Catania-Trapani, precedenti: caccia al settimo "sigillo"

L'esultanza di Raffaele Schiavi dopo il gol al Trapani

L'esultanza di Raffaele Schiavi dopo il gol al Trapani 

Il racconto delle sei vittorie casalinghe degli etnei sui cugini granata. All'interno le immagini dell'ultimo precedente

I sette sigilli, nella concezione più sacra del termine, sono quelli che l’evangelista Giovanni dichiara di aver scorto in una visione descritta nel libro dell’Apocalisse, l’ultimo della Bibbia. Nel linguaggio cinematografico, invece, fanno riferimento al film svedese del 1955 di Ingmar Bergman, nel quale il protagonista Antonius Block (al secolo Max von Sydow), in una delle scene più famose del film, si rende di in un’insolita partita a scacchi con la morte, magistralmente interpretata da Bengt Ekerot. Senza scomodare più di quanto non è stato già fatto Bibbia e cinema, catapultandoci di conseguenza nel mondo del calcio di casa nostra e alla sfida interna contro il Trapani – in programma lunedì 23 aprile alle ore 20:46 – il settimo sigillo a cui brama l’Elefante non è altro che l’affermazione numero sette nelle sfide casalinghe contro i cugini granata. Negli otto confronti disputati in terra catanese i rossazzurri sono riusciti a conquistare l‘intera posta in palio in sei circostanze.

Una formazione del Catania edizione 1997-98 



La prima risale a settanta anni fa, quando la compagine granata si chiamava ancora Drepanum: 1-0 per gli etnei di Achille Piccini, grazie alla rete siglata da Arnaldo Cadei. Bis puntuale nella stagione successiva. Il 5 giugno 1949 finisce 2-1 per i ragazzi del tecnico ungherese József Bánás in virtù delle reti di Oscar Messora e ad un calcio di rigore di Giovanni Prevosti all’85’ che riporta definitivamente in vantaggio il Catania dopo il momentaneo pareggio granata siglato da Graziano. Per il tris bisogna aspettare quasi trent’anni. L’occasione giunge il 13 novembre del 1977: netto 2-0 del Catania di Carlo Matteucci con reti, una per tempo, di Emilio Frigerio (su rigore) e Nicola Fusaro. Il poker arriva nel 1997-98, nella “vecchia” Serie C2, con Franco Gagliardi in panchina. Memori della scoppola rimediata nella gara di andata del “Provinciale” (3-0 granata con reti degli ex Mosca e Gianguzzo) il Catania si rende protagonista di una prova come il suo tecnico, gagliarda… Dopo appena quattro minuti di gioco è Umberto Brutto ad aprire le danze. Il vantaggio dura fino al quinto della ripresa, quando Beppe Mosca, ancora lui, mette il pallone alle spalle di Saul Santarelli. Il Catania non demorde e tra l’82’ e l’86 trova due reti con Alessandro Furlanetto (su rigore) e Roberto Ricca. Al novantesimo il “solito” Mosca segna la rete del definitivo 3-2. L’anno seguente, precisamente il 23 settembre del 1998, nell’ultima giornata del primo turno della Coppa Italia di Serie C, Manca, Brutto e Tarantino liquidano la pratica granata con un perentorio 3-0 finale. Vittoria che proietta i rossazzurri di Pierino Cucchi ai sedicesimi della manifestazione.

La cospicua rappresentanza granata al "Massimino" nella gara dell'aprile 2015 



La sesta ed ultima affermazione dell’Elefante, nonché ultimo precedente in terra catanese, è datato 11 aprile 2015. Al “Massimino”, dinnanzi ad una folta e colorita cornice di pubblico resa ancor più armoniosa dalla fraterna amicizia fra le due tifoserie, Catania e Trapani s’incrociano per la prima volta (dopo l’andata disputata ad Erice) in Serie B. Partita pirotecnica, piena di colpi di scena, con ben cinque reti: vantaggio trapanese con un calcio di rigore trasformato dall’ex Christian Terlizzi, rimonta catanese nella ripresa con Raffaele Schiavi (doppietta), un’autorete dello stesso Terlizzi e Castro. Quattro a uno finale per i rossazzurri di Dario Marcolin e tre punti pesantissimi in chiave salvezza. Una salvezza, conquistata sul campo, trasformata successivamente in retrocessione d’ufficio in Lega Pro per via dei noti fatti legati allo scandalo de “I Treni del Gol”, nel quale, secondo le varie intercettazioni, finì anche la vittoriosa gara contro i granata. Pagina nera della storia rossazzurra che a distanza di quasi tre anni rimane assai oscura, piena di dubbi e quesiti irrisolti.