Cosi di Catania (calcio): Il boia Ciro Raner, un ex-calciatore rossazzurro

 

Nuovo appuntamento con i 'cosi catanisi' di Alessandro Russo

Buongiorno.
Alle sette antimeridiane del giorno d’oggi, in questo piccolo spazio virtuale all’interno del grande sito on-line che è calciocatania.com, subodoro che volge al suo punto estremo Cosi di Catania (calcio). Quella che sto tentando di buttar giù qui in questo preciso istante, cioè la tredicesima uscita di questa rassegna qua (a esser precisi sarebbe la quattordicesima giacché all’inizio di tutto venne pubblicata pure la puntata numero zero), coinciderà con la penultima volta di codesta rubrica. Poi, insomma, il ventidue maggio prossimo venturo, intorno alle sei del pomeriggio, in breve, io darò la buonasera.
Epperò adesso, martedì quindici maggio duemilaediciotto, gli ormeggi li mollo grazie ai nuovi ritrovamenti d’un formidabile studioso di tante cose brutte e belle, allacciate tutte al football etneo.

«Caro Cucci, -così Sergio Nunzio Capizzi al Guerin Sportivo- chi le scrive è un ragazzo di Catania, appassionato di statistiche e di amarcord. Di recente con gli amici autori del libro "Tutto il Catania minuto per minuto" e altri appassionati sportivi, abbiamo costituito un comitato che si è fatto promotore di alcune belle iniziative che hanno portato alla realizzazione di uno splendido murales che adorna la parete dello stadio Massimino, raffigurando i volti di alcuni tra i protagonisti della storia del calcio rossazzurro, e inoltre l'intitolazione di una via all'allenatore Geza Kertèsz, il quale portò il Catania in serie B per la prima volta nel lontano 1934 e fu ucciso dai soldati nazisti per aver tentato di salvare un ragazzo ebreo.

 



Ultimamente facendo ricerche sul web e in biblioteca, mi sono imbattuto sull'altra "faccia della medaglia" ovvero l'antieroe rossazzurro; Ciro Raner nato a Pisino nel 1917, militò nel Catania prebellico, stagione 1940-41 (quarto in piedi da sinistra nella foto in allegato e accanto in una foto tratta da "Panorama" ormai anziano); giocando nel ruolo di mediano, disputò 18 presenze segnando una rete in quel campionato di serie C. Ebbene Raner dopo la resa dell'Italia, culminata con l'armistizio dell'8 settembre, dopo aver combattuto per la nostra patria, viene assoldato tra le fila dei partigiani di Tito, diventando capo del campo di concentramento di Borovnica, dove furono trucidati migliaia di italiani coi massacri delle foibe. Riuscì a vivere oltre gli ottanta anni e a quanto pare percepì una pensione di poco più di 500 mila lire per il servizio di leva prestato per la nostra nazione, tant'è che alcuni magistrati romani indagarono su questa vicenda come quella di tanti altri ex partigiani anch'essi indiziati per analoghi crimini di guerra.

Giacchè il Guerino è una rivista che s'è sempre occupata anche di storia, avevo il piacere di portare a conoscenza di tutti i lettori qualora non fosse stato già fatto prima, questa storia a metà tra il calcio e la guerra. Cordiali Saluti»
In virtù dell’abile e feconda penna di Sergio Nunzio, ordunque adesso so che perfino un criminale di guerra annoveriamo tra i nostri ex. Sprofondato poi nella lettura d’una impolverata copia de La Sicilia, proveniente dallo sterminato archivio del Capizzi e datata mercoledì quattordici ottobre millenovecentosettanta, scopro un fatto astruso. Quando, a Zenica, per la prima volta nella sua storia,il Catania gioca una partita della Mitropa Cup, c’è un medico jugoslavo che scalpita in attesa dell’approdo della carovana rossazzurra.


 



«Il Catania –attacca Pippo Garozzo - trova amici dappertutto. Ad attenderlo oggi all’aeroporto di Sarajevo c’era il dott. Ciro Raner che ventott’anni addietro giocò nel Catania da centromediano. I più vecchi tifosi catanesi lo ricorderanno certamente insieme al terzino Nebbia, al mediano Bettini, al povero Armando Carbone, al terzino Stivanello, al portiere Sernagiotto, all’ala Umberto Marcoccio e agli altri gagliardi rossazzurri del tempo. Raner, che ha preso la cittadinanza jugoslava, adesso fa il medico e dirige l’Istituto di medicina del lavoro della società mineraria e metallurgica di Zenica (320 metri di altezza, settantamila abitanti, il centro industriale più importante della Jugoslavia) che finanza la società calcistica.»


14 ottobre 1970 Celik Zenica-Catania 3-0
Ottavi di finale Mitropa Cup Gara d’andata -

CeliK Zenica : Vujacic, Dogandzic, Talic, Mujkic, Golubovic, Pintol, Micic, Radulovic (75’ Barjaktarevic), Renic, Herceg (63’ Baeric), Rasic.
Catania: Rado, Strucchi, Limena, Buzzacchera, Montanari (75’ Cherubini), Vaiani, Cavazzoni, Pasqualotto, Baisi (43’ Silvestri), Pereni, Bonfanti.
Arbitro Vince (Ungheria).
Gol: 32’ Mujkic (rigore), 39’ Renic, 65’ Micic.