Cosenza-Catania 1-1: le pagelle rossazzurre

Luca Liverani sempre più affidabile.

Luca Liverani sempre più affidabile. 

Liverani migliore per distacco, bene Plasmati e Di Cecco, diverse insufficienze in difesa, a centrocampo...e in panchina.

Liverani voto 7,5: Respinge brillantemente la conclusione ravvicinata di Arrighini al 17°. Si ripete al 55° quando protegge il palo sull’incursione di Pinna. Interventi che consentono ai compagni di restare in partita. Determinante.

Garufo voto 5,5: Regge bene l’urto nei confronti di Statella prima e Pinna poi, ma quando Vutov si aggira dalle sue parti entra in difficoltà. Oggi poco presente in fase offensiva.

Pelagatti voto 4,5: Se avesse lasciato calciare Vutov, anche in caso di gol del bulgaro, i compagni avrebbero potuto cercare la rimonta in 11 contro 11. Invece in un colpo solo provoca il rigore da cui scaturisce il vantaggio cosentino e mette nei guai la squadra.

Bergamelli voto 5,5: Vutov, che non è certo una torre, lo sovrasta al 17° prolungando di testa la sfera a favore di Arrighini, che spreca. In condizioni fisiche non perfette, viene sostituito da Ferrario durante l’intervallo.
-> Ferrario voto 5: Pancaro gli chiede di rimpiazzare Bergamelli e lui pasticcia parecchio, lasciandosi scappare Vutov in occasione dell’azione che porta al rigore e all’espulsione di Pelagatti.

Nunzella voto 6: Corsa e sacrificio sono quelli di sempre, non si può dire lo stesso della precisione nei cross, eccezion fatta per la punizione battuta a tempo quasi scaduto. E’ l’unico del pacchetto difensivo a non affondare in marcatura.

Agazzi voto 5,5: Schierato da mezzala sembra vagare sperduto sul terreno di gioco. Si innervosisce e rimedia un cartellino giallo al 43° per un fallo di frustrazione. Paradossalmente rende meglio quando la squadra resta in 10 e si accentra, provando insieme a Di Cecco a mettere in moto il reparto d’attacco.

Musacci voto 5: Cerca di proporsi tra le linee per ricevere il pallone e far partire l’azione offensiva, senza riuscirci. La sua lentezza d’altronde lo penalizza anche nei frangenti in cui controlla la sfera. Quando Pancaro deve sacrificare un giocatore per far entrare Bastrini e far fronte così all’espulsione di Pelagatti, sceglie proprio lui.
->Bastrini voto 6: Esegue il compito che gli viene affidato senza tanti fronzoli, spazzando il pallone a più non posso quando gli esterni avversari lo manovrano dalle sue parti. Meno elegante, ma sicuramente più efficace dei compagni di reparto.

Di Cecco voto 6,5: Un giocatore completo che riesce a far bene praticamente tutto. Nel primo tempo prova un tiro a giro al 32°. Nella ripresa è sua la sponda che Calil non tramuta in rete (due minuti prima del pasticcio Ferrario-Pelagatti); ancora, a una ventina di minuti dal termina, sfiora il palo con una conclusione di prima su cross teso di Falcone. Chiamato anche a difendere in situazione di inferiorità numerica, al 78° viene ammonito per aver ostacolato un contropiede del Cosenza.

Falcone voto 6,5: Il più attivo dei suoi nella prima frazione di gioco: già al 1° svolazza in contropiede, concludendo male; al 13° prova una rasoiata in area che si spegne a fil di palo; cerca spesso il cross e già che c’è rimedia anche un’ammonizione in fase di ripiegamento, quando evita una ripartenza di Vutov. Nel secondo tempo si spegne, anche perché la squadra subisce la sfuriata del Cosenza. Non partecipa all’arrembante finale perché Pancaro preferisce schierare Calderini al suo posto.
-> Calderini SV: Schierato in qualità di mossa della disperazione, non lascia il segno.

Plasmati voto 6,5: La sua presenza in campo invoglia i compagni a ricorrere più del solito al lancio lungo, ma il suo approccio col controllo del pallone è piuttosto problematico, e di fatto sembra un corpo estraneo fino al momento in cui Calil gli appoggia il pallone che lui scarica di prepotenza in porta.

Calil voto 6: Schierato sulla sinistra non entra quasi mai nel vivo del match e da spesso l’impressione di non saper cosa fare di preciso. Divora pure un gol (che avrebbe potuto cambiare il volto alla partita) a tu per tu con Perina al 57°. Ma si fa perdonare offrendo a Plasmati l’assist per l’1-1 e provocando con un guizzo l’espulsione del difensore avversario Tedeschi. Sul calcio di punizione che segue sfiora di testa il clamoroso gol della vittoria.

All. Pancaro voto 5: Pur di non cambiare modulo decide di riproporre il tandem Musacci-Agazzi che ha già deluso a più riprese, e snatura Calil dirottandolo sulla fascia. I suoi ragazzi danno spesso l’impressione di non avere idee sul da farsi quando portano palla nella metà campo avversaria, e la consueta lentezza fa sì che gli avversari arrivino spesso prima sul pallone. Il rovescio della medaglia è rappresentato dall’encomiabile reazione in situazione di inferiorità numerica, che dimostra che questa squadra possiede attributi e orgoglio. Ma l’impressione di fondo resta sempre quella: il vestito che cuce addosso ai giocatori non sembra minimamente quello adatto.

COSENZA voto 6: La squadra di Roselli conferma la propria propensione al “cinismo”, anche se, rispetto alla gara d’andata, prende più coraggio in fase offensiva, spinta dal sostegno dei propri tifosi. In realtà la miglior qualità dei ragazzi in maglia rossoblù è la corsa, grazie alla quale sostengono le idee dell’illuminato Vutov, talento di categoria superiore. Uscito dal campo il bulgaro, si spegne la luce e il Cosenza nonostante la superiorità numerica becca la rete del pareggio e nel finale rischia pure di perdere un match che ha per larghi tratti dominato.

Arbitro Baroni voto 7: Partita complessivamente caratterizzata da chiamate non difficilissime, ad eccezione del gol di Plasmati, in merito al quale il suo assistente segnala il fuorigioco con colpevole ritardo, messo sotto pressione dai difensori rossoblù. Ma Baroni dimostra di possedere personalità e sicurezza nei propri mezzi confermando la regolarità del pareggio etneo.