Catania-Virtus Entella 5-1: Secondo step incoraggiante

Escalante cresce insieme alla squadra e realizza il primo gol in rossazzurro.

Escalante cresce insieme alla squadra e realizza il primo gol in rossazzurro. 

Rinaudo e il 4-4-2 di Sannino restituiscono certezze alla squadra, ma il banco di prova decisivo è il prossimo, in Irpinia.

Guai a pensare di avercela fatta. Di essere già “guariti”. Questo Catania è reduce da un periodo sin troppo negativo per potersi permettere il lusso di pensare che il peggio sia passato. I progressi ci sono, e sono innegabili e confortanti. Ma manca ancora un ultimo, decisivo, “check-up”: la prestazione (e possibilmente il risultato positivo) lontano dalle mura amiche, contro un avversario, l’Avellino di Rastelli, che attualmente orbita in zona play-off, a differenza delle avversarie scese al “Massimino” negli ultimi tre giorni, neopromosse pur encomiabili ma dalle aspettative decisamente inferiori.

Rinaudo “uomo-squadra”
Progressi, dicevamo. Non si può che partire dall’assoluto protagonista e mattatore di giornata, Fabian Rinaudo. Nel periodo dell’emergenza (non solo legata alla assenze ma anche tecnica e tattica) a più riprese abbiamo sostenuto che il “Fito” fosse l’elemento da recuperare prioritariamente per poter ridare equilibrio al centrocampo, inventato da Sannino per un mese e inadeguato per l’obiettivo di stagione. Dopo la sconfitta contro lo Spezia, il rientro di Rinaudo rappresentava quasi l’unica e ultima ancora a cui appigliarsi per sperare che i rossazzurri potessero risollevarsi e arrivare a Gennaio in una accettabile posizione di classifica. Ebbene, il giocatore ha risposto e l’ha fatto alla grande, confermandosi non solo imprescindibile e fuori categoria, ma anche capace di cambiare, da solo, il volto alla squadra. Col “Fito” in campo i difensori hanno una protezione nettamente maggiore, oltre che un riferimento cui affidarsi per gestire situazioni scottanti; gli esterni e persino Calaiò e Rosina possono usufruire delle palle recuperate e sapientemente smistate per far ripartire l’azione; l’intero schema di gioco ne beneficia. Senza Rinaudo si è visto tutt’altro Catania, e lo si rivedrà nel caso in cui il giocatore non dovesse essere in futuro disponibile: Escalante è forse il giocatore che più gli assomiglia per la grinta che mette nelle giocate e nei contrasti, ma abbiamo visto contro il Bari come possa andare in difficoltà senza un riferimento del genere al suo fianco; Calello è un mediano leggerino, bravo in fase di palleggio ma insufficiente in interdizione. Segnali che la società non deve trascurare: un centrocampista di sostanza e personalità che possa affiancare e all’occorrenza sostituire il n°21 è più che mai necessario per garantire continuità alla squadra.

Gregari alla conquista della rete
Un altro progresso riguarda il numero di giocatori mandati in gol, che è raddoppiato in una sola partita. Prima di stasera, soltanto Martinho, Calaiò, Rosina (soltanto su rigore) e il miracolato Çani avevano realizzato gol in partite ufficiali con il Catania in questa stagione. Oggi si aggiungono alla lista Escalante, Rinaudo, Sauro e Marcelinho, con l’ulteriore nota lieta riguardante il fatto che si tratta per tutti quanti della prima realizzazione assoluta con la maglia rossazzurra. Al di là delle note statistiche, che, tra l’altro, riportano indietro di 14 anni (l’ultimo “pokerissimo” rifilato dagli etnei in campionato risale al 5-2 contro la Fermana della stagione 2000/01) il dato mette in evidenza i forti miglioramenti della squadra di Sannino sia nella gestione delle palle inattive, da cui provengono ben tre dei cinque gol realizzati, sia nello sviluppo dei contropiedi, che in Serie B risultano quanto mai fondamentali (ne è dimostrazione la sfida di pochi giorni fa contro il Vicenza) per chiudere i match in una situazione di vantaggio.

Un modulo con molti pregi e alcuni difetti
Insomma, il 4-4-2 di Sannino, efficace ma non esaltante contro il Vicenza, alla seconda prova si dimostra in netta crescita. La difesa, cadendo nell’ennesima distrazione mista all’incertezza del portiere di turno, non riesce ancora una volta a mantenere la porta inviolata, ma è più coperta e sicura, e i tanto discussi terzini Peruzzi e Monzon mostrano segni di ripresa in entrambe le fasi partita dopo partita; sulle fasce si riesce a sfondare che è un piacere, grazie alla qualità di esterni come Martinho e Marcelinho che, non più ancorati ai compiti di sacrificio cui erano costretti fino a poche settimane fa, riescono a mostrare il proprio repertorio, non facendo minimamente rimpiangere chi per ora li guarda dai box come Castro e Leto; lo stesso Calaiò, sicuramente frustrato per non aver avuto nitide occasioni e non aver quindi potuto timbrare il cartellino, si guadagna la pagnotta con la solita generosità ed è tutt’altro che avulso dal gioco (se e quando non segna, è sempre decisivo con assist, aperture di spazi ai compagni, aiuto in fase di appoggio). Se vogliamo trovare un difetto, con la coppia di mediani rocciosa il palleggio rischia di diventare sterile nelle fasi in cui la squadra avversaria bada più a coprirsi che ad affacciarsi dalle parti di Frison. Fino al gol di Escalante, infatti, di fronte agli spazi chiusi dalla formazione di Chiavari, ai ragazzi di Sannino non restava che provare a sfondare con guizzi del volenteroso di turno sulla trequarti, perché non c’è un regista in mezzo al campo in grado di far girare il pallone come si deve. Ma non si più avere tutto dalla vita: ad una maggiore copertura corrisponde un minor fraseggio, e chi dispone di gente come Martinho e Rosina, capaci di fiammate dalle quali possono scaturire grandi occasioni per sbloccare il risultato, il prezzo lo può tranquillamente pagare. Sannino, tra l’altro, nella ripresa ha ovviato al problema inserendo un mediano in più, Calello, per l’esterno Jankovic. Ne ha fatto le spese Calaiò, rimasto più isolato, ma in una situazione di vantaggio era necessario rinforzare numericamente il centrocampo per facilitare la manovra e affidarsi alle aperture sulle fasce in contropiede.

Insidie irpine da affrontare e superare per la conferma definitiva
Adesso non ci resta che verificare tutti questi progressi nella gara del “Partenio”, in programma sabato prossimo. Ci sarà un Gyomber in più, ma ci saranno anche 10 giocatori fisiologicamente sfiancati perché reduci da due partite in tre giorni. Le insidie potrebbero essere dunque dietro l’angolo e non è da escludere che Sannino faccia un minimo di turn-over (quello che gli può permettere l’infermeria, dalla quale ha riavuto Calello, e quello che suggerisce il campo, vista la prestazione di Marcelinho) che potrebbe costare in termini di identità e continuità, ma che non deve spaventare, se questa squadra punta davvero in alto.