Catania-Sassuolo: analisi del match

 

Il pari interno del Catania contro il Sassuolo raccontato in numeri, grafici e statistiche a cura di Carlo Copani

Il bicchiere è mezzo vuoto. E non basta a placare la sete – di punti e di gioco – del Catania. L’effetto De Canio dura solo un tempo, durante il quale gli etnei dimostrano determinazione e convinzione di poter appropriarsi dell’intera posta in palio. Poi le sostituzioni, i cambi di modulo ma la rete ancora non arriva. Le gambe diventano pesanti e la lucidità viene meno. E il Sassuolo quasi non la mette dentro.
Il bicchiere è mezzo pieno. Gyomber è impeccabile e Keko ha carattere da vendere.
Il pari interno del Catania contro il Sassuolo raccontato in numeri, grafici e statistiche.

Statistiche Catania

Statistiche Catania  



Statistiche Sassuolo

Statistiche Sassuolo  



I ventidue in campo all'avvio

I ventidue in campo all'avvio  



L’infermeria del Catania non è mai stata così affollata. A leggere nomi e referti pare di essere di fronte ad un vero bollettino di guerra: Bellusci – lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio destro – Monzon – distorsione alla caviglia – Spolli – stiramento al gemello della gamba destra – Boateng – risentimento al flessore – Peruzzi – riabilitazione a seguito dell’intervento al ginocchio. A questi, si aggiungono le indisponibilità, per squalifica, di Legrottaglie, dopo il rosso rimediato a Cagliari e di Alvarez, fermato dal giudice sportivo in seguito al quarto cartellino giallo collezionato.

Come se non bastasse, una nuova tegola si abbatte sui rossoazzurri, Barrientos è infatti costretto a saltare il match contro il Sassuolo per infortunio (si parla di una frattura del processo traverso della terza vertebra lombare che dovrebbe tenerlo lontano dal terreno di gioco per 30 giorni circa) ed il neo tecnico etneo è costretto in extremis a rivedere sistema di gioco ed atteggiamento tattico. Il 4-3-1-2 insistentemente provato in settimana durante gli allenamenti manca adesso del suo interprete principale e De Canio decide allora di affidarsi al collaudato 4-3-3.

Andujar riprende possesso della maglia da titolare ed è garantito da una linea difensiva a quattro. Le già citate defezioni (relativamente al pacchetto arretrato sono tre i titolari assenti) costringono il Catania ad una inedita coppia di centrali difensivi, costituita da Gyomber e Rolin, quasi perfetti nel corso dei novanta minuti giocati. A destra, Izco è il terzino in luogo dello squalificato Alvarez mentre sulla corsia opposta gioca Biraghi.

In mediana, nulla di nuovo. Tachtsidis è il vertice basso del triangolo chiuso da Almiron a destra e da Plasil a sinistra. In avanti, l’indisponibilità di Barrientos consente l’esordio dal primo minuto di Keko, esterno offensivo destro. Castro, lungo l’out sinistro e Bergessio, puntero centrale, completano il reparto avanzato.
Nel corso della ripresa, dopo 10 minuti dall’avvio, De Canio prova a cambiare le carte in tavola richiamando in panchina lo spagnolo Keko per Maxi Lopez. Adesso il Catania è disposto in campo attraverso un 4-3-1-2, con Castro in ruolo di trequartista. Evidentemente non soddisfatto, il trainer etneo, dopo quindici primi e nell’arco di pochi minuti, ridisegna il modulo rossoazzurro sostituendo Tachtsidis per Guarente ed Almiron per Keko, rischiando un 4-2-4.

Le quattro sconfitte consecutive rimediate in avvio di stagione, hanno indotto il tecnico Di Francesco a rivedere l’atteggiamento in campo dei neroverdi. L’offensivo 4-3-3 è stato allora rimesso nel cassetto in luogo del più compatto ed accorto 5-3-2 e sono arrivati i primi punti in campionato.

Accantonato il vecchio modulo, Di Francesco ha cambiato anche interpreti: Pegolo è adesso inamovibile in porta, Ziegler è relegato in panchina e il lungo stop a causa dell’infortunio occorso al centrale difensivo siciliano Emanuele Terranova – eletto la scorsa stagione miglior difensore nei Serie bwin Awards – permette a Paolo Bianco di prendere per mano la retroguardia del Sassuolo.

Per il match del Massimino, gli emiliani ritrovano il capitano Magnanelli - fermato dal giudice sportivo contro il Bologna – e lo stesso vince il ballottaggio con Marrone (l’utilizzo del centrocampista in comproprietà con la Juventus avrebbe conferito alla mediana più ordine ma meno dinamismo) e Karim Laribi (il giocatore di origine tunisina avrebbe invece offerto più spinta) per una maglia da titolare a centrocampo.

Nel 5-3-2 emiliano trovano spazio, Antei, Marzorati (sostituito da Acerbi al 42’ del primo tempo) ed il già citato Bianco come centrali difensivi; Schelotto e Longhi lungo le corsie laterali, a destra e sinistra rispettivamente, pronti ad affiancarsi ai compagni di reparto per costituire una retroguardia a cinque; Magnanelli, Kurtic e Missiroli sono in mediana, disposti a formare uno strettissimo triangolo; Berbardi e Floro Flores sono le due punte.
Nella ripresa, il tecnico pescarese richiama in panca Domenico Berardi, mancino molto tecnico cresciuto calcisticamente come attaccante esterno sinistro, e getta nella mischia Laribi, passando ad un 3-5-1-1, lasciando Floro Flores al centro dell’attacco. Al 77’ è proprio l’attaccante napoletano – in prestito dal Genoa – a lasciare il posto al più vivace Simone Zaza, vicino alla marcatura a cinque dal termine.

Il gioco etneo si sviluppa lungo le corsie esterne nel 4-3-3

Il gioco etneo si sviluppa lungo le corsie esterne nel 4-3-3  



La manovra etnea passa per gli esterni, soprattutto nel corso della prima frazione di gara ed in special modo lungo la corsia destra. Izco, come si evince dagli scores di fine partita, è il giocatore etneo con il più alto numero di passaggi effettuati (67 in totale, dei quali ben 17 all’indirizzo di Keko e 15 per Almiron) e sulla opposta corsia, Biraghi, fa altrettanto bene, dialogando frequentemente con Plasil (in 10 occasioni) e Castro(11).

Sempre relativamente al primo tempo, il 90% delle azioni sono manovrate da dietro (appena il 70% invece durante la ripresa) e poche sono le palle a scavalcare il centrocampo (solo 2 contro i 20 tentativi della ripresa, a reparti molto allungati).

Nei secondi quarantacinque minuti di gara, l’utilizzo del numero 19 argentino alle spalle di Bergessio e Maxi Lopez, stravolge i flussi di gioco del Catania. Che adesso si sviluppano per vie centrali a causa, soprattutto, del mancato supporto degli esterni etnei alla manovra.
Più convincente, rispetto alle ultime uscite, la prova di Tachtsidis: nel corso dei 72’ giocati, il greco colleziona 39 passaggi riusciti e 20 giocate utili ma si distingue soprattutto per l’attenta fase difensiva (14 recuperi effettivi, 15 intercettazioni e 6 recuperi aerei).

Plasil è preso in consegna da Kurtic e Magnanelli al centro, da Marzorati quando cerca spazio sulla destra. Gioca meno palloni rispetto ai suo standard (ne perde inoltre 17 durante i novantasei minuti di gara) e non riesce ad essere incisivo nonostante il grande impegno.
Deludente, infine, la gara di Lucas Castro: da esterno sinistro fatica a trovare i giusti spazi e da trequartista fa ancora peggio. Appena 9 giocate utili nel corso della gara e 18 palle perse. Sette i dribbling tentati ma riesce a saltare l’avversari solamente in due occasioni. Non basta l’impegno che gli consente di recuperare 5 palloni in attacco. Keko, sulla opposta corsia, fa meglio nonostante rimanga in campo per soli 57’.

La manovra emiliana attorno al compresso centrocampo neroverde

La manovra emiliana attorno al compresso centrocampo neroverde 



Il fulcro della manovra emiliana è rappresentato dal capitano Magnanelli. Il centrocampista del Sassuolo gioca 72 palloni e dialoga con i compagni di reparto con una percentuale di passaggi riusciti discretamente elevata (75%). Costituisce con Missiroli e Kurtic una mediana generosa ed attenta alla fase difensiva che però manca di creatività e rapidità di manovra. Schelotto si propone con assiduità lungo la fascia destra ed è particolarmente cercato dai compagni. Fortuna, per il Catania, che sia in giornata no.
Più fluida la manovra nel corso della ripresa (con i reparti etnei particolarmente allungati), attraverso il 3-5-1-1 che prevede Missiroli alle spalle di Floro Flores (poi Zaza) e Kurtic che inverte corsia e gioca da interno sinistro.

Dal 4-3-3 al 4-2-4 passando per un 4-3-1-2

Castro trequartista. La rinuncia alle corsie esterne

Castro trequartista. La rinuncia alle corsie esterne  



Lo spregiudicato 4-2-4 privo di idee e coesione
Lo spregiudicato 4-2-4 privo di idee e coesione  



Il Catania della prima frazione è determinato. Passaggi corti, rapidi e possesso palla. Gli etnei tengono palla quattro minuti in più rispetto agli avversari ( 15’:43” contro 11’:57” il possesso relativo ai primi quarantacinque minuti) e giocano un centinaio di palle in più dei neroverdi, con una elevata percentuale di passaggi riusciti (72%).
Il baricentro della squadra è alto, portato oltre i sessanta metri contro quello degli avversari che si ferma ai quarantasette. Eloquente, poi, il dato relativo alla supremazia territoriale, che ci ricorda come i rossoazzurri abbiano stazionato palla al piede nella metà campo avversaria per ben 7’:16” contro i 3’:59” del Sassuolo.

Nella ripresa il Catania accusa un evidente calo fisico e mentale. Il Sassuolo tiene più spesso il pallino del gioco ed il Catania arretra visibilmente il proprio baricentro (adesso ai 54 metri contro i 58 degli avversari). La supremazia territoriale è pressochè equivalente (attorno ai cinque minuti per entrambe le compagini) ed i rossazzurri perdono contestualmente la lucidità della prima frazione di gara (55% la precisione nei passaggi).
Fatali, in tal senso, i cambi relativi al sistema di gioco. Il passaggio al 4-3-1-2 ha sollevato gli esterni avversari dai compiti di marcatura ed i terzini etnei, adesso necessariamente attenti alla fase difensiva, non sono riusciti più ad accompagnare l’azione rossoazzurra (14 i cross su azione dal fondo nel primo tempo, 4 nella ripresa). Lasciando inoltre la mediana, ed il gioco, in mano agli avversari.
Lo spregiudicato 4-2-4 ha poi allungato irrimediabilmente i reparti, lasciando ai neroverdi la possibilità di agire in contropiede e conquistare metri in campo.

In e out: Gyomber e Castro

Lo slovacco è il migliore in campo tra gli etnei
Lo slovacco è il migliore in campo tra gli etnei 



Lo score del numero 19 rossoazzurro
Lo score del numero 19 rossoazzurro