Cosi di Catania (Calcio): La storia di Pedro Luís Vicençote detto ''Pedrinho''

Stadio Cibali, 16 agosto 1983 (Foto Tutto il Catania minuto per miunuto)

Stadio Cibali, 16 agosto 1983 (Foto Tutto il Catania minuto per miunuto) 

Nuovo appuntamento con la seguitissima rubrica del nostro Alessandro Russo

Chi di noi si ricorda di quella bella favola che aveva per protagonista quel giocatore di pallone che di nome faceva Paulo Roberto e che divenne un giorno l’ottavo Re di Roma?

Orbene, dimentichiamoci subito di quella vicenda, ché nulla ha a che vedere con la puntata numero quarantotto di Cosi di Catania (calcio) in onda qui, stamattina, ancora una volta dalle nostre solite frequenze di calciocatania.com.

I fatti.

Qualche giorno orsono mi spremevo le meningi per individuare chi tra i centomila protagonisti del Catania 1946, quello della storica matricola 11700, potesse rappresentarne meglio di altri l’emblema aureo e financo il suo miserevole fallimento. D’improvviso ho tirato un lungo sospiro di sollievo ed è successo nel momento in cui ho creduto di aver identificato, tra una rosa residua di sette-otto personaggi, questo signore qua.

Mi sono tornati in mente decine di fotogrammi nostalgici relativi a un pomeriggio di quasi quarant’anni addietro all’aeroporto di Fontanarossa. Invero, ho nitidamente rivisto pure il disastro che fece seguito al trionfale sbarco d’un aitante calciatore sudamericano qui da noi, ai piedi del vulcano più alto d’Europa. Pur non di meno, è necessaria una piccola puntualizzazione, sarebbe a dire che, invece che di sbarco, sarebbe più corretto parlare dello scarico di questo presunto campione straniero nella baia catanese.  

Ad Antenna Sicilia con il presidente Angelo Massimino nel settembre del 1983 (Foto Angelo Cocuzza)

Pertanto il mio articolo di oggi assume un significato un po’ particolare, sarebbe a dire che va a rimarcare il concetto che, nel gioco del calcio così come nella vita, sovente l’apparenza non è tutto, anzi il più delle volte è quasi niente.  

Mentre, a poco a poco, butto giù il mio nuovo Cosi di Catania (calcio) penso di certo a tutto ciò che da queste parti sarebbe potuto accadere ma disgraziatamente non è capitato. Mi viene in mente la raffigurazione della solita Catania colorata acca ventiquattro di rosso e di azzurro, quella in bilico perenne tra i tric e trac e i fuochi d’artificio ma pure tra i clamorosi fiaschi, i dissesti economici e le cocenti delusioni.

Andiamo adesso, quindi, tutti insieme a vedere cosa accadde per davvero.

Lui di anni ne ha venticinque, è biondo, bello e riccioluto; soprattutto sfoggia un seducente  sorriso simpatia. Proviene dal Vasco da Gama e in carriera ha già vinto due campionati.  Fa parte del giro della nazionale verdeoro con la quale ha realizzato una rete in tredici incontri ed è stato pure  in Copa América. Ha perfino partecipato al campionato del mondo 1982, senza scendere mai in campo ma pur sempre era nelle fila d’una squadra di fenomeni come Socrates e Falcao, giusto per citarne due a caso.

Or dunque, è venuto egli quaggiù in terra di Sicilia al solo scopo d’innalzare il tasso tecnico della cumacca etnea dopo il grande balzo nell’Olimpo del pallone italico, in un momento cioè in cui l’epidemia di febbre brasileira imperversa unni e ghiè.

Ha il curriculum di un gran giocatore e la fama di viveur. Veste in giacca bianca e cravatta marrone e non si sottrae al soffocante abbraccio d’un tripudio di vessilli rossazzurri.

Le somme spese per fargli indossare la casacca del Catania sono da capogiro. Queste le cifre esatte: un miliardo e mezzo è costato il suo cartellino, trecento milioni di lire è il suo ingaggio. Appena mette piede in Sicilia si presenta cosi: «Non conosco nessuno e almeno per il primo periodo ci sarà il problema della lingua. Sono contento di poter andare in ritiro con la squadra perché sarà la buona occasione per conoscere meglio i miei compagni e per trovare con loro l'intesa in campo; sulla sinistra posso giocare sia in difesa che in attacco.»    

«Ai dintorni dell’Etna - assicura il “Guerin Sportivo” - si balla il samba e nei ristoranti e nelle discoteche di Taormina la musica brasiliana è presente ogni sera. Da “A querela Do Brasil” a “Garota De Ipanema”, il ritmo caldo della canzone tropicale invade l’estate siciliana.»

Di lui l’allenatore del Catania dice questo: «È  adattabile a più ruoli, ha la classe di Cabrini e la forza di Junior ma la sua dote migliore è il sinistro.»

«È l’erede di Falcao aggiunge il suo nuovo presidente.

Bibbiena, ritiro precampionato. Agosto 1983

È  un giocatore di valore e le sue caratteristiche tecniche sono eccellenti;  tira calci d’angolo e calci di punizione da fuori area con ottimi risultati. Al “Cibali” adesso c’è una novità assoluta studiata apposta per gli allenamenti. Sto parlando d’una barriera di lamiera con le sagome umane, acquistata appositamente per permettergli di affinare il piede sulle punizioni a giro.

«È un tipo allegro e simpatico, -prosegue il “Guerin Sportivo”- fa amicizia con tutti e specialmente con le ragazze, che rimangono affascinate dal suo innegabile sex-appeal, dai suoi capelli biondi e dagli occhi azzurri. Possiede un fiato incredibile e un buon controllo di palla: è sicuro e vanta un tiro forte da lontano.»

«Gioca bene la palla - così “I siciliani”- sia di destro che di sinistro, possiede una castagna davvero micidiale ed è anche u ottimo colpitore di testa. I suoi cross a tagliare dovrebbero mettere in difficoltà molte difese avversarie. Tutto sta nel trovare compagni di squadra in grado di raccogliere, di testa o di piede, i suoi suggerimenti.

Avrà più spazio a sua disposizione non dovendo agire nella zona centrale del campo di solito affollatissima nelle partite del campionato italiano. Partendo da lontano avrà certamente la possibilità di trovare gli spazi necessari per la sua fantasia. Per incantare -diciamo- gli avversari e colpirli al cuore. Seduttore anche tatticamente. Alla Cabrini! Difensore che riesce, grazie al suo dinamismo, a trovarsi nei pressi dell’area di rigore avversaria pronto al cross per la testa di Cantarutti e pronto anche a battere direttamente a rete. Il paragone con Cabrini non è inventato!»

Epperò, con lui in campo, nel giro di tre anni il liotru ruzzola in B e rischia dannatamente di scivolare per due volte in C: poffarbacco!

«Cambia mestiere, -gli dicono ora i tifosi - vai a vendere fiori. Siamo stanchi delle continue lamentele di questo giocatore convinto di essere un fuoriclasse che si sente vittima di una congiura contro di lui.»

L’ultima presenza del nostro piccolo  eroe rossazzurro è datata 8 giugno 1986 e si srotola allo stadio comunale “Giovanni Zini” di Cremona, dove il cosiddetto erede di Falcao entra in campo al trentesimo minuto del primo tempo e poi trotterella stancamente per un’oretta, minuto più o minuto meno.

 Stadio Cibali. Settembre 1983

37° giornata Campionato nazionale di serie B

8 giugno 1986,  Cremonese-Catania 0-0

Cremonese: Rampulla, Garzilli, Citterio, Montorfano, Finardi, Viganò, (60’ Galluzzo)Bonomi, Nicoletti (46’Lombardo), Bencina, Chiorri. All. Mondonico

Catania: Onorati, Longobardo, De Simone, Polenta, Canuti (30’Pedrinho), Picone, Puzone, Maggiora, Braglia (86’Luvanor), Picci, Borghi All. Rambone

Arbitro: Cornieti di Forlì