Catenaccio e dintorni

Almiron,

Almiron, "prima" senza acuti... 

Il commento al match del "Massimino" tra etnei e toscani. I temi "caldi": Sannino=catenaccio; Almiron, il nodo; corsie in affanno; Alvarez stile Giampaolo; enigma Barrientos; Bellusci ok; Giampaolo per il riscatto.

Sannino, un catenaccio per amico...

Al calcio si gioca in due. Oggi, al "Massimino", non si è giocato al calcio, ma a una sorta di "rimpiattino" in cui una formazione, il Catania, tentava affannosamente di articolare qualcosa di pedatorio assimilabile al concetto che tutti noi abbiamo appunto di "calcio", mentre la compagine avversaria, il Siena, si schierava in 10 davanti alla propria porta mostrando qualità riferibili a mille discipline sportive eccetto quella di riferimento: atletica, lancio del peso, salto in alto, lotta greco-romana, "ciappeddi", etc. Se poi, a questa attitudine conservativa della squadra avversaria, aggiungi anche un caldo africano (35 gradi), il cerchio si chiude. Qualche genio, a tal proposito, dovrà spiegare agli imbambolati ("insolati") tifosi catanesi, leccesi o romani come sia possibile concepire una gara di calcio alle ore 15.00 a inizio settembre! Ma, si sa, il calcio italiano non finisce mai di stupire. Attenzione, queste considerazioni non devono minimamente essere intese come "alibi" a supporto della scialba prestazione offerta dai rossazzurri al cospetto del Siena di Sannino, ma vanno considerate come una mera presa d'atto relativa a situazioni oggettive e incontrovertibili. Lo 0-0 "attapirante" cui hanno assistito i 15.000 simil-beduini del "Massimino" va al di là del caldo, che agiva sui garretti dei giocatori di entrambi i team, al di là del catenaccio anni 60' del Siena. Va al di là semplicemente perché, a causa del ritardo di condizione di molti uomini chiave, il Catania di Montella non è e non può essere questo; altrimenti ci sarebbe da preoccuparsi. Io, di contro, dico di stare calmi. E' troppo presto per giudicare compiutamente, il tecnico ex romanista merita lo stesso tempo concesso ai predecessori per plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza. Poi, se son rose fioriranno, altrimenti si farà come negli ultimi campionati... Il fatto di non aver perso, perché si possono perdere gare del genere, mi pare sia un buon punto d'inizio.


Almiron, il nodo

Per scardinare il sistema difensivo (sistema? Beh, i 10 uomini davanti alla porta...) di una compagine come quella bianconera sarebbe servito ben altro rispetto al lento e prevedibile tic-toc di Almiron e la scarsa lucidità in fase di rifinitura di Ricchiuti. E già, sono loro gli uomini deputati a far girare il Catania. In specie l'ex barese dovrà essere il fulcro della rinascita etnea. E per farlo bisogna che trovi la condizione. E che si abbia pazienza. Criticarlo adesso sarebbe barzellettesco. Del resto, quest'anno si è passato dal modello "Carboni", cioè un interditore puro davanti alla difesa, al modello "Almiron", un regista vero in grado di far ripartire subito l'azione. Un "salto logico" di non indifferente natura. Ciò, sulla carta, dovrebbe consentire al Catania di trovare continuità di risultati in specie in trasferta, quando i rossazzurri avranno la possibilità di ripartire e trovare spazi fra le maglie della difesa avversaria. Paradossalmente, oggi ha fatto meglio Sciacca quando è entrato nella ripresa, un tipo di giocatore più dinamico e abile a sfruttare le conclusioni dalla distanza. Suoi i tiri più "pericolosi" (virgolette d'obbligo) del Catania nella seconda parte di gara.

Corsie in affanno

La carenza più evidente riscontrata dai rossazzurri, però, è riferibile alla difficolta degli esterni, bassi e alti, di ovviare ai costanti raddoppi previsti da Sannino proprio sulle fasce, presidiate dai terzini, da due centrocampisti esterni come Brienza e Mannini (offensivi sulla carta, alla Gentile vecchia maniera nei fatti) e dalle convergenze dei mediani centrali, in specie Gazzi. Un muro invalicabile. Invalicabile se concedi una sola occasione di battere a rete al tuo cannoniere principe, Maxi Lopez, peraltro con esiti insoddisfacenti. Invalicabile soprattutto se scegli Potenza sulla destra, un difensore puro; se Capuano non ne azzecca una nemmeno per caso (da 4 la sua prestazione); se Lanzafame "buca" la prima (troppo nervoso, dopo la prematura ammonizione); se Gomez, il tuo elemento più in forma, viene letteralmente imbavagliato da raddoppi sistematici. Mi sembra che questo sia il "segmento tattico" sul quale dovrà lavorare maggiormente Montella, in quanto, pur avendo diverse soluzioni alternative per l'attacco, non la stessa cosa si può dire della difesa. A destra Alvarez, a sinistra Marchese o lo stesso "Comu finiu" traslato di corsia.


Alvarez stile "Giampaolo"

A proposito di Alvarez. Comincia come lo scorso anno. O giù di lì. Giampaolo lo giubilò dopo la prima gara a Verona, Montella non gli concede nemmeno l'esordio, preferendogi Potenza. E l'impressione è che l'aeroplanino gradisca maggiormente l'ex genoano. E dato che Bellusci al centro, in attesa di Legrottaglie, ha fornito oggi garanzie... Io dico che, visto il CApuano odierno, non ci sarebbe tempo da perdere a inserire Aavarez a sinistra, lasciando Potenza a destra. Vedremo.


Bellusci ok

Era uno degli osservati speciali da commentatori e tifosi, dopo un precampionato difficile anche in ottica mercato. Ha risposto da giocatore vero. Buona prestazione, in crescendo dopo un paio di sbavature (generali, comunque) iniziali. Con Spolli, migliore in campo, si è segnalato fra i più positivi, disinnescando Calaiò e Gonzalez. Lo attendiamo a riprove più importanti, dato che il Siena nella ripresa non ha superato la metà campo.


Enigma Barrientos

La domanda aleggiante fra i tifosi rimane la stessa: "Comu finiu cu Barrientos?". Intanto, si riparte da dove siera finito: "pitu" in tribuna. L'auspicio è che questo fuoriclasse, perché tale è, possa dimostrare a Montella di essere nelel condizioni atletiche e psicologiche per essere preso almeno in considerazione. Nel ruolo di Ricchiuti, per esempio, potrebbe avere un senso. Per adesso, rimaniamo in attesa. Dipende da lui.


Giampaolo per il riscatto

Domenica prossima torna Giampaolo a Catania (e il Malaka...). Una buona occasione per il riscatto, al cospetto di un ex non troppo amato. Ma, attenzione, "Jean Paul" lo conosciamo, si prospetta una partita simile a quella odierna, a onta dei Mutu, degli Eder, dei Martinez. Quindi, si dovrà rifinire la condizione e sciogliere i dubbi tattici emersi. Capuano? Ricchiuti a centrocampo (Paglialunga ancora non pronto)? Lanzafame in attacco? Oggi molti si sono chiesti perché in una gara da sbloccare contro un catenaccio classico, Montella non abbia inserito Bergessio, punta vera, piuttosto che Catellani. Risposta: Bergessio è una punta centrale. Sì, ma da esterno qualche mese fa contribuì a salvare il Catania con 5 reti. Contro il Cesena un suo inserimento potrebbe starci, visto che ancora Suazo non è pronto. In ogni caso, qualunque sia la scelta complessiva di Montella, il Catania dovrà fare meglio, anche perché le due gare consecutive casalinghe contro dirette concorrenti vanno sfruttate. Quattro punti, considerato il dna del campionato italiano, sarebbero un buon viatico. Let's go, Liotru, let's go!!!