Cosi di Catania (Calcio): Catania-Cittadella 2-3, e fu buio pesto

2014/15: Pablo  Cosentino insieme a Nino Pulvirenti

2014/15: Pablo Cosentino insieme a Nino Pulvirenti 

Nuovo appuntamento con la rubrica del nostro Alessandro Russo

Shalom.
Buongiorno e benvenuti al nuovo appuntamento all’interno dello spazio virtuale on-line del sito Calciocatania.com che corrisponde alla puntata numero trentotto di questa rubrica qua denominata Cosi di Catania (calcio). Se ne è andato Gianni Di Marzio, si è spento Maurizio Zamparini ed è volata in cielo pure Monica Vitti; all’ombra del vulcano Etna, un mese e mezzo fa, è invece scomparsa la storica matricola undicimilasettecento e da quel momento nessuno ha avuto più notizie nemmeno della Sport Italia Group Investement.


Ferraù, Nicolosi e La Ferlita esponenti della SIGI 



Epperò oggi qui ci tocca andar avanti e provare a parlare - come accennavo già nella puntata numero quattro di Cosi di Catania (calcio) - d’una sfera di cuoio tappezzata di rossazzurro che da novantatré anni rotola dentro un’ampia distesa erbosa per novanta minuti e rotti. È d’uopo, a tal proposito, un piccolo salto indietro nel tempo che tuttavia è lungo poco meno di sette anni. Lo spazio è invece lo stesso di sempre e collima con piazza Spedini, nel pieno centro di questa bella metropoli sicula che si chiama Catania.

La scelta di codesto viaggio temporale a ritroso è motivata da un avvenimento a dir poco sensazionale; si tratta, nevvero, dell’ultima gara casalinga in un campionato cadetto nella storia del Calcio Catania spa 1946. Siamo tornati indietro, insomma, al pomeriggio di sabato sedici maggio dell’anno di grazia duemilaquindici, allorquando sta per giocarsi uno spareggio salvezza, la partita cioè tra gli atleti del Catania e quelli del Cittadella.

Dopo otto anni profumati di A - sette dei quali conditi da record e sollazzi - l’elefante rossazzurro è stato appena retrocesso in B e adesso rischia un nuovo capitombolo in terza serie. Orribile è stata fino a questo momento la stagione calcistica duemilaquattordici-duemilaquindici; il rendimento complessivo è stato parecchio al di sotto delle attese e, per tale ragione, lo stadio è oggi mezzo vuoto. A ogni buon conto, mi tocca aggiungere che, per lo stesso motivo, nessuno dei presenti ha ora difficoltà a parcheggiare l’auto nei paraggi del “Massimino”.

Nella prima frazione di gioco l’approccio dei nostri è per lo più scadente e non succede nulla fino all’istante in cui mancano sette minuti al duplice fischio della giacchetta nera di turno. Orbene, in quel momento gli ospiti pressano con un cross in area dalla sinistra proprio sotto la Curva sud e a quel punto tre dei nostri giocatori (due difensori e il portiere) vanno a farfalle. Il Cittadella è in vantaggio: zero a uno. Passa qualche decina di secondi e c’è una punizione ben sferrata in attacco e poi un colpo di testa in mischia di un nostro calciatore. La palla termina in rete: uno a uno. Sventuratamente, il secondo tempo ricomincia con una nuova amnesia della difesa rossazzurra al centro dell’area di rigore: uno a due. All’ottantacinquesimo, poi, ci viene fischiato un calcio di rigore: due a due. Sembrerebbe che l’incontro di pallone stia per finire con la classica divisione della posta, dei tarallucci e del vino ma, in realtà, non è cosi. Pochi battiti di ciglia dopo, infatti, la difesa del Catania va in catalessi per la terza volta, il Cittadella segna e il match finisce con il risultato di due a tre.

Catania-Cittadella 2-3: striscione emblematico 



È stato in quel pomeriggio che è morta la matricola undicimilasettecento.
Anche se apparentemente negli anni a seguire si sono verificati molti fatti nuovi, in realtà non è cambiato sostanzialmente nulla.
Nondimeno, tra sette giorni o poco più, alcune persone (che auspico illuminate) potrebbero giungere al comando del timone rossazzurro.

Ciò equivarrebbe a poter rivedere la luce, salvare la C e, un giorno, perfino tornare in B e poi in A.
Non pensare più alla matricola corrisponderebbe a scordarsi di chi un giorno organizzava fantasmagoriche riunioni a bordo piscina con il direttivo di top club italiani, un altro confessava la contrattazione delle partite. Equivarrebbe a segnare un taglio netto con chi metteva il club in vendita ma lo faceva solo per finta. Dimenticare una volta per tutte il penoso e prolungato andirivieni di miseri personaggi il cui nome sarà per sempre collegato al fallimento del Catania Calcio spa 1946 e pure del centro sportivo di Torre del Grifo.
Inshallah

Pietro Lo Monaco prima dell'inizio di Catania-Juve Stabia del 2018 




20. giornata ritorno campionato nazionale di Serie B
16 maggio 2015, Catania, stadio Angelo Massimino
CATANIA-CITTADELLA 2-3
Catania Gillet, Del Prete, Schiavi (61' Sauro), Ceccarelli, Mazzotta, Sciaudone, Rinaudo, Coppola (75' Chrapek), Rosina ( 61' Maniero), Calaiò, Castro. All. Marcolin
Cittadella Pierobon, Cappelletti, De Leidi, Pellizzer, Donazzan, Benedetti, Rigoni, Paolucci (10' Kupisz), Minesso (75' Barreca), Gerardi (80’ Coralli), Stanco. All. Foscarini
Arbitro Gavillucci di Latina
Gol 38' Gerardi, 41' Schiavi, 53' Kupisz, 85' Calaiò, 89' Stanco