Cosi di Catania (Calcio): Lorenzo Barlassina e l'organo sessuale femminile...

Lorenzo Barlassina in azione (Foto: Tutto il Catania minuto per minuto)

Lorenzo Barlassina in azione (Foto: Tutto il Catania minuto per minuto) 

Nuovo appuntamento con l'attesa rubrica di Alessandro Russo.

Buongiorno e benvenuti al nuovo appuntamento all’interno di questo spazio virtuale on-line del sito calciocatania.com che è la rubrica denominata Cosi di Catania (calcio).

Di filosofie orientali e mondi paralleli, di Aldo Cantarutti e di Franco Battiato, entrambi felicemente in groppa al liotru, settimana scorsa a lungo si parlò. Giunto è adesso il momento di sottolineare che le mie più importanti amicizie nacquero tutte nei dintorni del pallone etneo. È per questo che il pensiero corre a Salvo, Roberto, Emanuele, Angelo, Enzo, Filippo Fabio, Sergio, Piero e Antonio (a buona ragione appellato con l’epiteto di “Sommo Sacerdote”). Tante sono le cose che codesti signori - che poi altro non sono che i veri e propri moschettieri della storia del Catania - combinarono: disegni, organizzazione di mostre fotografiche, pubblicazione di libri, murales, pièce teatrali, intitolazione d’una via cittadina a Géza Kertész, eccetera eccetera. In più la miriade d’aneddoti che giornalmente tutti loro mi narrano oltremisura mi delizia.

Nel cinquantotto si era in B allorquando venne ingaggiato un giovanissimo Bruno Pizzul. Stette questi con noi due anni ma non giocò mai, eccezion fatta per un’amichevole al Cibali con la Juve; studiò alla nostra università di Legge e qui si trovò molto bene. «Bruno, sei lento» gli ripeteva agli allenamenti il santone Carmelo Di Bellla. «Il mister si sbagliava,» –ricorda oggi un sorridente Pizzul- «ero lentissimo».

Negli anni Trenta il nome del Catania incute un certo rispetto. Siamo in Prima Divisione e la stella è il turco Mustafà, un atleta-giocoliere che gareggia scalzo e fa divertire il pubblico. In qualche cittadina che ci ospita ci sono addirittura i manifesti che ne segnalano la presenza.

Il ventidue maggio del trentadue in previsione d’un derby a Siracusa contro i leoncelli, la carovana partì la mattina alle nove in automobile. Per arrivare in orario, passando per i lunghi tornanti tra Lentini e Villasmundo, sostenne tre ore di viaggio: inevitabile la sconfitta per due a zero.

Lino De Petrillo insieme a Lorenzo Barlassina(Foto: Tutto il Catania minuto per minuto) 



Ci son forti dubbi sulla leggenda d’un Catania-Genoa conclusasi due a due al “Campo dei Cent’anni” di Piazza Esposizione il giorno cinque del mese di maggio millenovecentotrentacinque. Si narra che il presidente Vespasiano Trigona, Duca Di Misterbianco nell'intervallo chiese ai calciatori - che erano in vantaggio per due a zero - di non vincere perché non poteva egli permettersi una squadra in A. In realtà, in classifica eravamo già staccati e all'intervallo si stava uno a zero. Dieci minuti primi dalla fine raddoppiammo col classico "gol dello zoppo" di Cocò Nicolosi, che s’era infortunato, e solo al novantesimo fummo raggiunti. Dalla scrupolosa analisi di recenti documenti che son saltati fuori è emerso però un fatto nuovo. È stato accertato che il nostro terzino sinistro Luigi Ferrario, in entrambe le realizzazioni dei liguri, era occupato a legare le stringhe dei suoi scarpini. Quell’anno il Genoa fu promosso in A e a fine torneo Ferrari passò ai rossoblù.

In occasione dei più importanti match negli anni quaranta, cinquanta e sessanta i quotidiani s’improvvisavano sponsor e promettevano premi partita anche curiosi: la manifattura d’un vestito per ciascun atleta, la cravatta per il primo marcatore, le bottiglie di colonia, oppure il noleggio gratis d’una macchina e persino alcune stecche di sigarette.

I casi giudiziari ? Una costante: nel quarantanove ci fu lo spareggio con l'Avellino perso sul campo, ma poi vinto a tavolino. Nel cinquantatrè si disputò invece in pieno luglio la partita decisiva col Legnano che fu persa per quattro a uno. Nel novantatrè e nel duemilaetrè, ma anche nel quarantotto, nel cinquantuno e nel cinquantacinque (caso Scaramella) ci sono stati altri processi sportivi con conseguenze serie.

Il portiere romano Amedeo Rega (nostro guardiapali a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta) rischiò di non esser tesserato mai con noi. Il fatto è che il ventitrè marzo del quarantaquattro si trovava Rega nella capitale nei pressi di via Rasella proprio nel momento in cui scoppiava l'ordigno che uccideva trentatrè soldati della Wehrmacht e che sarebbe stato all'origine della rappresaglia sanguinosa delle fosse ardeatine. Nell'immediatezza Rega venne arrestato dai nazisti e mentre stava per essere fucilato ebbe la fortuna d'essere riconosciuto da un milite fascista tifoso della Roma, che testimoniò che lui non era presente.

Catania 1980-81: Lorenzo Barlassina premiato dai tifosi 



Un pomeriggio, correva l’anno di grazia millenovecentottanta e si era a febbraio, più precisamente il giorno ventiquattro, al Cibali gettò l’ancora l’Empoli. Al primo minuto il centrocampista e capitano rossazzurro Barlassina, opposto al mediano toscano Martelli, perse un normale contrasto di gioco. D’improvviso, poco amabilmente, una voce squarciò l’aere: «Barlassina, sii chiu moddu do….». Utilizzando una sapiente similitudine infierì sul “Barlassa” un supporter nostrano disagiatamente collocato sui gradoni. Aveva questi tra i trentasette e i quarant’anni, esibiva una fronte nervosa e stempiata insieme a due baffoni da sceriffo: fumava egli una Marlboro dopo l’altra. In quella occasione, la presunta fiacchezza del nostro capitano venne paragonata dall’illuminato poeta alla tenera morbidezza dell’organo sessuale femminile.
Cosi di Catania.

24 febbraio 1980 CATANIA-EMPOLI 2-0
21. giornata –Campionato nazionale serie C1

Catania: Sorrentino, Labrocca, Castagnini, Casale, Bertini, Chiavaro, Mastrangioli, Barlassina, Borghi, Morra, Piga.
Empoli: Paradisi, Giornali, Papis, Martelli, Mariani, Panizza, Novellino II, Biliotti, Perrone, Lucchi, Amendola.
Arbitro De Marchi di Novara.
Gol 65’ Morra, 68’ Piga.


Alessandro Russo. Medico ortopedico catanese, insegna scrittura creativa e recensisce libri. Autore di Angelo Massimino, una vita per (il) Catania. Geo Ed., 2007 e di Il Russo-azzurro Algra Ed, 2016, coautore di Tutto il Catania minuto per minuto. Geo Ed, 2010. Suoi racconti e saggi sono stati pubblicati in Musica dai saloni, suoni e memorie dei barbieri di Sicilia (2009), Serenate al chiaro di luna (2011) e Merica, Merica. Viaggio verso il nuovo mondo (2015). È il curatore dell’Antologia dei racconti sul Calcio Catania (AA.VV Geo Ed.2017)