Cuore sì, gioco ni

Russotto, un infortunio che non ci voleva...

Russotto, un infortunio che non ci voleva... 

Max Licari sul pareggio in rimonta sul Matera. Grande cuore, ma gli ospiti meritano il punto. Direzione non all'altezza.

Risultato giusto, ma…
Facciamo una premessa: il Matera è, per cifra di gioco, la miglior squadra vista a Catania e, alla fine, ha meritato il risultato positivo sia per l’atteggiamento tattico tenuto saldamente per tutti i 90’, sia per il numero di occasioni create. Nessuno, al “Massimino”, ne ha prodotte quante il team allenato dall’ottimo Gaetano Auteri. Dato a Cesare quel che è di Cesare, riteniamo che per la società di Via Magenta sia giunto il momento di farsi sentire nelle sedi opportune in modo chiaro e netto. Stanno diventando tanti, troppi i torti arbitrali subiti in modo continuativo e, ultimamente, decisivo. Si può affermare senza tema di smentite che la direzione del signor Perotti di Legnano è una delle peggiori mai riscontrate in terra etnea. Un numero complessivamente alto di errori, spesso a danno del Catania. Ciò non dovrebbe essere più tollerabile. È stato annullato, per inesistente off-side, il terzo gol regolare in questo girone d’andata allo sfortunato Curiale, il quale adesso si ritroverebbe già in doppia cifra. Del resto, al di là delle difficoltà di varia natura palesate negli ultimi due match, è chiaro come cambi il mondo da dover recuperare una gara in cui passi in svantaggio al 56’ a poter gestire un match che riesci a sbloccare al 16’. Non solo, nell’’ambito di una gestione assurda e indisponente (per i rossazzurri) dei cartellini gialli, l’ineffabile direttore di gara al 43’ nega allo stesso Curiale un netto rigore, che fa il paio con quello clamoroso non concesso a Semenzato al “Provinciale”. Anche in questo caso, vale la considerazione che, indipendentemente da meriti o demeriti, battere un rigore al 22’ sullo 0-0, con la possibilità di andare in vantaggio, muta completamente le prospettive rispetto a dover rincorrere per un gol subito al 29’. Il Catania non chiede favori, chiede solamente il giusto. Chiede di essere legittimamente tutelato. Di tutela, in questo cruciale frangente del torneo, non si vede nemmeno l’ombra. Anzi, si viene fortemente danneggiati da decisioni sbagliate e assurde. E meno male che ci mette una pezza Davis Curiale, il cui settimo sigillo stagionale, peraltro splendido, vale tanto oro quanto pesa, altrimenti ci sarebbe stato da piangere per una seconda sconfitta consecutiva capace di aprire una sorta di minicrisi in casa etnea. Proprio per tali ragioni, ripetiamo, sarebbe il caso che la voce di Catania cominciasse a sentirsi forte e cristallina. Ciò non significa, ovviamente, “minimizzare”, non analizzare gli errori dei rossazzurri, che ci sono, o non assegnare i giusti meriti agli avversari, altrettanto palesi. Purtroppo, nel calcio gli episodi sono decisivi e ci sembra assai strano che lo siano sempre a detrimento del Catania nelle gare che contano. E sì, perché Trapani-Catania e Catania-Matera erano le partite più importanti di questa prima metà di campionato e il Catania, obiettivamente, non le fallisce solo per demeriti propri. Non le ha giocate al massimo, senza dubbio; ha fatto errori tattici, è verissimo, ma la realtà dei fatti, immagini alla mano, è che non è stato trattato con equità. Al tirar delle somme, dunque, il Catania manca il “semi aggancio” al Lecce, rimane a tre punti dai salentini in coabitazione con il Trapani, non sfruttando i pareggi esterni delle dirette concorrenti. Ciò non significa aver perso il campionato o non aver la piena possibilità di conquistare la promozione diretta, ma continuare a “bucare” gli appuntamenti importanti non appare un buon viatico per il futuro. Inoltre, gli infortuni di Russotto (si ipotizza uno stiramento che potrebbe tenerlo a lungo lontano dal campo) e Lodi (dovrebbe trattarsi di una lussazione alla spalla che potrebbe renderlo indisponibile per almeno un turno) mettono ulteriormente nei guai un Lucarelli atteso da due difficili trasferte consecutive come Rende e Fondi, due match fondamentali (così come l’ultima gara interna con la Casertana) per mantenere il Catania a ridosso della vetta prima della sosta e del conseguente (e inevitabile) mercato di gennaio.

Il campo parla
Trapani e Matera dicono, infatti, che a gennaio il Catania, se vorrà vincere il campionato, dovrà intervenire con almeno tre puntelli. Indispensabile, innanzitutto, un centravanti che possa coadiuvare Curiale. Ripa, ancora una volta relegato in panca e inserito come carta della disperazione da Lucarelli a mezzora dalla fine, non convince e il Catania non può permettersi il lusso di aspettare. Al di là del valore indiscutibile del ragazzo per la categoria, evidentemente è da annoverarsi fra quei (tanti) calciatori che non sono riusciti a sfondare in una piazza così difficile. Il centravanti ex stabiese ha (giustamente) tanti estimatori in C, non sarà difficile trovargli una sistemazione. Inoltre, considerate le sofferenze a centrocampo riscontrate sia a Trapani sia con il Matera, nonché l’età media elevata del reparto titolare, e peraltro acclarato lo scarso utilizzo di un Fornito chiamato in campo a sostituire Russotto con tanto cuore ma con non eccelsi risultati, ci sembrerebbe opportuno innestare una mezzala di qualità e “gamba”. Infine, acquisito come pacifico che il 4-3-3 necessiti di esterni d’attacco adatti al modulo, e riscontrato l’infortunio di Russotto, non si potrà fare a meno di inserire in organico almeno un altro elemento in questo ruolo. Altrettanto evidente risulta, quindi, che dovranno essere ceduti alcuni over, in modo da liberare le caselle necessarie in lista. Un gran lavoro per Pietro Lo Monaco che, comunque, ha già fatto chiaramente comprendere come tale processo sia già stato avviato, non volendo la società lasciare nulla d’intentato.

Grande cuore
Se il Catania, alla fine, non perde il match lo deve al suo grande cuore. Un carattere di ferro che spinge i rossazzurri a “non accettare” la situazione di inferiorità tecnico-tattica che nella ripresa si era venuta a configurare e a portare a casa un punto che ha un certo peso. Parliamoci chiaro, il Matera tiene meglio il campo rispetto a un Catania che, nelle ultime gare, mostra un'evidente involuzione in fatto di fluidità di manovra e gioco. Se, difatti, nel primo tempo l’undici di Lucarelli, schierato con i titolari (preferito il solo Esposito a Semenzato e sostituito l’acciaccato Biagianti con Mazzarani, che comunque è un titolare), cerca in ogni caso di pressare alto e mettere in difficoltà il dispositivo ben oliato del 3-4-3 di Auteri, producendo almeno quattro palle gol (le due di Curiale già accennate, una con Russotto e un’altra con Caccetta), nella ripresa, complice l’infortunio dello stesso Russotto, sostituito dal meno qualitativo Fornito, e la crescita del centrocampo ospite negli esterni Salandria e Casoli, nonché nei fantasisti d’attacco Giovinco e Strambelli (nettamente i migliori in campo), il Matera prende inesorabilmente campo e spesso produce imbucate pericolose per la porta catanese. Il gol di Sartore al 56’, con la complicità di un distratto Pisseri, ne è chiaro esempio. Le squadre di Auteri, è giusto dirlo, non fanno mai le barricate e se la giocano sempre, pertanto risulta non sorprendente il vantaggio e la successiva traversa di Giovinco su punizione, un perfetto gesto tecnico che avrebbe certamente chiuso il conto. L’unico momento di sorte positiva nell’ambito di una serata “nera” per gli etnei sotto il profilo della fortuna. Tuttavia, proprio lì viene fuori il grande orgoglio di una squadra che non ci sta mai a perdere, culminato nel pareggio di Curiale al 71’. Non si può dire che le cinque sostituzioni di Lucarelli, che oggettivamente le ha tentate tutte, siano risultate efficacissime (non benissimo Fornito e Semenzato, male Ripa e Rossetti, ininfluente Tedeschi), ma tutti ci hanno messo quel pizzico di determinazione e grinta in più che ha consentito al Catania di rimediare al gol di Sartore. Addirittura commoventi gli ultimi 5’ in inferiorità numerica per l’infortunio di Lodi (Lucarelli aveva già esaurito i cambi), frangenti che hanno fatto comprendere ai 9.000 del “Massimino” che di questi giocatori, comunque, ci si può fidare. Ma servirà altra qualità, altra “gamba” e un pizzico di fortuna in più (oltre che direzioni arbitrali finalmente sufficienti) per finire l’anno nel modo migliore.

A Rende decisivo Lucarelli
Dovrà essere l’allenatore livornese a gestire nella maniera più lucida questo delicato momento. A Rende, contro un team che sta facendo molto bene, giungerà un Catania reduce da un punto in due gare e orfano di un paio di elementi cardine. Lucarelli dovrà essere bravo a mettere in campo una formazione logica e in grado di vincere la partita, così come auspicato da tutti i tifosi del Catania. Magari, facendo ricorso alla verve e al cambio di passo di quel Manneh lasciato quasi sempre in disparte durante questo girone d’andata. Sono stati provati, sostanzialmente, un po’ tutti. Mancherebbe solo il gambiano, un catanese d’adozione… Let’s go, Liotru, let’s go!!!