Catania-Sassuolo 0-0: commento tecnico-tattico

Norbert Gyomber su Floro Flores, ottimo esordio da titolare per lui.

Norbert Gyomber su Floro Flores, ottimo esordio da titolare per lui. 

Focus sulla tattica, pro e contro, migliori e peggiori in campo nel commento al match tra etnei ed emiliani.

Focus sulla tattica: De Canio, valzer di moduli; Di Francesco, prudenza e continuità.
Il nuovo tecnico De Canio l’aveva anticipato in conferenza stampa: è qui da troppo poco tempo per cambiare un lavoro che si è sviluppato negli anni, dunque avanti col 4-3-3. Scelte annunciate ed obbligate in difesa, dove Izco va a colmare le molteplici assenze sul versante destro, al centro vengono impiegati gli unici giocatori di ruolo a disposizione (Rolin e Gyomber), a sinistra confermato il titolare Biraghi. L’arretramento di Izco nella posizione di terzino concede una nuova chance a centrocampo a Tachtsidis, schierato tra Plasil e Almiron. Davanti defezione dell’ultim’ora di Barrientos, al suo posto viene schierato Keko insieme a Bergessio e Castro. Andujar preferito a Frison in porta.
Di Francesco prosegue col 3-5-2 che finora gli ha garantito ben altri risultati rispetto al 4-3-3 con cui aveva cominciato la stagione. Davanti a Pegolo, il grande ex Paolo Bianco a guidare la difesa, affiancato da Antei e da Marzorati che vince il ballottaggio con Acerbi, salvo infortunarsi e venire rilevato proprio da quest’ultimo al 41’ del primo tempo. Sulle fasce gli annunciati Schelotto e Longhi, piccola novità in mezzo, dove Magnanelli e Kurtic vengono affiancati da Missiroli e non da Marrone. Davanti confermato il tandem Floro Flores-Berardi.
La grande intensità del primo tempo fa sopraggiungere un po’ di stanchezza nella ripresa, De Canio non ha intenzione di aspettare e dopo neanche dieci minuti butta nella mischia Maxi Lopez, disegnando quel tandem con Bergessio invocato da molti. Per la prima volta da inizio stagione, e da diversi anni (l’ultimo ad utilizzare tale schema a Catania fu Giampaolo) i rossazzurri si dispongono con un 4-3-1-2 con Castro a sostegno delle punte. Di Francesco allora si copre, toglie la seconda punta Berardi ed inserisce il mediano Laribi: il Sassuolo passa al 3-5-1-1 con Missiroli chiamato a girare attorno a Floro Flores.
Con un simile scacchiere il gioco del Catania diventa prevedibile, non si trovano sbocchi sulle fasce rimaste scoperte, e allora De Canio cambia ancora: è il 69’ quando Guarente rileva Tachtsidis. Si passa così ad un 4-4-2 con Castro a destra, Plasil spostato a sinistra e Almiron-Guarente coppia di mediani. Il Sassuolo si gioca l’ultimo cambio poco dopo, sostituendo l’acciaccato Floro Flores col pari ruolo Zaza, mantenendo così fino alla fine l’assetto tattico predefinito.
Chi cambia ancora una volta è invece De Canio, che concede gli ultimi dieci minuti (più recupero) a Leto: l’attaccante ex Panathinaikos va sulla fascia destra, Castro viene spostato a sinistra ma sovente i due si cambiano la posizione. E’ chiaro il passaggio ad un 4-2-4 spiccatamente offensivo, che però non sortisce gli effetti sperati ed anzi l’unica occasione degna di nota viene creata dal Sassuolo con Zaza che salta Andujar e a porta libera spedisce sull’esterno della rete.

Cosa va: le seconde (e terze) linee rispondono presente; grande voglia di riemergere.
De Canio ha sottolineato che la ripartenza rossazzurra passa da un fattore di natura prettamente psicologica. La squadra, con umiltà, rispettando qualsiasi avversario, deve mostrare fame e determinazione, volte al conseguimento del massimo risultato in ogni partita. Aspettando di recuperare, nel frattempo, giocatori importanti, ai box per problemi di varia natura. Obiettivamente, nel primo tempo tale atteggiamento è stato messo in campo dai rossazzurri, che magari non hanno brillato per qualità delle giocate, di tanto in tanto hanno sbagliato un passaggio, uno stop o una combinazione, ma hanno giocato con un’intensità tale da schiacciare il Sassuolo nella propria metà campo per quasi tutta la prima frazione di gioco, costruendo anche interessanti palle gol, su tutte il colpo di testa ravvicinato di Plasil imbeccato splendidamente da un redivivo Tachtsidis. Solo nel finale del primo tempo il Sassuolo ha alzato la cresta, guadagnando metri senza comunque impensierire più di tanto l’area di rigore etnea.
Altro fattore estremamente positivo, che fa guardare con fiducia al futuro, è la prestazione delle diverse seconde linee (in alcuni casi, come Gyomber o Keko, anche quinte o seste scelte nello specifico ruolo ricoperto), che hanno garantito attenzione, efficacia, e qualità. Lo slovacco ha costituito con Rolin un’ottima cerniera difensiva, lo spagnolo probabilmente è stato il più dinamico e pericoloso del tridente offensivo nel primo tempo. A ciò bisogna aggiungere l’ennesima prestazione sicura di Izco, vera garanzia in qualsiasi ruolo ed anche in condizioni precarie, e la buona gara di Tachtsidis, sicuramente la migliore da quando è approdato alle pendici dell’Etna. Il greco è parso più sicuro e spigliato nelle giocate, e l’augurio è che “Taxi” possa trovare continuità nelle sfide ravvicinate che attendono il Catania in settimana.

Cosa non va: squadra fisicamente alle corde; attacco assente; sostituzioni che fanno discutere.
Uno dei maggiori problemi che indubbiamente attanaglia il Catania da inizio stagione è quello legato alla condizione fisica generale della squadra. Troppi giocatori in ritardo di condizione (Almiron, Maxi, Leto), alcuni da recuperare psicologicamente in modo tale da ritrovare sicurezza nelle giocate (Castro paradigmatico in tal senso), altri che si spremono da inizio stagione e che cominciano a mostrare un attimino la corda (come Plasil, che nelle ultime uscite parte sempre a mille per poi, fisiologicamente, calare nella ripresa). Ogni giudizio sulla squadra è dunque condizionato da una serie di fattori che incidono in negativo sulle prestazioni. L’augurio è che De Canio riesca a recuperare un po’ tutti, ed abbia un po’ di fortuna in più rispetto al predecessore, costretto troppe volte ad adattare uomini e moduli a causa di infortuni e squalifiche. Certo, considerando l’emergenza in difesa, e persino l’infortunio in extremis di Barrientos, sembra che da questo punto di vista non si sia partiti col piede giusto, ma quantomeno nella prossima sfida contro la Juventus si recupereranno Alvarez e Legrottaglie e questo permetterà al nuovo allenatore di scegliere più in base alla ponderazione che alle esigenze, soprattutto nel reparto arretrato.
Il reparto che senza dubbio ha deluso di più è l’attacco: abbiamo assistito ad un’alternanza di uomini e moduli, ma il risultato è stato sempre lo stesso, ovvero pochissime occasioni degne di nota, e soltanto una costruita e conclusa da una punta (il tiro da fuori di Maxi Lopez al 62’). Positivo è stato Keko, ma i suoi affondi non sono mai stati puntualmente accompagnati dalle zampate che è lecito attendersi da Bergessio, o a cui è chiamato anche Castro. La musica non è cambiata con le sostituzioni. Maxi ha lottato ed è stato forse l’attaccante più pericoloso per la difesa del Sassuolo, perlomeno sotto l’aspetto della presenza fisica. Ma né lui né, soprattutto, Leto, hanno tirato fuori il classico coniglio dal cilindro. Per uscire dalla crisi è necessario che quanto prima si trovi una soluzione tattica per far rendere al massimo il reparto offensivo e i suoi uomini, e allo stesso tempo che qualcuno della batteria degli attaccanti cominci a buttarla dentro.
Nella gestione delle sostituzioni e dei cambi tattici, tra l’altro, non hanno convinto le scelte di De Canio. Certo, si parla con senno di poi, ma nel momento in cui sono stati sostituiti, sia Keko che Tachtsidis erano risultati probabilmente i migliori dei rispettivi reparti. Inoltre, privandosi dello spagnolo De Canio ha “ucciso” il gioco sulle fasce, dato che Izco e Biraghi, ormai visibilmente stanchi, non avevano più tanta forza per spingere, e si è riusciti nell’impresa di riesumare Schelotto e Longhi, fin lì timidi in fase offensiva. Il materano è poi corso ai ripari ripristinando le fasce offensive con Castro e il subentrato Leto, ma a quel punto il Sassuolo è stato bravo a coprirsi e non concedere nulla.

Migliori in campo: Gyomber e Antei.
In una partita che finisce 0-0 facile premiare esponenti dei reparti difensivi di entrambe le squadre. Per il Catania si tratta di una lieta scoperta. Norbert Gyomber nelle gerarchie di inizio stagione partiva come quinta scelta dopo Spolli, Bellusci, Legrottaglie e Rolin, e addirittura Maran durante il ritiro lo aveva provato da terzino sinistro. Oggi, alla prima da titolare, non ha commesso praticamente alcuna sbavatura, pur trovandosi di fronte Floro Flores, navigato attaccante di categoria, e Berardi, uno dei gioielli della Serie B della scorsa stagione. Anzi, lo slovacco è uscito alla distanza con personalità, guadagnando fiducia negli anticipi e sventando almeno due-tre volte nel finale possibili imbucate di Zaza, insistentemente cercato dai compagni.
Nel Sassuolo c’è da segnalare l’ottima prova offerta dall’ex Bianco, che ha magistralmente diretto la difesa neroverde, senza soffrire il pur mobile Bergessio. Ma la nota di merito se la merita tutta il giovane Luca Antei, per un sostanziale motivo: nel primo tempo ha agito da terzo a sinistra nella difesa schierata da Di Francesco, e rispetto all’esterno Longhi è riuscito a limitare le sortite di Keko; nella ripresa, poi, spostato sul centro-destra a causa dell’ingresso di Acerbi, si è trovato a combattere praticamente con tutti i giocatori offensivi del Catania, da Maxi a Bergessio, passando per Leto e Castro, ma nessuno di loro è riuscito a sfondare, grazie all’abilità dell’ex primavera della Roma sia in marcatura che nel gioco aereo.

Peggiori in campo: Castro e Schelotto.
Mordente offensivo pressoché nullo, questo il principale difetto già rilevato nel Catania. In particolare, prestazione negativa di Bergessio e Castro. Ma se Gonzalo non ha fatto mancare il consueto contributo in termini di grinta e lotta contro la retroguardia avversaria, facendosi vedere di tanto in tanto dalle parti di Pegolo, Castro si è arenato per un’intera partite nelle sue stesse giocate. E’ evidente che tale giocatore va recuperato psicologicamente, non può aver improvvisamente dimenticato come si fa a creare la superiorità numerica, cosa che gli riusciva agevolmente la passata stagione.
Nel Sassuolo abbiamo potuto “ammirare” un inguardabile (e irriconoscibile), Schelotto, che nel primo tempo non ne ha azzeccata una, sbagliando più volte anche controlli tutt’altro che impegnativi, scatenando le ire del proprio allenatore. Un tantino meglio nella ripresa, quando il Catania ha regalato il gioco sulle fasce ai neroverdi, ma senza incidere come aveva abituato in passato i tifosi di altre squadre (Atalanta su tutte, ma anche in parte lo stesso Catania.)