Déjà vu: l'incrocio tra il derby di Sicilia e il gran finale della Formula 1

L'iconico duello Petrov-Alonso, simbolo della disfatta Ferrari ad Abu Dhabi 2010

L'iconico duello Petrov-Alonso, simbolo della disfatta Ferrari ad Abu Dhabi 2010 

Il 14 novembre 2010 Vettel vinceva il mondiale mentre Palermo e Catania si sfidavano al 'Barbera'. Domenica la storia si ripete...

14 novembre 2010. Il circuito di Abu Dhabi è la cornice del gran finale di un'emozionantissima stagione di Formula 1, con quattro piloti matematicamente in lizza per la conquista dell'agognato titolo iridato. In vetta alla classifica si presenta l'alfiere della Ferrari Fernando Alonso, che vanta 8 punti sulla Red Bull di Mark Webber, 15 sull'altra monoposto austriaca guidata da Sebastian Vettel, 24 sulla McLaren di Lewis Hamilton. In qualifica è Vettel a prendersi la pole davanti ad Hamilton, mentre Alonso chiude terzo, davanti a quello che sembra il principale rivale, ovvero Webber, che parte soltanto quinto. Il via del gran premio è previsto per le ore 14.00 italiane. Allo spegnimento dei semafori Vettel mantiene la testa davanti ad Hamilton, mentre Alonso viene sfilato da Button e controlla Webber alle sue spalle. Un incidente al primo giro tra Michael Schumacher e Vitantonio Liuzzi impone l'ingresso in pista della safety car. Alcuni piloti ne approfittano per rientrare ai box, tra questi Nico Rosberg e Vitalij Petrov, mentre i big rimangono in coda alla vettura di sicurezza. Dopo 5 giri, la gara riparte e la Ferrari sembra avere tutto sotto controllo.

A sparigliare le carte ci pensa Webber che anticipa la propria sosta, rientrando all'11° giro. Dopo qualche conciliabolo col proprio muretto, Alonso rientra ai box al giro numero 15. L'obiettivo della Rossa è quello di marcare Webber, il rivale più vicino in classifica, per evitare che l'australiano possa sopravanzare l'asturiano grazie al gioco dei pit stop. In effetti la strategia riesce, Alonso rimane davanti a Webber, ma la Ferrari incappa in una clamorosa trappola: grazie alla sosta anticipata, Rosberg e Petrov saltano davanti allo spagnolo, il quale, in caso di vittoria di Vettel (che comanda la corsa indisturbato, con un buon margine su Hamilton), dovrebbe arrivare almeno 4° per difendere il primo posto nella classifica generale. Alonso raggiunge Petrov, gli mette pressione, ma contrariamente alle attese il russo e la sua Renault si rivelano un ostacolo insormontabile. La Red Bull sembra aver fatto scacco matto.

I tifosi etnei presenti nel settore ospiti del "Barbera" il 14 novembre 2010 



Mentre si consuma il suicidio sportivo della casa di Maranello, un buon numero di sostenitori etnei raggiunge lo stadio "Barbera" di Palermo per assistere al derby, in occasione della 12a giornata della Serie A 2010/11. E' un evento storico, in quanto per la prima volta dopo oltre tre anni le autorità concedono il nulla osta alla trasferta. Dopo i tragici fatti del 2 febbraio, per tre stagioni le sfide tra Catania e Palermo si erano infatti disputate senza la presenza della tifoseria avversaria (emblematica l'esultanza dei rossazzurri dopo l'iconico gol di Mascara dell'1 marzo 2009 sotto un settore ospiti tristemente vuoto). Giunti all'interno dell'impianto palermitano, i tifosi del Catania apprendono le sorprendenti scelte del tecnico Giampaolo, che schiera nell'11 titolare tre giocatori non titolari, come Marchese sulla linea di difesa e Delvecchio e Martinho in mezzo al campo. Nel pre-gara, c'è spazio per un siparietto tra i due presidenti Zamparini e Pulvirenti, che entrano a braccetto in campo e fanno un giro dello stadio salutando i tifosi per sancire ulteriormente la distensione che si respira dopo anni difficili.

Il giro di campo di Pulvirenti e Zamparini 



Inizia la partita, il Catania gioca bene, va vicino al gol con Gomez e per due volte con Maxi Lopez. La sfida è bella ed equilibrata, il Palermo impegna Andujar con una girata di Miccoli, poi al 33° Pastore si traveste da insospettabile cecchino di testa e porta in vantaggio i suoi sfruttando un cross di Balzaretti. Il primo tempo si conclude sull'1-0. Sono all'incirca le 15.50. Nel frattempo, ad Abu Dhabi tutto si è compiuto e chi è presente allo stadio viene informato telefonicamente da chi ha seguito la gara a casa: Alonso è rimasto intrappolato dietro a Petrov per tutto il GP, abbozzando soltanto un maldestro tentativo di sorpasso; il basso ritmo di gara del russo ha fatto sì che persino Kubica, dopo la sosta, sia tornato in pista davanti alla Ferrari ed alla Renault del compagno di squadra, sicché Alonso ha chiuso la corsa in settima posizione, perdendo il mondiale a favore di Vettel, che ha vinto il gran premio e ha chiuso la stagione con 4 punti di vantaggio sulla Rossa n. 8. Neanche il tempo di apprendere i clamorosi aggiornamenti motoristici, che inizia la ripresa. E inizia col botto: il Catania conquista un corner e Terlizzi firma il pareggio con una conclusione di destro.

Terlizzi festeggiato dai compagni dopo il momentaneo 1-1 



Tripudio nel settore ospiti, ma l'esultanza rimane strozzata in gola a causa dell'immediata controffensiva rosanero, con uno scatenato Pastore che supera la fiacca resistenza di Andujar e firma il 2-1. Da lì in poi la partita si infiamma. Il Catania sfiora più volte il pareggio (l'occasione più clamorosa capita ad Izco, che centra la traversa), il Palermo a sua volta va vicino al terzo gol, con Maccarone che si divora l'impossibile ma poi, a cinque minuti dalla fine, si fa perdonare servendo un assist perfetto a Pastore che realizza una tripletta da sogno e chiude definitivamente i conti.



12 dicembre 2021. Undici anni dopo, la storia si ripete. Alle ore 14.00, ancora sul circuito di Yas Marina ad Abu Dhabi, scatterà l'ultimo GP della stagione 2021, per distacco la più appassionante degli ultimi anni di Formula 1, infiammata dall'infinito duello tra la Red Bull di Max Verstappen e la Mercedes di Lewis Hamilton che se le sono date di santa ragione (in tutti i sensi) gara dopo gara. I due arrivano appaiati in classifica, con l'olandese avvantaggiato dal maggior numero vittorie (9-8) che lo laureerebbe campione in caso di ex aequo. Ex aequo, però, che è possibile solo in due ipotesi: il primo, poco probabile, nel caso in cui uno dei due giungesse 9°, conquistando due punti, e l'altro concludesse 10°, prendendo un punto ma firmando il giro più veloce (che vale un ulteriore punto se si conclude nella top ten); il secondo, laddove entrambi i piloti si ritirino nel corso della gara emiratina. Eventualità, quest'ultima, da non escludere, vista la propensione agli incidenti che i due hanno mostrato nel corso del campionato, con Verstappen che in occasione dell'ultimo GP d'Arabia Saudita a più riprese ha superato i limiti del regolamento pur di ostacolare il rivale e difendere il primato in classifica. Se invece dovessero arrivare entrambi al traguardo e marcare punti, vincerà chi arriverà davanti, nel solco della meritocrazia.

Versappen-Hamilton, duello infuocato 



Alle ore 14.30, mentre si concluderà il primo terzo di gara, da tutt'altra parte del globo scatterà un'altra grande sfida, anch'essa infinita: quella tra Catania e Palermo. Rispetto al precedente del 14 novembre 2010, stavolta si gioca al "Massimino" e si tratta di un incontro di Serie C. Molte, troppe cose sono cambiate da allora. Riassumendo il più possibile, non c'è più Zamparini, uscito di scena in modo inglorioso col fallimento che travolto la propria società, col nuovo Palermo ricostituito nell'estate 2019 e ripartito dalla Serie D. Il Catania è ancora "lo stesso", quello fondato nel 1946 con matricola federale n. 11700, ma non c'è più Pulvirenti, uscito di scena in modo altrettanto oscuro, con la cessione del club alla Sigi avvenuta nell'alveo di una procedura fallimentare. Il paradosso è che, in linea teorica, proprio il derby di domenica potrebbe essere l'ultima partita della storia di "questo" Catania, che smetterebbe di giocare, venendo escluso dal campionato, laddove la proprietà non pagasse gli stipendi di settembre e ottobre entro il 16 dicembre.

Un aspetto in comune col 14 novembre 2010, comunque, c'è. Anche in questo caso, infatti, si registrerà il ritorno allo stadio della tifoseria ospite, assente da otto anni: i primi sette per cause "sportive", con Catania e Palermo confinate in categorie differenti; l'ultimo per gli effetti dell'emergenza Covid-19 che, nel corso della stagione 2020/21, hanno indotto la disputa di tutte le partite a porte chiuse. Stavolta, invece, seppur parzialmente, lo stadio è riaperto e con esso anche il settore ospiti, in virtù di quanto disposto dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, che ha dato il nulla osta alla vendita dei tagliandi per i residenti nella provincia di Palermo, a condizione che si tratti di sottoscrittori dei programmi di fidelizzazione del club rosanero. E allora, non ci resta che aspettare questa grande domenica di sport. Intorno alle 15.30, il mondo della Formula 1 scoprirà se Max Verstappen sarà riuscito a conquistare per la prima volta la corona iridata fermando la striscia di mondiali di Hamilton, oppure se quest'ultimo avrà fatto proprio l'ottavo alloro, che gli consentirebbe di scavalcare un certo Michael Schumacher e fissare il nuovo record assoluto. Un'ora dopo, intorno alle 16.30, la Sicilia calcistica conoscerà il proprio padrone.

Striscione esposto al "Massimino" in occasione dell'ultimo derby, disputato a porte chiuse