Esposito a CC.COM: ''Piansi quando lasciai Catania. Sabato attenzione a Ricci e Volpe''

In piedi da dx: Esposito, Bifera, Cicchetti, Passiatore, Di Dio, Marziano, Angelo Russo, accosciati da dx Brutto, Di Julio, Lugnan, Monaco e Tarantino

In piedi da dx: Esposito, Bifera, Cicchetti, Passiatore, Di Dio, Marziano, Angelo Russo, accosciati da dx Brutto, Di Julio, Lugnan, Monaco e Tarantino 

Le parole di Raffaele Esposito, doppio ex di Catania e Potenza, rilasciate al nostro Massimiliano Giliberto.

Sabato pomeriggio il Catania affronterà il Potenza e per discutere della gara contro i lucani, la nostra redazione ha contattato telefonicamente Raffaele Esposito, doppio ex della gara in quanto ex calciatore rossazzurro nella stagione 1998-1999 ed ex collaboratore tecnico del Potenza dello scorso anno.

Mister Esposito, la sua carriera da allenatore sta vivendo un momento importante sulla panchina del Termoli. Ci racconta come sta andando?

Siamo primi in classifica nel girone A del campionato di Eccellenza con 4 punti di vantaggio sull’Olympia Agnonese ma, posso dirlo senza ipocrisia, che mi sto davvero divertendo tanto perché alleno un gruppo di giovani (età media 20anni) che mi segue e mi da tante soddisfazioni. In passato, quando ho allenato a Caserta, mi sono trovato a gestire giocatori del calibro di Floro Flores o Castaldo ma non ho provato le stesse belle sensazioni che mi stanno dando questi ragazzi. Eravamo partiti per disputare un campionato di transizione per poi puntare alla promozione il prossimo anno ed invece stiamo bruciando le tappe./i>

Stagione 1998-1999, il diciannovenne Esposito arriva a Catania dal Padova. Che ricordi hai di quella esperienza ai piedi dell’Etna?

Ti dico la verità, pur essendo napoletano, l’idea di trasferirmi dal Veneto al Sud inizialmente non mi entusiasmava particolarmente. Poi il mio procuratore Martorelli mi fece parlare con Beppe Bergomi, suo assistito, che mi disse: “Tu devi andare a Catania, lì fanno 20mila spettatori a partita”. Così accettai e quando arrivai in città, in compagnia di Gennaro Monaco, mi sembrava di essere a casa mia. Il calore e l’entusiasmo della gente era qualcosa di indescrivibile e mi innamorai subito della città. Ricordo che tutta la gente ci chiedeva di battere nel derby l’Atletico Catania e quel goal che realizzai proprio contro di loro in Coppa Italia mi diede una notorietà incredibile. Quando a fine anno il Padova, il cui dirigente allora era Gianni Di Marzio, non accettò la richiesta del Catania di riscattarmi, piansi perché non volevo lasciare la maglia rossazzurra.

Con il Potenza, invece, una doppia esperienza prima nel 2016 e poi lo scorso anno. Cosa ci dice della piazza lucana?

Nella prima esperienza mi dimisi dalla carica di allenatore prima di iniziare il campionato perché la proprietà di allora (non c’era ancora il Presidente Caiata) non fu in grado di allestire una squadra rispettabile e così, per evitare di bruciarmi alla prima esperienza da allenatore, decisi di lasciare. Poi tornai lo scorso anno, chiamato dal mister Ezio Capuano per ricoprire il ruolo da Match Analyst, perché comunque Potenza è una città in cui si vive di calcio e la presenza di una persona come Caiata dava maggiore garanzia. Il Presidente è davvero una gran bella persona che difende sempre i suoi giocatori e che, da gran imprenditore qual è, ha fatto davvero grandi cose per la squadra lucana.

Della rosa attuale del Potenza ci sono giocatori che tu conosci bene per averli avuto sotto i tuoi occhi lo scorso anno. Chi deve temere di più il Catania sabato prossimo?

C’è sicuramente Manuel Ricci, che è il giocatore con maggiore qualità che ti può fare la giocata in qualsiasi momento. E poi c’è questo attaccante Giovanni Volpe, un classe 2002, un giocatore che ha un buon dribbling, un ottima senso del goal e che può davvero essere pericoloso. Non gioca spesso perché è giovane ma, purtroppo, proprio questa mancanza di continuità non gli sta permettendo di affermarsi per come deve.

A proposito di giovani, la difesa del Catania è tra le più perforate del campionato proprio per la poco esperienza di alcuni suoi elementi. Che idea ti sei fatto del reparto arretrato rossazzurro?

Te lo dico da allenatore e ti dico che spesso noi tecnici siamo costretti ad affidarci a giocatori più esperti per ottenere i punti che la società ci chiede. Se avessimo la possibilità e, soprattutto il tempo, di poter aspettare la crescita del giovane senza il rischio di essere esonerati per i mancati risultati, magari il ragazzo potrebbe commettere anche qualche errore pur non perdendo la possibilità di giocare con continuità. A Catania, ad esempio, c’è stata la possibilità di dare spazio a questo Moro che sta segnando in continuazione e i risultati stanno arrivando con merito.

Per finire, seguirai la partita sabato pomeriggio? E se si, per chi farai il tifo?

Io lo dico sempre: io sono innamorato di Catania e del Catania e mi emoziono solo a citare il nome della squadra rossazzurra. Pensa che in viaggio di nozze sono venuto proprio a Catania perché è una città che mi è rimasta dentro. Ricordo che quando ci allenavamo al campo di Monte Po' venivano a vederci 1000 persone al giorno. Era sempre una festa. Pertanto sempre Forza Catania.