Fidelis Andria-Catania 0-0: Rodaggio da completare

Calil e Silva, passo indietro.

Calil e Silva, passo indietro. 

Per il Catania passo indietro sotto il profilo del gioco, difesa da incubo, ma "ai punti" il pareggio è giusto.

I più ottimisti, all’indomani dell’ottima prova offerta da Calil e compagni alla prima di campionato contro la Juve Stabia, auspicavano una vittoria allo Stadio “degli Ulivi” per azzerare immediatamente il provvisorio -6 col quale il Catania ha iniziato la stagione. Di punto, alla fine, ne è arrivato uno. “Troppa grazia Sant’Antonio”, se la prospettiva dalla quale osserviamo il match è quella dei miracoli di Pisseri, su tutti l’intervento in uscita su Mancino al 55°; se invece ripensiamo con amarezza al palo preso da Biagianti a due minuti dalla fine, o al rigore netto negato agli etnei per un intervento irregolare di Cilli in uscita su Paolucci, forse questo punto potrebbe anche stare stretto alla formazione di Rigoli. Ma ecco che per chiudere il cerchio ci vengono in soccorso gli svarioni della difesa del Catania ed il palo centrato da Fall sul ribaltamento di fronte successivo al palo del capitano rossazzurro: al netto di ogni possibile recriminazione da ambo le parti, nel complesso il pareggio ci sembra il giusto epilogo di un match parecchio strano, molto intenso dall’inizio alla fine, che però si è acceso solo a tratti.

Drausio e l’incubo verticalizzazioni; al “degli Ulivi” si fatica a macinare gioco
Squadra che vince non si cambia: Pino Rigoli conferma modulo e interpreti scesi in campo contro la Juve Stabia. Conferma il proprio credo tattico anche Favarin, che a differenza del collega è reduce da una sconfitta che è tuttavia giunta al termine di un match, quello disputato contro il Foggia di Stroppa, in cui i federiciani hanno ben impressionato e forse pagato fin troppo l’espulsione di Allegrini. Pronti-via la propensione al gioco offensivo e in particolar modo ai tagli in verticale messa in mostra dalla squadra di casa mette in ambasce la difesa etnea, che vede in Drausio il proprio punto debole, capace di concedere troppo spazio ed occasioni a Cianci e compagni. Il Catania è troppo “ballerino” dietro e a differenza di quanto visto tra le mura amiche non riesce a sfruttare il posizionamento di Calil sulla trequarti per garantire il necessario collegamento tra mediana e attacco. Anche Silva, uno dei più positivi contro i campani, non brilla e servono le sgroppate del solito Russotto per impensierire l’estremo difensore avversario Cilli.

Errori arbitrali, cambi tattici e legni non cambiano la sostanza
Il copione del primo tempo si ripete per certi versi anche nella ripresa: il Catania continua a collezionare buchi inquietanti in difesa e serve un Pisseri in stato di grazia per evitare che si tramutino in gol della Fidelis, mentre dal centrocampo in sù si fatica a costruire occasioni da gol. Rigoli prova a scuotere i suoi inserendo un giocatore dinamico come Fornito, che però finirà col capirci poco nel “ring” del “degli Ulivi”, in cui il terreno di gioco irregolare, unito al nervosismo di parecchi giocatori che ricorrono troppo spesso ad interventi duri e provocazioni, finiscono con l’impedire lo sviluppo di trame di gioco degne di questo nome. In un contesto del genere se Luciano fischiasse il rigore per il fatto di Cilli in uscita su Paolucci, la partita potrebbe cambiare decisamente volto. Ma ciò non succede e allora provano i tecnici a farla svoltare: Favarin nel giro di 5’ fa entrare Fall e Cruz, passando al 4-2-4; Rigoli passa al 4-3-3 togliendo uno spento Calil per far posto a Piscitella e negli ultimi dieci minuti dà fiducia a Barisic, inserito al posto di Russotto. Ne segue la “baraonda” finale, in cui nel giro di un minuto entrambe le squadre prendono un palo (rispettivamente con Biagianti e Fall) e nel quale sale in cattedra ancora Pisseri che respinge il tiro al volo a botta sicura di Mancino.

Troppo presto per rivedere il progetto; col Fondi annullare la penalizzazione
Sarebbe troppo facile sostenere adesso che il 4-3-1-2, tanto convincente nelle uscite casalinghe con Akragas e Juve Stabia, sia da accantonare in trasferta. Lontano dalle mura amiche servono più grinta e più rapidità, è vero, com’è altrettanto vero che Calil e Paolucci non possono garantire tali prerogative, ma proprio il n°9 ha dimostrato che anche in partite apparentemente segnate basta un guizzo per cambiarne le sorti. Ragion per cui, anche per esigenze di rodaggio, il modulo può essere mantenuto, ma va protetto con un’organizzazione difensiva di tutt’altro livello, giacché quella odierna è stata piuttosto imbarazzante. Non tutte le domeniche Pisseri potrà salvare baracca e burattini: nell’attesa che Drausio si ambienti urge recuperare Bergamelli, un giocatore in grado di guidare l’intero reparto infondendogli la necessaria sicurezza. E chissà che il difensore non possa essere pronto già per domenica prossima, quando sbarcherà al “Massimino” il Fondi, squadra laziale ripescata dalla Serie D che vanta tra le proprie fila gli ex Bombagi e Calderini (quest’ultimo salterà il match per squalifica). I fondani, dopo l’ottimo 3-1 rifilato alla Reggina una settimana fa, hanno perso 1-0 sul campo della Vibonese. Per il Catania, che davanti ai propri tifosi ha superato una compagine di rilievo come la Juve Stabia (che si è subito rifatta battendo 4-0 il Melfi), la squadra di proprietà dell’Unicusano non potrebbe e dovrebbe certo rappresentare un ostacolo preoccupante. Ma gli inizi di stagione, si sa, sono spesso imprevedibili, per le incognite legate alle differenti preparazioni ed allo stato embrionale dei diversi progetti tecnici. E’ dunque vietato abbassare la guardia ed occorre sfruttare l’occasione per rimuovere definitivamente il problema penalizzazione.