenti) dal raggiungimento pieno dell’unico obiettivo stagionale dichiarato, non è il momento giusto per poter strutturare un’operazione del genere. Al massimo si poteva articolare una strategia di prospettiva, prendendo un ragazzo dalla B, si erano fatti i nomi di Daprelà, Grillo o Dianda, ma evidentemente non si sono verificate le condizioni giuste per chiudere una eventuale trattativa similare. In conclusione, stiamo calmi e facciamo lavorare Maran e i giocatori, fra l’altro reduci da tre vittorie consecutive...

Paradosso “Massimino”
Piuttosto, invece che proporre lamentazioni funebri per il mancato arrivo di questo o quel “crack”, bisognerebbe trovare il modo di “convincere” la città a una partecipazione più nutrita durante le partite del Catania al “Massimino”. Lo so, servirebbe uno stadio nuovo, perché quello attuale, seppur glorioso, appare mostruosamente inadeguato alle rinnovate esigenze di una piazza finalmente da Serie A a tutti gli effetti. Ma per adesso non c'è, malgrado la ferma volontà del presidente Pulvirenti di realizzarlo al più presto. E non sarà possibile costruirlo fin quando la malaugurata nostra classe politica non si deciderà a varare la sospirata legge sui nuovi stadi. Tuttavia, pensate all’incredibile paradosso che stiamo vivendo. Mai mi stancherò di rodermi il fegato, da appassionato di Storia. Un'occasione appunto "storica" che ci stiamo facendo scivolare maldestramente dalle mani. È il miglior Catania di tutti i tempi, sia in fatto di risultati, sia in fatto di qualità dei giocatori, sia in fatto di gioco. E lo stadio è quasi sempre semivuoto... Si riempie solo quando si gioca con Juve, Milan e Inter, cioè con le squadre per cui tifa la maggioranza dei catanesi! Uno smacco spaventoso per i veri tifosi del Catania, quelli in cui alberga “una sola passione nel cuore”. Chiederei a tutti coloro i quali si riconoscono in questa definizione, e che naturalmente sono in grado economicamente di poter affrontare la situazione, di far di tutto per non darla vinta alla “maggioranza strisciata” (o strisciante...): andate allo stadio, sostenete questo progetto perché sono sicuro che non ve ne pentirete.

A Napoli per divertirci
Sabato sera saremo di scena al “San Paolo” contro gli azzurri di Mazzarri, secondi in classifica e in piena corsa per lo scudetto. Il Napoli, fra l’altro, parrebbe essersi rafforzato nel mercato di gennaio, avendo acquisito un centrale difensivo di valore come Rolando, un ottimo esterno mancino da 3-5-2 come Armero, il centrocampista Radosevic e il “vecchio lupo” Calaiò. Una partita difficilissima, contro una squadra lanciata. Ma il Catania proviene, come detto, da tre vittorie consecutive. Quindi, anche il Napoli, come attesta lo stesso allenatore ex acese, deve temerci. Andiamo lì senza paura, tranquilli, con il solo obiettivo di fare la nostra partita e di divertirci giocando. È sicuramente il modo giusto per affrontare una gara del genere. Le qualità per mettere in difficoltà i partenopei le abbiamo, soprattutto nelle ripartenze dei vari Gomez, Barrientos, Izco e Bergessio. Recuperiamo lo stesso “lavandina”, Lodi, Rolin, Almiron. Tanta roba. Peccato che Castro (la sua forza nel contropiede avrebbe fatto comodo) e Alvarez siano squalificati, ma questa squadra ha dimostrato di saper affrontare l’emergenza (vedasi Lodi) nel modo migliore. Fiducia. Let’s go, Liotru, let’s go!!!