Costruiamo insieme il futuro

Carboni ultima in rossazzurro...grazie Vichingo!

Carboni ultima in rossazzurro...grazie Vichingo! 

Il commento all'ultima di campionato fra nerazzurri e rossazzurri. I temi "caldi": gita meritata; equilibrio nei giudizi; futuro da scrivere prima nelle relazioni che nel mercato.

Inter-Catania 3-1

Gita meritata

Non era questa la partita in cui dimostrare qualcosa. Ultima gara di campionato, senza particolari stimoli, festa già consumata in casa con la Roma, condita dal record di punti in A. Quindi, mi si consenta, non articolerò improbabili elucubrazioni tecnico-tattiche su un match in cui Simeone mette in campo Potenza centrale, il demoralizzante Marchese a sinistra o Capuano a centrocampo! Una sconfitta annunciata e indolore, nell'ambito di una partita senza alcun senso. Punto e a capo. Ritengo si sia trattato di una "gita premio", di una "scavallata meneghina" meritata dai rossazzurri sulla base dei risultati pregressi. Non capisco, quindi, i "mugugni" di qualche tifoso relativi a "questo" 3-1 o alla prestazione complessiva. Il Catania, quello che doveva fare, l'aveva già fatto ampiamente, non si poteva pretendere che andasse al "Meazza" a "miracol mostrare". Del resto, basta analizzare i risultati e l'andamento degli altri incontri pomeridiani, tutti "inutili", per capire come l'andazzo fosse comune. Piuttosto, appare necessario proporre un bilancio conclusivo della stagione e proiettarsi nel futuro.

Equilibrio nei giudizi
Penso che, nello stilare un consuntivo in chiave rossazzurra, non bisogni incorrere nel solito errore del "bianco o nero". Serve equilibrio. Pertanto, se si deve porre sul piatto della bilancia il mero risultato finale, cioè l'obiettivo raggiunto e il dato numerico (46 punti e record annesso), nonché l'eccezionale risultato "strutturale" conseguito con l'inaugurazione del Centro Sportivo di Torre del Grifo non più tardi di qualche giorno fa, non si può che esprimere un giudizio positivo sulla stagione del Catania. I numeri sono dalla parte di Simeone, il quale ha certamente fatto un buon lavoro. Il tecnico argentino, giunto all'alba della 22ma di campionato con il Catania (22 punti) a un tiro di schioppo dal terz'ultimo posto, ha racimolato 24 punti in 18 gare. Undicesimo posto in condominio con Chievo e Parma, due squadre come Cagliari e Bologna dietro le spalle, cosa che poteva parere fantascientifica fino a un mese fa. Inoltre, e bisogna sottolinearlo anche a beneficio del predecessore Giampaolo, il Catania non ha mai occupato, in tutto il torneo, la terz'ultima posizione; in buona sostanza non si è mai trovato in piena zona retrocessione. Altro dato significativo, la stagione rossazzurra, a differenza delle ultime "edizioni", si è dipanata in maniera abbastanza uniforme sotto il profilo della classifica, avendo disputato due gironi sostanzialmente equivalenti in fatto di punti. Non cose eccelse, ma in ogni caso "QB" (quanto basta) per raggiungere l'obiettivo minimo. Risultati resi possibili da uno straordinario trend interno e dalle prestazioni di qualità di alcuni giocatori importanti come Silvestre (6 reti), Carboni (impagabile, malgrado sapesse di dover andar via), Gomez (4 reti e tanto fosforo, un punto di partenza per il futuro) e Ricchiuti, forse l'unico "insostituibile" per la capacità di ribaltare l'azione palla al piede e offrire assist illuminanti ai compagni in zona gol. Risultati resi possibili, è giusto ricordarlo per rispetto nei confronti dell'ex tecnico Giampaolo, anche dall'innesto a gennaio di tre elementi come Schelotto, Lodi e Bergessio. L'ex frusinate, con tre punizioni e "mezzo gol", ha in pratica dato la svolta alla stagione del Catania, mentre il "Lavandina", può essere consdiderato a ragione, a parte il già ricordato capitan Silvestre (un fuoricategoria), il miglior giocatore etneo in stagione, capace di realizzare 5 reti decisive e dare un contributo di grinta, forza fisica e sacrificio spesso impagabile. Di contro, se andiamo a considerare le premesse della vigilia e l'organico di partenza, non mi pare si possa considerare "sfavillante" il rendimento della squadra e di alcuni dei suoi interpreti principali. Per esempio, il "mal di trasferta" si è confermato in tutta la sua protervia, segno che il tanto sospirato "salto di qualità" questo gruppo non è riuscito a compierlo. Non solo. Non si può non rimarcare come la stagione di alcuni "pezzi forti" sia risultata deludente o altalenante. Alvarez e Capuano, per esempio. Ledesma e Morimoto. Maxi Lopez. E' vero che la "gallina" ha siglato 8 segnature, capocannoniere rossazzurro, ma è altresì sacrosanto che il suo contributo non sia stato eccezionale come nella passata stagione. Per non parlare dei tanti infortuni, spesso a singhiozzo, a giocatori fondamentali e non, a partire da Biagianti per giungere a Llama e a Martinho, un ragazzo, questo brasiliano, assai interessante. Comunque, a mio parere, il difetto d'origine della stagione è da rinvenirsi nell'inadeguatezza alla piazza del primo allenatore scelto dalla società, Giampaolo. Il tecnico di Bellinzona è sicuramente preparato dal punto di vista tattico e, in aggiunta, è anche una persona dabbene. Tuttavia, fin dall'inizio si è dimostrato poco flessibile e assolutamente inadatto sotto il profilo temperamentale, tanto da perdere, nel giro di poco tempo, il controllo di uno spogliatoio complesso, articolato su gruppi anche etnici. Il suo più grave errore, a dire il vero, è stato quello di non prendere atto della struttura dell'organico a disposizione e dell'impossibilità di "appicicare" a esso schemi e arzigogoli diversi rispetto alla "quadratura" mihajloviciana. Una squadra di assaltatori da 4-3-3, abituata a ringhiare sull'uomo, non può inventarsi movimenti difensivi come quelli che hanno condotto uno come Capuano a far segnare una decina di gol agli avversari! Bastava fare una telefonata al trainer serbo...

Futuro da scrivere prima nelle relazioni che nel mercato
Sono convinto che il Catania, come società, abbia tutte le carte in regola per costruirsi un futuro solare, a patto che l'ambiente riesca a crescere di un millesimo rispetto alla desolante pochezza del presente. Faccio, tanto per dire, notare come Samp, Eintracht Francoforte, Deportivo la Coruna e Birmingham siano retrocesse in Italia, Germania, Spagna e Inghilterra. Tutti team che, mi pare, vantano un palmares "leggermente" differente rispetto al Catania. Oltre che possibilità economiche di gran lunga più corpose. Il Birmingham addirittura, da retrocessa, disputerà l'Europa League in quanto vincitrice della Carling Cup. Quindi, la cosiddetta "inaccettabilità" della retrocessione di una squadra come quella etnea, la teoria del "Puvvirenti nesci i soddi", sono tutte cose che mi fanno semplicemente ridere. A ogni sconfitta una tragedia, come se fosse il Milan a perdere con il Lecce o il Cagliari! Così non va. Così come non va l'esaltazione al primo accenno di trend positivo, magari un pareggio e una vittoria di fila, anche risicati ovviamente. Qui bisogna partire solo dai dati certi: i risultati sportivi e di bilancio, i record (6 anni di fila in A), il Centro Sportivo all'avanguardia in Europa, la credibilità acquisita. Da questa base solidissima, interamente a merito di una società seria e "cazzuta", bisogna cominciare a "costruire" una relazione finalmente serena tra le varie componenti ambientali in cui, però, la società stessa, direi addirittura in primis, dovrà prendere atto di una ovvietà: i problemi di "rapporto" sorti negli ultimi tempi non vanno unicamente ascritti al tanto abusato eccesso di "ingratitudine" o alla scontata "assuefazione" da pancia piena cui semplicisticamente ci si richiama, perché così si farebbe il solito errore. E, dopo tutti questi anni, sarebbe ora che se ne prendesse atto. Mi parrebbe, invece, necessario rivedere la politica dei prezzi degli abbonamenti, modulandola al ribasso, e fare a meno, magari, di qualche dichiarazione "forte" di troppo, la maggior parte delle volte inutile, evitando così frizioni con la stragrande maggioranza della tifoseria moderata. Cioè quella che va ad abbonarsi... Ergo, basterebbe pochissimo, quasi niente, per far funzionare tutto alla perfezione, considerata la bontà dell'operato della società di Torre del Grifo. Il futuro da scrivere, naturalmente, è anche quello tecnico, ma ci tengo a ribadire come le questioni di mercato vengano "dopo" quelle di relazione con il territorio. Bene. Il nodo principale è l'allenatore. Simeone, che ha fatto bene ed è adeguato alla piazza, rimane? Parrebbe di no. Ma aspettiamo prima... In caso contrario, via con il tototecnico... Da De Canio a Ficcadenti, da Marcolin a Ventura, da Sensini al ritorno, addirittura, di Marino! Ce n'è per tutti i gusti e per tutti i profili. Mi permetto solo di dire che il Catania ha azzeccato la prima scelta solo una volta: Marino. Zenga è una riconferma, essendo subentrato in corsa a Baldini. Se si vuole finalmente fare centro si deve pensare solo a una cosa: è da Catania? Nel senso: oltre alle doti tecnico-tattiche, alla preparazione, alla valenza umana, tutte determinazioni importantissime per carità, questo allenatore è "adeguato all'ambiente catanese"? Per adeguato intendesi uno con le caratteristiche di Mihajlovic o Simeone, anche non essendo un grande ex calciatore come i suddetti. Solo così potranno essere evitate "baldinate" con calci al culo annessi o "giampaolate" con elucubrazioni da scienziato incluse. Non dico "atzorate", perché lì c'è stata solo sfortuna. Atzori è un ottimo tecnico e lo sta dimostrando a Reggio Calabria. E' chiaro, inoltre, che un buon numero di giocatori potranno lasciare il Catania, da pezzi pregiati come Maxi Lopez, Silvestre e Andujar alle comproprietà (Lodi), ai prestiti come Schelotto o Bergessio, ai fine contratto come Carboni (qui v'è certezza) e Terlizzi; per non parlare dei vari Potenza, Marchese, Alvarez, Ledesma, Morimoto, Pesce, Bellusci, Sciacca, etc., tutti elementi che, per motivazioni spesso diversissime, necessitano di più di una riflessione. Una base c'è. Gli Spolli, i Biagianti, i Gomez, i Martinho, i Lodi, i Llama, tanto per fare qualche nome, sono sicurezze. Barrientos, un fuoriclasse, potrebbe tornare. In B (Ascoli), quest'anno si è fatto notare alla grande un futuro campioncino, il centrocampista Moretti. Su questo nucleo, ben vengano a innestarsi i sudamericani che porterà dal suo solito viaggio ispanoamericano Lo Monaco (a quanto pare non solo argentini, ma anche brasiliani e uruguaiani). Non solo, sembrerebbe che si voglia puntare su un bel gruppetto di italiani, scelta in controtendenza rispetto al recente passato. Evidentemente, un motivo ci sarà... Un sogno personale, tanto per dire, l'avrei: poter contare, alla buon'ora, su una coppia di esterni bassi affidabile, cui magari gente come Potenza o Capuano possa fare da buona riserva... Attendiamo con fiducia e, soprattutto, cerchiamo di approcciare la "questione Catania" con criticità costruttiva. Comprendo bene che la passione, il troppo amore a volte possa rendere ciechi, ma almeno tentiamo di farlo questo piccolo sforzo!!! Buona estate a tutti e arrivederci al prossimo campionato! Let's go, Liotru, let's go!!!