Dal Messina al Siena: il 10 Giugno è ancora fatale al Catania...

10 Giugno 2001: Alessandro Ambrosi spiazza Cecere, illudendo il popolo rossazzurro...

10 Giugno 2001: Alessandro Ambrosi spiazza Cecere, illudendo il popolo rossazzurro... 

Il 10 giugno 2001 gli etnei pareggiavano col Messina la finale di andata dei play-off, diciassette anni dopo altra beffa...

DATA INFAUSTA
Dieci giugno 2001. La ricordo ancora quella giornata, istante per istante. Sole infuocato, pomeriggio torrido, caldo da impazzire e stesso entusiasmo alle stelle percepito in queste giornate, forse ancora di più. Si giocava la semifinale di andata dei Play-off di Serie C1. In campo il Catania di Vincenzo Guerini e il Messina di Carlo Florimbi. Partita tiratissima, maschia, da polpacci e polmoni d’acciaio. I rossazzurri trovarono il vantaggio nel primo tempo con il bomber Alessandro Ambrosi su calcio di rigore. Freddissimo nonostante la temperatura hot, con il solito stile che avevamo imparato a conoscere nei suoi sei mesi di Catania, il “Re Leone” spiazzò Mimmo Cecere, beffandolo con un tiretto dei suoi, lemme lemme all’angolo opposto rispetto a quello prescelto dal portiere peloritano. La singolare trasformazione del calcio di rigore scatenò l’ira – ingiustificata – del messinese Obbedio che prese il pallone dalla rete e con un calcione lo scaraventò proprio verso Ambrosi che festeggiava all’angolo tra la “B” e la “Sud”. Mira infallibile, da cecchino, quella del mastino di centrocampo peloritano, col pallone che colpì il centravanti rossazzurro proprio alla nuca, scatenando la pronta reazione dei suoi compagni di squadra. Un parapiglia, altra benzina sul fuoco. Tensione alle stelle anche nella seconda parte di gara, con il Catania in cerca del raddoppio e col Messina a caccia del pari. A sette minuti dal termine il messinese Bellotti ruba palla con una spallata a Pane, proprio nella trequarti peloritana. Guerini è inviperito per il mancato intervento dell’arbitro che lascia correre. L’azione è velocissima. Il pallone arriva sulla fascia destra della difesa rossazzurra, con Muntasser abbondantemente in vantaggio su Godeas. Il libico, però, perde l’attimo e anche il confronto con l’attaccante ospite che lo salta di slancio. Godeas mette nel cuore dell’area catanese un pallone velenoso spinto in rete dal perfetto inserimento in diagonale di Francesco Marra. È il gol del pareggio. Al triplice fischio i volti affranti di Cicconi, Criniti, Cordone e Pane valgono più di mille parole. La sensazione che sovrasta ogni altro pensiero, nonostante ci sia la gara di ritorno ancora da giocare e che in campionato con i giallorossi dello Stretto si è vinto sia in casa (4-0) che al “Celeste” (2-0), è che la Serie B si sia persa proprio in quel momento. Quei guerrieri instancabili appaiono ormai esausti, stremati dopo quella lunga rincorsa iniziata a gennaio. Sette giorni dopo, la sensazione diviene certezza: l’1-0 di Sasà Sullo proietta il Messina in B condannando il Catania ad un altro campionato di Serie C1.



La rete di Ciccio Lodi al Siena, stesso angolo scelto da Ambrosi 17 anni prima... 



DICIASSETTE ANNI DOPO…
A diciassette anni esatti da quel torrido pomeriggio la sorte ha scelto ancora quella data. Ancora domenica 10 giugno. Ancora play-off. Anche se non si tratta di finale di andata, ma di semifinale di ritorno, così come allora è pur sempre il penultimo atto della manifestazione, l’ultimo in casa. Il film della partita è diverso. Il Siena passa in vantaggio, mettendo una seria ipoteca sulla qualificazione alla finalissima di Pescara. Sul finale di primo tempo la spizzata aerea di Davis Curiale rimette il risultato in parità. Nella ripresa arriva l’occasione per passare in vantaggio. Ancora su rigore, ancora verso la porta sotto la Curva Sud. Ieri Ambrosi, oggi Lodi. Lo stile è diverso, ma l’angolo scelto è sempre quello alla destra del portiere. Pane s’inchina così come fece Cecere anni prima. La qualificazione sembra esser ormai alla portata del Catania, soprattutto quando i toscani rimangono in dieci per via dell’espulsione di Iapichino che falcia Russotto. Paradossalmente, quell’episodio si rivela controproducente per gli etnei. Nonostante la superiorità numerica i rossazzurri, con l’uscita del loro numero 7 che appariva in giornata, perdono smalto e brillantezza. Si va ai supplementari, con la convinzione di poter evitare i rigori. Le occasioni capitano, ma non vengono sfruttate a dovere. Ci si mette in mezzo anche la Dea Bendata che al minuto 13 del secondo tempo supplementare volta le spalle a Ciccio Lodi, proprio dalla stessa mattonella nella quale aveva inaugurato la sua storia rossazzurra, fatta di calci di punizioni telecomandati, con il Lecce nel febbraio 2011. La traversa è un segnale sinistro. Si arriva ai rigori, anche se il finale appare già scritto. Al decimo ed ultimo tiro della serie, con i senesi avanti per 4-3, il fato tira un altro scherzetto diabolico, mettendo a tu per tu Pane e Mazzarani, così come avvenuto ad Agrigento nel febbraio 2017. I due sono al terzo confronto diretto. Il bilancio è pareggio: un gol e una parata, entrambe in quella gara dell’ “Esseneto”. La “bella” sorride al portiere che oggi veste senese. La traversa respinge il Catania, condannandolo ad un altro anno nell'inferno della C. Il dieci giugno si rivela ancora una volta fatale ai rossazzurri. Dal Messina al Siena, sono solo lacrime.

Pane para il rigore calciato da Mazzarani nella gara di Agrigento del febbraio 2017