Catania-Samp (3-1): Doriani Castr ati!

El 'pata' Lucas Castro letteralmente straripante

El 'pata' Lucas Castro letteralmente straripante 

Il commento alla meritatissima vittoria in rimonta degli etnei di Maran al cospetto di una Samp timorosa e di un arbitraggio ancora una volta insufficiente

Ancora una rimonta
Alla vigilia avevamo quasi invocato un saluto degno al Popolo Rossazzurro e così è stato. Nell’ultima gara casalinga del 2012 il Catania di Rolando Maran stritola, più di quanto non dica il risultato finale, una timorosa e stordita Sampdoria, al termine di un incontro giocato con veemenza e grandissima intensità. Prestazione gagliarda quella offerta da un Catania voglioso, dinamico, dalla condizione fisica straripante, forte psicologicamente a non farsi condizionare dall’incomprensibile direzione arbitrale (soprattutto nella prima frazione di gioco) del mediocre ‘fischietto’ triestino Giacomelli e dall’inaspettato svantaggio subito al ventottesimo per via di un calcio di rigore trasformato da Maresca. Dopo aver rischiato per ben due volte il raddoppio, clamorosi gli errori del blucerchiato Icardi, nel corso della ripresa i rossazzurri hanno ribaltato le sorti della partita. Al 55’ il pari del quasi debuttante Paglialunga con un tiro dal limite. Nove minuti più tardi il ‘solito’ Bergessio ( alla settima rete in campionato) porta gli etnei in vantaggio al termine di un’azione pregevole imbastita da Castro e Marchese. Nel finale, proprio il ‘Lavandina’ serve al devastante Castro il pallone del 3-1 che annulla qualsiasi sofferenza finale. Ingenerose ed inopportune le lamentele a fine gara del tecnico doriano Ciro Ferrara, che punta il dito contro le presunte pressioni dell’ambiente etneo nei confronti dell’arbitro Giacomelli nel corso dell’intervallo. Parole di troppo ed evitabili che non rendono giustizia ad un Catania nettamente superiore ad una Samp mediocre e poco convincente. Ma veniamo ai numeri da favola degli etnei: quarta vittoria di fila in meno di dieci giorni, due in campionato (Siena e Samp), due in Coppa Italia (Cittadella e Parma) e tutte in rimonta (coni ducali con l’ausilio dei calci di rigore); settima vittoria in campionato, sesta al “Massimino” (in casa hanno fatto meglio solo Juventus, Lazio e Fiorentina); ottavo posto solitario in classifica con 25 punti; +11 dalla zona retrocessione. Numeri da capogiro, numeri emblematici che riflettono la splendida realtà rappresentata dal Catania di Maran.

Marino nel mirino di Maran
In estate Rolando Maran aveva vinto il testa a testa con Pasquale Marino per l’approdo sulla panchina rossazzurra. Adesso, a due giornate dal termine del girone d’andata, rischia di beffarlo nuovamente, strappandogli il record di punti (29) conseguito dal tecnico marsalese nella stagione 2006/07. Con sei punti a disposizione, contro Pescara all’ “Adriatico” e Torino al “Massimino” (formazioni tutt’altro che irresistibili) mister “The Edge” Maran ha la possibilità di migliorare un record che neanche Montella riuscì a migliorare. Un’occasione allettante alla porta di un tecnico che, in silenzio, ha impresso alla squadra etnea la propria impronta: umile, lavoratrice ed affamata. Anche quest’oggi, infatti, Rolando Maran, privo di pedine importanti come Spolli (in panchina perché non al top), Almiron (squalificato) e Gomez (acciaccato), ha trovato le soluzioni azzeccate, sia in partenza (Bellusci dal primo minuto), che in corsa (Paglialunga al posto dell’infortunato Salifu). Grandi meriti ad un debuttante in serie A che ‘rischia’ di entrare di diritto nella storia della panchina rossazzurra. Bene così.

Paglialunga, pomeriggio da sogno
Trovare un ‘uomo-copertina’ dopo una prestazione del genere è un’impresa assai difficile. Ma tra l’esplosività di Pablo Alvarez, la generosità e la classe del duo Castro-Bergessio i riflettori illumina il ‘semi-debuttante’ Mario Angel Paglialunga. Gettato nella mischia dopo appena 15 minuti, in sostituzione dell’infortunato Salifu, il mediano argentino, fino a qualche settimana fa ‘oggetto-misterioso’, si presenta ufficialmente alla platea del “Massimino”. L’inizio non è dei migliori: parte timoroso e spreca una succosa occasione da rete cincischiando sul pallone. Nella ripresa, agevolato dalla prestazione maiuscola di tutta la squadra, prende confidenza con il campo e al minuto 55 segna la rete del pareggio con un tiro al volo dal limite dell’area di rigore. Una rete pesante, seguita da un’esultanza liberatoria, che gli permette di scrollarsi tensioni e timori: un buon inizio per un calciatore che potrebbe essere molto utile alla causa rossazzurra.

A Pescara una partita da ‘fine del mondo’…
Venerdì 21 dicembre allo stadio “Adriatico” di Pescara andrà in scena l’ultima gara dell’anno 2012. Una data che secondo le credenze Maya dovrebbe coincidere con la ‘fine del mondo’. Previsione mistica che, però, lascia il tempo che trova. Ciò che conta, nella sostanza dei fatti, è compiere un ulteriore passo nel cammino della continuità, portando via dall’Abruzzo altri punti importanti. Il Pescara di Bergodi, quest’oggi sconfitto a Milano per 4-1 (con due autoreti), è una formazione assai lontana, e nettamente inferiore, da quella che conquistò la promozione nella scorsa stagione sotto la guida di Zeman. Nessun rilassamento, nessun regalo natalizio: il record di punti nel girone d’andata chiama e non rispondere degnamente sarebbe ‘scortese’. Domanda: ammesso che ci sia, la fine del mondo è prevista prima o dopo la partita? Ai Maya l’ardua sentenza…-15 all’Alba: “Siete stati folli, siete stati affamati, siete stati umili, siete stati elefanti!”