De Canio: “Niente sogni senza concretezza, serve mentalità degli anni passati”

De Canio presentato stamane dal presidente Pulvirenti

De Canio presentato stamane dal presidente Pulvirenti 

Il nuovo allenatore del Catania, Luigi De Canio, è stato presentato questa mattina alla stampa. Il mister ha spiegato il motivo per cui ha accettato la chiamata di Pulvirenti.

Il nuovo allenatore del Catania, Luigi De Canio, è stato presentato questa mattina alla stampa presso la sala congressi di Torre del Grifo. De Canio che prende il posto di Maran sulla panchina rossazzurra, ha spiegato i motivi che lo hanno spinto ad accettare la chiamata del Catania ed ha indicato quali sono i valori sulla quale intende lavorare per risollevare la squadra. Queste le dichiarazioni di De Canio raccolte da “CalcioCatania.Com”:
 Mister De Canio in conferenza stampa

Mister De Canio in conferenza stampa 





“Il Catania è una società ideale per un allenatore – ha affermato De Canio – Quando ho ricevuto l’invito del Presidente non ero a conoscenza delle sue intenzioni. Catania rappresenta uno stimolo importante, la spinta la determina la società perché ti mette nelle condizioni di lavorare, crescere e migliorarsi. Non posso giudicare in questo momento le problematiche della squadra perché sono abituato a dare giudizi solo dopo essermi trovato dentro la situazione. Ciò che appare fuori sono solo impressioni.

Obiettivi? Bisogna partire dalla consapevolezza di quello che si è. Bisogna guardare sempre con realismo alla dimensione della squadra e di un giocatore. Tutte le componenti devono essere consci della situazione e ognuno deve puntare a specifiche ambizioni. Quando non è possibile sognare si rischia di farsi male. Io credo di avere la giusta esperienza per proporre questo pensiero alla squadra. Niente sogni quindi senza concretezza.

Sono un convinto sostenitore della valorizzazione delle risorse di una società e quindi anche dei calciatori. Questa squadra ha un bagaglio di un certo tipo e non posso rivoluzionare tutto solo per dimostrare di essere bravo. Sono i calciatori che devono dimostrare quanto valgono. Parto sempre con quelle che sono le conoscenze dei calciatori e poi proverò a trarre il meglio da tutti. La cosa importante è che la squadra lavori in funzione di tornare ad essere il Catania degli anni passati, ovvero, una squadra che aveva paura e rispetto degli avversari ma andava in campo con la mentalità di potere vincere. Se i miei ragazzi lavoreranno seguendo questa linea di pensiero, sono convinto che faremo bene.

Le prossime partite? Per me quella con il Sassuolo è la partita più difficile tra le prossime tre gare. Lo dico realisticamente perché ne sono convinto. Magari si pensa che possa essere una partita facile perché è una squadra che viene dalla Serie B. Ragionando in questa maniera si perde quell’aspetto mentale di cui parlavo prima. Il Catania può farmi divertire e farci divertire se scende in campo con la giusta mentalità.

Ogni squadra ha dei giocatori importanti ed un’ossatura. L’allenatore ha il dovere comunque di considerarli tutti. Mi piace mettere il giocatore nel suo ruolo ideale affinché riesca ad esprimere le sue qualità migliori. L’undici titolare della domenica viene fuori da una competizione interna durante gli allenamenti settimanali.
Per me è importante rafforzare i concetti e le conoscenze di ciò che già si sa fare piuttosto che soluzioni estemporanee. Credo che nel tempo una squadra che ha una precisa identità, riesce a trovare all’interno dei suoi meccanismi una organizzazione tale che gli permette di affrontare ogni partita nel modo migliore fino a raggiungere risultati anche oltre le proprie potenzialità.

Lo staff tecnico? Sarà composto da De Bellis e da Biato. Con me in campo lavoreranno pure Roberto Rizzo, Irrera e Orlando. Per quando riguarda il lavoro di preparazione e video ci sarà Pavese e Capeto.

Mi preoccupano i pochi gol fatti o i tanti subiti? Per una squadra come il Catania che deve salvarsi può accadere di prendere gol, può succedere un momento negativo ma la cosa importante è che in un campionato difficile come quello della Serie A, si riesca a lottare con tutte le armi a disposizione.

Io sergente di ferro? Non so cosa significhi l’etichetta sergente di ferro. Ci sono regole che esistono in tutti gli ambienti, non mi piacciono le etichette. Sono una persona innamorata del mio lavoro e voglio che si lavori seriamente. C’è un momento per lavorare ed uno per scherzare.

Il futuro? Non sono stato più di 2 anni nelle squadre che ho allenato e spesso ho stracciato io il contratto. Non ho mai allenato per il contratto o per avere una panchina lunga. Mi piace la programmazione e lavorare con persone che vivono le proprie scelte e il proprio lavoro. Ho chiesto alla società un contratto fino a giugno, qui posso fare un lavoro di programmazione, ho questa convinzione e quindi le mie intenzioni coincidono. Per il momento andiamo avanti così, se poi ci saranno le condizioni, penso di avere a che fare con persone giuste che possono valutare serenamente.

Tachtsidis l’avevo al Genoa, poi lo hanno venduto. Penso sia un giocatore valido. Gioca in un modo che a me piace. I giocatori di qualità sono sempre importanti e la qualità di una partita è sempre proporzionata alla qualità dei giocatori. Quelli che sono arrivati dal mercato estivo sono tutti giocatori di qualità. Devo conoscere la loro condizione, prima o dopo saranno sicuramente protagonisti di questa squadra, se lo vorranno”.

Foto di rito per mister De Canio

Foto di rito per mister De Canio