Cosmici

Adrian imperiale...

Adrian imperiale... 

Il commento al trionfo rossazzurro nel derby. I temi "caldi": Serse e Limone; TecniCholor; SuperMaxi; Ledesma "zittisce" tutti; Riecco il vero "Massimino"; Bari, la volta buona?

Serse e Limone

Con una battuta, si potrebbe così riassumere il derby odierno: Catania "cosmi...co", Palermo comico. Oppure: ci siamo fatti un bel "Serse e limone", tipico "seltz-drink" catanese da chiosco, peraltro assai dissetante in pomeriggi caldi come quello odierno, pienamente primaverile. Ma, credetemi, si tratta di battute per modo di dire. Mai visto fare a un allenatore errori così marchiani in occasione di gare tanto sentite. Buon per i rossazzurri, che trionfano a mani basse al termine di una ripresa a dir poco travolgente, ma se mi trovassi nei panni di un tifoso rosanero, sarei incazzato nero con trainer e giocatori, perché si può anche perdere la partita, e il Catania all'andata perse pure subendo tre reti, ma la faccia non la si può perdere in maniera così barbina. Serse Cosmi, schierando una formazione strampalatissima, ultradifensiva, e priva dei due suoi migliori giocatori (Miccoli e Pastore), ha voluto forse lanciare il classico messaggio in puro stile "celodurista", del genere "qui comando io", ma ha ottenuto solo un disastro di dimensioni bibliche e un sicuro esonero da parte del vulcanico presidente Zamparini (ufficiale il ritorno di Delio Rossi sulla panchina rosanero). Curioso destino per i tecnici palermitani, essere esonerati dopo un poker subito nel derby; successe anche a Walter Zenga dopo uno 1-1 targato Martinez. "Dulcis in fundo", per non farsi mancare nulla, Cosmi inspiegabilmente lascia in campo il semi-infortunato Balzaretti, evidentemente menomato, ricevendo la giusta punizione dalla clamorosa autorete del nazionale italiano a inizio ripresa. Contento lui... Il Catania raccoglie l'assist e ringrazia. Un leggendario (e reiterato) 4-0 che vale una stagione, sia sotto il profilo meramente numerico, sia sotto quello psicologico. Ai rossazzurri servivano tre punti per assicurarsi al 99% il sesto anno di fila in A, li ottengono con una "maggiorazione" di portata stratosferica: vittoria larghissima nel match più sentito, iniezione di fiducia che non potrà non condurre a un finale di torneo più consono al valore dell'organico, che non è da Champions, ma nemmeno da salvezza stentata sul filo di lana come, purtroppo, finora dimostrato sul campo. La vittoria serviva in primis per la classifica e, se andiamo a fare un rapido check-up, ci accorgiamo che mai successo fu più utile. In pratica, a parte il suicidio interno del Parma dell'ex Marino (esonerato) con il Bari, le dirette concorrenti hanno tutte fatto punti: Brescia tranquillamente maramaldeggiante su un arrendevole Bologna al "Rigamonti" nell'anticipo pomeridiano di sabato scorso; pareggio annunciato tra Chievo e Samp (ci sarebbe da parlarne per un decennio); pari interno del Cesena contro una buona Fiorentina; splendida botta interna del Lecce che distrugge la lanciatissima Udinese. I tre punti rossazzurri, quindi, giungono a fagiolo. Adesso, a 35 punti, sono 5 le lunghezze di vantaggio sul terz'ultimo posto occupato dal Cesena. Se analizziamo il trend, si potrebbe pensare che a 38-39 punti si potrà assestare la quota salvezza; pertanto, ne mancherebbero 4 o 5 da cogliere nelle restanti 7 gare, a cominciare dal prossimo turno di Bari. Ma, soprattutto, 1.000 risultano i punti guadagnati dal punto di vista morale e mentale dopo un successo similare, così importante, così ampio. I rossazzurri si sono messi nell'invidiabile posizione di non dover dipendere da nessuno, solo da sé stessi nel confronto con le dirette concorrenti nell'ambito di questo infuocato finale di campionato. E non è poco...


TecniCholor

Criticato dopo mezzora di permanenza alle falde dell'Etna e una decina di minuti di allenamento. Criticato dopo 3 vittorie di fila in casa. Come se il Cholo fosse responsabile dell'atavica "permeabilità" esterna del Catania, confermata in ogni campionato, con ogni tecnico. Criticato anche dopo un 4-0 del genere? Mi attendo di tutto dal catanese "tipo", quello che sul "muro" dei tifosi, durante un primo tempo oggettivamente difficoltoso per il semplice fatto che i rosanero giocavano in 9 dietro la linea del pallone (avrebbe trovato difficoltà anche il Barcelona), vomita insulti di ogni tipo contro società, allenatore e giocatori, salvo poi beatificarli stile Padre Pio al termine della partita. Ma tipi del genere sono "nulla" e non vale la pena nemmeno discuterne. Vale la pena, di contro, parlare del Cholo. Doveva conoscere la squadra, doveva conoscere il campionato italiano. Ci voleva del tempo. Le solite "nullità" già sparavano: "Non ne capisce niente di calcio". Eppure Simeone nel calcio qualcosa ha fatto, compreso vincere due campionati in Argentina. Le genialità "caravigghiare" di cui sopra hanno per caso compiuto memorabili gesta pallonare? La realtà è che il trainer argentino ha dato grinta a questa squadra, una grinta che prima non aveva. Una grinta che ha consentito ai rossazzurri di conquistare 4 vittorie di fila in casa, trend da Europa League, risolvere una situazione delicata e mettersi in pole al fine del raggiungimento dell'obiettivo assegnatogli: salvezza, salvezza a tutti i costi. Quello che doveva fare lo sta facendo. O sbaglio? Oggi si è visto, come in occasione del match con la Samp, un Catania ben messo in campo tatticamente, intelligente e discretamente disposto al gioco. Intelligente perché, a fronte di un Palermo catenacciaro (tre difensori centrali, Migliaccio in mezzo con Nocerino e Bacinovic, tutti mediani), unicamente dedito al contropiende grazie a elementi pericolosi come Hernandez e Pinilla (gran giocatore), ha schierato sì una formazione offensiva (tre trequartisti, Schelotto, Ricchiuti e Bergessio, dietro a Maxi Lopez), ma non si è gettato all'arrembaggio scriteriato, ha saputo aspettare il momento giusto e, una volta trovato l'episodio favorevole, dilagare con spietato cinismo. Se, infatti, nella prima parte dell'incontro, i rossazzurri non erano riusciti quasi mai a trovare la via della porta (anzi, era stato il Palermo in un paio di occasioni a rendersi pericoloso con Hernandez), nella seconda, sbloccato il risultato in virtù di una clamorosa autorete di Balzaretti, il Catania è stato bravo a sfruttare come non mai le ripartenze dei suoi uomini migliori, da Schelotto a Maxi, da Ricchiuti a Berghessio. Inevitabile il raddoppio di quest'ultimo, abile a sacrificarsi in un ruolo non suo (esterno sinistro d'attacco) e freddo nel piazzare il piattone vincente davanti a Sirigu, ottimamente lanciato da una grande invenzione di Ricchiuti. E' la seconda rete della punta argentina, anche questa decisiva. Qualcosa vorrà dire? Tuttavia, i meriti del Cholo non si fermano qui: tre sostituzioni, due reti. Prima Ledesma (su azione Schelotto-Maxi) e poi Pesce (pallonetto da urlo su Sirigu su assist di Lodi, prima rete in A) affondano uno scandaloso Palermo, team senza cuore e senza idee. Insomma, un trionfo assoluto, inequivocabile. Basterà ad allontanare i 100 allenatori di cui si parla per il futuro, dimenticando che il Cholo ha il contratto per un altro anno e la società rossazzurra è, di solito, propensa a onorarli, in specie quando gli obiettivi vengono raggiunti? Ai posteri l'ardua sentenza.


SuperMaxi

Un 4-0 nel derby ha molti padri. Tutti meritano il massimo dei voti. Tuttavia, alcuni elementi hanno dato qualcosa in più. Grande partita di Schelotto; raramente ho visto Balzaretti (per me, uno dei migliori esterni sinistri difensivi italiani) così in difficoltà. Il suo futuro dovrà per forza ripartire da Catania. E' giovane, promettente, forte. Ci si può costruire sopra. Ottima partita di Ricchiuti, ma non fa notizia. L'unico, nel primo tempo, a tentare qualche sortita palla al piede nel mare catenacciaro cosmiano. Sensazionale, poi, l'assist a Bergessio per il raddoppio. Bravi Carboni e Lodi a sostenere il peso della mediana contro corridori inesauribili come Migliaccio e Nocerino. Ma è Maxi Lopez a dover ricevere, senza alcun dubbio, la palma del migliore in campo. Prestazione straordinaria per peso atletico, grinta, abilità a fare da sponda, prontezza nel fiondarsi in ripartenza; insomma il classico punto di riferimento centrale eccezionale a far reparto da solo. Entra nel primo e nel terzo gol, peccato che non riesca a segnare, ma va bene così. E' questo il cuore, la dedizione alla maglia che il pubblico etneo vuole vedere. A fine campionato farà quello che deve fare, ma per adesso è a Catania e deve trascinare questa squadra alla salvezza, essendone il miglior giocatore. Oggi ha dimostrato di volerlo fare. Indimenticabile, poi, il saluto a quattro dita esibito a fine gara. Uno "sfottò" che ci sta.


Ledesma "zittisce" tutti

Come, del resto, ci sta il gesto del "silenziatore" di Ledesma dopo aver siglato la sua seconda rete nei derby (la prima, leggendaria, in quello 0-4 già ricordato). Bisonga capirlo. Non ha sicuramente disputato una stagione positiva, malgrado le sue doti siano indubbie. E' stato uno dei giocatori più "pizzicati" dal pubblico del "Massimino", logica la reazione, umana. Anzi, vorremmo tutti che ne esibisse tante altre, significherebbe avere ritrovato il vero Ledesma, giocatore fondamentale nelle intenzioni di inizio campionato della dirigenza etnea. Bravo Simeone a inserirlo al momento giusto, facendogli tirare fuori tutta la rabbia che ha in corpo. Da "oveja" (pecora) a leone nel giro di pochi minuti. Que aproveche, Pablo!


Riecco il vero "Massimino"

Il risultato più importante di questo straordinario derby non è, però, quello del campo, pur vitale. E' il ritrovato connubio, questa volta definitivo e incontrovertibile, fra pubblico e squadra. Vedere di nuovo 20.000 allo stadio, tutti uniti, caldi, pronti a farsi trascinare dai giocatori e a incitare a più non posso, è stato bello, quasi un "deja vu" nostalgico rispetto ad altre, più fortunate, stagioni. Solo trovando questa comunione d'intenti si potrà costruire un futuro importante. Il "Massimino" è tornato e questo risultato così eclatante fortificherà tale legame. Potrebbe essere questa la svolta, ma non stagionale, svolta epocale in grado di consentire il rinvenimento di quella congiunzione tra società e tifosi che era venuta a mancare ultimamente. Per il futuro, ripeto, non per la contingenza, pur importante, del momento.


A Bari la volta buona?

Tutti i tifosi del Catania, adesso, si staranno domandando: sarà la volta buona? Non diciamo niente, per favore, perché ultimamente siamo stati delusi troppe volte. Faccio solo notare che il Bari oggi è andato a "uccidere" sportivamente Pasquale Marino, battendo 2-1 il Parma a sorpresa. Non regala nulla il team allenato da Mutti, questo è evidente. Servirà lo stesso Catania odierno. Ecco, in questo caso si potrebbe pensare a qualcosa di "importante". Ma solo in questo caso... Let's go, Liotru, let's go!!!