E riparazione sia

Il ds Argurio, l'ad Lo Monaco e Andrea Di Grazia

Il ds Argurio, l'ad Lo Monaco e Andrea Di Grazia 

Una panoramica su ciò che funziona e ciò che necessita di un intervento della società nel mercato di gennaio.

Al termine della prima parte di stagione e in vista della pausa, utile a programmare le mosse da effettuare nel mercato di riparazione, possiamo riprendere il discorso sulle mosche e i cannoni lasciato in sospeso a inizio settembre. Un modo per valutare quanto di positivo e negativo sia stato fatto fin qui e, al contempo, per sottolineare ciò che sarebbe opportuno fare nelle prossime settimane.

Porta chiusa a doppia mandata da Pisseri. Serve un terzo portiere?
Il fiore all'occhiello della campagna acquisti estiva e dell'organico del Catania è ad oggi, senza alcun timor di smentita, Matteo Pisseri. Le parate, spesso straordinarie, del guardiapali parmense, hanno garantito agli etnei un minimo di 6-7 punti senza i quali Biagianti e compagni non sarebbero in zona playoff ma si ritroverebbero a un tiro di schioppo dai playout. Non abbiamo avuto modo di vedere all'opera, neanche in Coppa, la riserva Martinez, cosicché non ci si può sbilanciare sull'opportunità di andare a caccia di un altro portiere per far fronte alla rescissione di Matosevic. Se lo staff tecnico dovesse ritenere lo spagnolo all'altezza della situazione, potrebbe essere promosso a terzo portiere l'attuale titolare della Berretti Spataro.

Difesa: ok i titolari, non all'altezza la panchina, urge un terzino destro
Un altro reparto del quale si può parlare complessivamente bene è quello difensivo. Per lunghi periodi la retroguardia rossazzurra è stata la meno battuta d'Italia e tuttora conserva, in coabitazione con la Fidelis Andria, il primato nella classifica delle reti subite del girone C. Merito del lavoro svolto in tal senso da Rigoli, che con pazienza ha atteso l'ambientamento di Djordjevic e, soprattutto, Drausio, ed ha azzeccato la mossa di adattare sulla corsia destra Di Cecco, stante l'incostanza di Nava e Parisi. Proprio gli ultimi due sono la testimonianza di una panchina che non si è dimostrata all'altezza delle prime scelte. Il discorso lo si può estendere a Bastrini, stranamente deludente nel suo ruolo naturale e più efficace quando è stato impiegato al posto di Djordjevic sulla fascia sinistra. I giovani Mbodj, De Santis e De Rossi sono stati utilizzati troppo poco per capire se possono fornire adeguate garanzie per tappare eventuali buchi nella seconda metà di stagione. L'ideale sarebbe procedere alla cessione (o alla conclusione del prestito) di chi finora non ha convinto, per poi colmare le lacune con tre acquisti: un terzino destro di ruolo di caratura tale da consentire la “restituzione” di Di Cecco alla mediana; un difensore centrale d'esperienza che funga da seria alternativa alla coppia Drausio-Bergamelli; un terzino sinistro di piede mancino, anche “under” e senza troppe pretese, che possa rimpiazzare all'occorrenza Djordjevic.

No Bergamelli no party. Che ruolo affidare a Marchese?
Ma l'urgenza maggiore per quanto riguarda la difesa è indubbiamente il rinnovo di Bergamelli. Il numero 3 è, già dalla scorsa stagione, il leader del reparto ed anche colui dal quale partono spesso le azioni offensive. Tutti i componenti della linea arretrata hanno fatto meglio al suo fianco piuttosto che in sua assenza. Se le richieste del bergamasco non risulteranno in linea con i programmi societari, non si potrà comunque rinunciare al suo contributo sul campo fino alla scadenza del contratto, a meno che non giunga un sostituto di pari livello. Che non può essere certo identificato in Giovanni Marchese, svincolato di lusso che si allena già da un po' a Torre del Grifo: il deliano, come ben sappiamo, è un terzino sinistro, ed ha giocato in posizione accentrata soltanto nella difesa a 3 di Gasperini a Genova. Non è esattamente la stessa cosa. Considerando poi che nel suo ruolo agisce in modo abbastanza convincente Djordjevic, c'è da chiedersi se valga davvero la pena di avallare un suo ritorno, al di là dell'apporto in termini di attaccamento alla causa e di personalità che darebbe.

Fari puntati sulla cabina di regia: aspettare Scoppa o affidarsi al mercato?
Il centrocampo riparte da alcune certezze ed altrettante incognite. Le riserve che avevamo sull'adattamento dei sudamericani alla Lega Pro si sono rivelate fondate. Silva, dopo un buon inizio, è sparito dai radar; Scoppa è stato prima accantonato e poi rilanciato da Rigoli, con risultati alterni. Fa specie che un giocatore del genere, in grado di giocare tranquillamente nella massima serie argentina, in questa categoria renda molto meno di gente che ha trascorso gran parte della propria carriera in Serie D (come Iannini del Matera, ad esempio). Ma tant'è: sull'argentino bisognerà fare un ragionamento serio, giacché è l'unico regista della rosa. Quindi o si insiste sul suo utilizzo, rischiando di perdere ulteriore tempo per completare un ambientamento non ancora soddisfacente, o si cambia rotta, cambiando sistema di gioco (ad esempio passando al 4-2-3-1, che consentirebbe il reintegro di Di Grazia tra i titolari e l'utilizzo di Mazzarani nella sua posizione naturale di trequartista centrale). Oppure ancora, si potrebbe andare a cercare un nuovo regista, il quale potrebbe non essere “nuovo” nel vero senso della parola, se le voci sul possibile ritorno di Ciccio Lodi dovessero rivelarsi fondate.

Centrocampo al completo
Le certezze della mediana si chiamano Marco Biagianti, Saro Bucolo e Peppe Fornito. Il capitano garantisce quantità e intensità; il “gladiatore” assicura la fase di interdizione, irrinunciabile in terza serie; il giocatore attualmente in prestito dal Trapani, al netto di noie fisiche che ancora lo attanagliano, è utilissimo in virtù della sua grande versatilità. Come detto in precedenza, l'acquisto di un terzino destro titolare consentirebbe di riportare Di Cecco nel suo ruolo originario. Quindi, nodo regista a parte, tenendo conto anche dei margini di crescita di Piermarteri, non appaiono necessari ulteriori ritocchi.

Obiettivo primario e vitale: centravanti prolifico di categoria
Il tasto dolente, sul quale si concentrerà maggiormente l'attenzione in chiave mercato, è ovviamente l'attacco. Il Catania è nono nella classifica dei gol fatti, e i suoi capocannonieri si chiamano Di Grazia e Mazzarani, due che non giocano proprio a ridosso della porta avversaria. Delle buone impressioni destate nelle prime uscite dal tandem Paolucci-Calil ormai non resta che un lontano ricordo: la mancanza di un bomber prolifico è pesata come un macigno sulle ambizioni di classifica e per assicurarsi un buon cammino nei playoff non si può prescindere dall'acquisto di un numero 9 all'altezza della situazione. Si fanno tanti nomi, da Perez a Eusepi passando per l'evergreen Evacuo. L'unica cosa che conta è che si tratti di un giocatore dal fiuto del gol già comprovato nella categoria, alle cui spalle far crescere ulteriormente Valerio Anastasi, carta utilissima da giocare sia a partita in corso che in caso di emergenza.

Di Grazia, patrimonio da valorizzare: rinunciarvi è un delitto sportivo
Se c'è un settore nel quale non occorrerà assolutamente intervenire, è quello degli esterni offensivi. Pisseri a parte, Andrea Di Grazia è stato il giocatore etneo più in palla del girone d'andata e ciò non può essere messo in discussione dalle recenti esclusioni e dalle improduttive polemiche tra dirigenza ed entourage del ragazzo. In più di un'occasione, persino nelle prestazioni meno positive, il prodotto del settore giovanile è parso uno dei pochi in grado di risolvere le partite con una giocata. E' quanto mai opportuno rimandare a fine stagione ogni discorso sulla sua permanenza a Catania e agevolare un pieno reinserimento del talento di San Giovanni Galermo nell'undici titolare, giacché in Lega Pro nessuno può permettersi di rinunciare a un patrimonio tecnico del genere e fare, in questo modo, un favore ai propri avversari.

Se arriva la punta, il supporto non gli mancherà
Fortuna ha voluto che il periodo di appannamento di Di Grazia sia coinciso con l'inattesa esplosione di Russotto, sulla quale ben pochi tifosi speravano e che invece ha garantito a Rigoli un'opzione devastante in più a supporto dell'attaccante...che manca. Un altro elemento che si è dimostrato degno delle ambizioni della piazza è il colpo di mercato “ottobrino” piazzato da Lo Monaco, ovvero Mazzarani. Il trequartista è stato utilizzato dal tecnico di Raccuja in tutti i ruoli, tranne che nel suo, e infatti non ha reso sempre in modo convincente, ma si è issato al primo posto nella classifica marcatori interna e ha portato in dote non pochi punti con i propri guizzi. Logica vuole che si continui a puntare ad occhi chiusi su di lui, magari agevolandogli il compito con una collocazione tattica più consona.

Non c'è spazio per ulteriori esterni, cessione possibile soluzione per le riserve
Il trio Russotto-Mazzarani-Di Grazia chiude inevitabilmente le porte a Piscitella, destinato a salutare la compagnia. Poche le chances concesse all'esterno di proprietà della Roma, che ha lasciato il segno solo a Reggio Calabria. Essendo un giocatore affermato in Lega Pro, non potrà continuare a fare panchina a Catania. Sembra destinato a non mutare lo status di riserva anche Barisic, chiuso dai “tre tenori” di cui prima sulle fasce e provato senza successo da Rigoli nel ruolo di centravanti, che dalle prossime settimane tornerà appannaggio del recuperato Anastasi e del “mister X” che l'intera città aspetta. Poter disporre di un cambio di qualità come lo sloveno a partita in corso è degno di una squadra di prima fascia, ma il rischio è quello di rallentare ulteriormente il suo processo di crescita, mai stimolato in modo significativo prima di questa stagione. Chiude la carrellata Sibilli, giovane esterno offensivo che per tutto il girone d'andata ha dovuto dedicarsi al recupero dall'infortunio patito al termine della scorsa stagione. Considerando la forte concorrenza, potrebbe giovargli un prestito in un'altra squadra di terza serie.