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Curiale, una doppietta decisiva...

Curiale, una doppietta decisiva... 

Max Licari sul cruciale successo ottenuto sulla Reggina. Curiale ne fa 12, ma serve maggior cinismo. Troppi rischi nel finale.

Contava solo vincere
Una domenica finalmente positiva per il sodalizio rossazzurro che, battendo la Reggina al di là dello striminzito punteggio finale, in un colpo solo distanzia il Trapani di due punti (granata inopinatamente fermati sul pari interno dal sorprendente Bisceglie), riprendendosi il secondo posto solitario, e mette pressione alla capolista Lecce, protagonista lunedì sera di un match non certo agevole a Cosenza, al cospetto di una formazione dall’organico assai competitivo che, dopo la sconfitta nella semifinale di Coppa Italia contro la Viterbese, ha solo un modo per attestarsi nelle zone nobili della classifica: vincere quante più partite possibile, a cominciare proprio dal cruciale match con i salentini di mister Liverani. Certo, i rossazzurri hanno fatto di tutto per complicare una gara ormai vinta, rischiando addirittura nel finale la clamorosa beffa, dopo aver sprecato almeno quattro nitide occasioni per triplicare, ma il fondamentale successo conseguito al termine del triplice fischio del convincente arbitro Dionisi non può essere messo in discussione. Meritato, sebbene legittimato solo nell’ambito di una prima parte di ripresa in cui il tecnico Lucarelli ha leggermente rivisto l’assetto nell’ambito dell’ormai canonico 4-3-3, consegnando i ruoli naturali ai legittimi depositari sulle corsie laterali. Adesso, a 4 punti di distanza dal Lecce (in attesa, ovviamente, della sfida del “San Vito–Marulla”) e con il decisivo scontro del “Massimino” contro il Trapani nel mirino, tutto appare possibile, a patto che il Catania continui, senza più deflettere, su questa strada di continuità tecnico-tattica e riesca a diventare ancor più cinico, chiudendo definitivamente le partite quando è necessario farlo. Si accresce, purtroppo, il rammarico per quello che poteva essere e non è stato a Lentini, due punti che potrebbero rivelarsi importantissimi ai fini della classifica finale. Ma tant’è, inutile rimuginare sul passato; guardiamo, piuttosto, al futuro. Un futuro che si chiama solo ed esclusivamente Bisceglie, team tosto, di categoria, capace peraltro di fermare il lanciatissimo Trapani al “Provinciale”. Guardiamo al futuro senza fare proclami, senza arzigogolare tabelle, paradossalmente senza nemmeno far troppa attenzione al risultato dei giallorossi in terra calabrese. Focus esclusivo su noi stessi, su quello che siamo in grado di fare lavorando sempre più sodo in allenamento. Oggi, anche da questo punto di vista, la risposta c’è stata. Non era facile trovare le giuste distanze in mediana senza l’uomo più rappresentativo e qualitativo squalificato (Lodi) e con alcuni giocatori fondamentali (Biagianti e Mazzarani) non al massimo della condizione. Tutti hanno dato quello che potevano, compresi i giovani o giovanissimi, atteso che i due assist vincenti per il sempre più decisivo Curiale (con la doppietta rifilata a Cucchietti, giunge a 12 segnature stagionali) sono giunti da Di Grazia (anche se il cross dell’ala catanese ha trovato prima la testa di Aya e, successivamente, il tap-in vincente del numero 11 etneo) e Manneh, imprendibile sulla corsia mancina per i difensori reggini.

Strada imboccata, adesso le scelte definitive
Va dato atto a Lucarelli di averci creduto. Ha messo in campo il 4-3-3 che veniva fuori dalle risposte in allenamento degli stessi giocatori, con Semenzato nel suo ruolo, Biagianti davanti alla difesa, Rizzo mezzala insieme all’indispensabile apporto qualitativo (in assenza di Lodi) di Mazzarani, nonché i due ragazzi Di Grazia e Manneh in campo dal primo minuto a cercare la velocità sugli esterni. Di contro, ha forse impiegato un po’ troppo tempo a comprendere come la “freccia” gambiana, a destra, non riuscisse proprio a trovare la posizione. L’idea di schierare le ali a piedi invertiti è comune a tanti allenatori e fornisce vantaggi notevoli; tuttavia, poi è necessario che i giocatori rispondano positivamente sul campo. Nel caso di Manneh, mancino puro sempre impiegato sulla corsia di competenza, la “trasmigrazione” sulla fascia opposta non ha sortito gli effetti sperati, soprattutto sotto il profilo tattico. Tanto è vero che, una volta invertiti gli esterni nella ripresa, il Catania ha cominciato a volare e a inanellare azioni da rete, spesso con il giocatore africano sugli scudi. In ogni caso, il Catania aveva messo la gara in discesa già a inizio partita con il gol di Curiale già descritto, cosicché le difficoltà di costruzione poi palesate durante tutto il primo tempo, acuite certamente anche dall’atteggiamento rinunciatario della Reggina di Maurizi (che, sostanzialmente, non ha mai impensierito Pisseri nei 45’ iniziali), non sono andate a incidere più di tanto sul risultato. Gli ospiti, a parte qualche “illuminazione” dei giovani Marino, Tulissi e Bianchimano, non ha mai mostrato di avere la forza per proporre, con personalità, gioco offensivo in grado di far male ad Aya e soci. Nella ripresa, come detto, Lucarelli ha ridisegnato l’assetto secondo le caratteristiche degli interpreti e, oltre al raddoppio di Curiale, perfettamente servito da Manneh, ha sfiorato il terzo gol in più occasioni, prima con lo stesso attaccante ex frusinate, poi con Di Grazia, con Semenzato, con Marchese, complici anche i buoni ingressi in campo di Bucolo e Barisic, molto attivi dal punto di vista dinamico. Ecco, è lì che il Catania deve migliorare: bisogna “ammazzare” questo genere di partita, perché poi, in queste categorie, l’errore difensivo, la “cappellata” del singolo, ci può sempre scappare, andando a complicarti maledettamente la vita. Come nel caso del calcio d’angolo regalato a dieci minuti dal termine da Semenzato (giocatore che, ahinoi, non ha imbroccato la stagione giusta) da cui è conseguentemente (il calcio ha le sue regole non scritte) giunta la rete in mischia di Laezza. E meno male che un paio di minuti dopo, con il Catania in confusione, Pisseri ha tirato fuori la prodezza decisiva sul tiro ravvicinato del nuovo entrato Sparacello, altrimenti staremmo a parlare di una sorta di immotivato suicidio a tinte rossazzurre. Il Catania, dunque, ringrazi il subentrato Condemi che si fa espellere per doppio giallo al minuto 84 a causa di un brutto intervento su Barisic, chiudendo di fatto un match inaspettatamente diventato difficile, sebbene la sofferenza degli 8.000 si sia comunque protratta fino al 95’. Una lezione per il futuro. Da segnalare il rientro in campo di Russotto, assai benaugurante per il futuro. Una ventina di minuti al posto di Manneh (meritatissima standing ovation per l’esterno mancino alla sua uscita dal campo) che gli avranno sicuramente consentito di riassaggiare il campo. Un rientro importantissimo, giacché, nella logica del 4-3-3, un attaccante con le sue caratteristiche potrebbe risultare più che decisivo.

A Bisceglie, turno infrasettimanale di cruciale rilevanza
Sotto con il Bisceglie. Si gioca dopo tre giorni e, pertanto, Lucarelli dovrà cercare di dosare le forze, magari attuando un turnover ragionato, in vista anche della gara di domenica prossima in casa con la Paganese. Tutti match in cui non si può sbagliare nulla! Rientrerà Lodi, magari qualche giocatore più “anzianotto” avrà bisogno di rifiatare, ma i Porcino, i Bucolo, i Blondett, gli Esposito (tanto per fare qualche nome) ci sono e hanno le qualità per far bene. È giunto il momento di volare!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!