Che ne sarà di questa squadra?

Un messaggio chiarissimo...

Un messaggio chiarissimo... 

L'analisi del momento rossazzurro, di una luce in fondo al tunnel mai così lontana...

Catania sconfitto, Catania applaudito
Nella gara valida per la ventiseiesima giornata del Girone C di Serie C il Picerno espugna il “Massimino”, per la prima volta nella sua storia, infliggendo al Catania la terza sconfitta di fila (dopo quelle patite per mano di Monopoli e Catanzaro), la sesta complessiva fra le mura amiche. Sconfitta amara per i rossazzurri di Francesco Baldini (oggi squalificato, sostituito in panchina dal vice Luciano Mularoni) giunta per mano dell’ex Reginaldo, lesto a ribadire in rete al quarto d’ora del primo tempo il colpo di testa di Parigi respinto dalla traversa. Un K.O. che, unito agli altri risultati, risucchia inevitabilmente i rossazzurri alle soglie della zona play-out. E già, perché il successo della Paganese, ha ridotto a tre punti il margine dal quint’ultimo posto occupato proprio dai campani. Distanza minima, che potrebbe ridursi drasticamente fra tre giorni, con l’attesa (si fa per dire…) decisione del TFN in merito ai punti di penalizzazione da infliggere al Catania per via dell’omesso pagamento degli stipendi dei tesserati entro la scadenza di ottobre 2021. Piove sul bagnato, in un pomeriggio di metà febbraio dal quale bisogna salvare ben poco se non la prestazione, comunque volitiva, di un gruppo di ragazzi ormai abituati al peggio, a bruschi risvegli, schiaffi improvvisi e speranze infrante. Catania sconfitto, Catania chiamato a gran voce sotto la Curva Nord ed applaudito dai quasi tremila presenti al “Massimino” prima e dopo la gara.

Davvero conviene ripartire dalla D?
Parlare di calcio, delle scelte iniziali o di quelle in corsa, delle occasioni create e non sfruttate, passa inevitabilmente in secondo piano dinnanzi alla drammaticità di una situazione societaria che sembra non avere soluzione. La mancata aggiudicazione del ramo d'azienda del fu Calcio Catania 1946, storico club dichiarato fallito lo scorso 22 dicembre, è stata un’ulteriore coltellata in pieno petto a squadra e tifoseria. Asta deserta e futuro quanto mai nebuloso. Che ne sarà di questo gruppo di calciatori? Che ne sarà di questi ragazzi che, al netto di errori individuali e di limiti tecnici, giocano da veri professionisti, come se tutto fosse normale? Che ne sarà? Domande che attraverso il silenzio di ieri, il vuoto di un’asta competitiva totalmente ignorata, cominciano ad avere delle risposte, ahinoi non positive. Che ne sarà del Catania, perché seppur fallito da un mese e mezzo, continua ad esistere, a giocare e combattere. È ancora il Catania Quarantasei a scendere in campo, quello con oltre settantacinque anni di storia. Finale di triste, conclusione ingloriosa di una storia emozionante ed unica nel suo genere. È davvero possibile che sia più conveniente ripartire dai Dilettanti, resettando tutto, anziché salvare il salvabile, alias titolo sportivo, gruppo squadra e categoria? Davvero una D da zero vale quanto, se non di più, l’ultimo gradino del calcio professionistico? Il tempo stringe, le domande sono tante e le certezze poche. Il ventotto febbraio è la deadline. L’Elefante attende. In attesa di capire se dovrà fare “staffetta” o se, invece, sarà costretto a chiudere baracca e burattini a stagione in corso…

Il campionato continua. Per ora...
Martedì 15 è data da far tremare i polsi. Fra Tribunale (quello federale) e campo (il “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia) ci sono in ballo sei/sette punti: tre quelli messi in palio sul green sintetico campano; quattro quelli che nella peggior delle ipotesi potrebbero essere sottratti al sodalizio rossazzurro, già penalizzato di due punti. Probabilmente, la decisione del TFN arriverà prima del calcio d’inizio della sfida alla Juve Stabia dell’ex Ceccarelli (oggi “maltrattata” a Palermo con un sonoro 3 a 1), seguendo quel copione non scritto verificatosi più di una volta nel corso di questa stagione, vedi la trasferta di Campobasso. In mezzo, si attende un segnale dai curatori, protagonisti della partita più importante quella della sopravvivenza.