Catania-Reggina 1-0: bene, ma non benissimo...

Il gol-vittoria di Marotta

Il gol-vittoria di Marotta 

Il commento alla vittoria di misura dei rossazzurri sui calabresi

Tre punti pesanti
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Nella gara che ha concluso la tredicesima giornata del Girone C di terza serie il Catania di mister Andrea Sottil ha superato, come da pronostico, una Reggina volenterosa ma modesta, scesa sul green del “Massimino” con il chiaro obiettivo di strappare almeno un punticino. Vittoria in extremis, firmata al minuto 88’ dalla quinta rete stagionale di Alessandro Marotta, lesto ad approfittare della colossale topica del portiere reggino Confente, colpevolmente impreparato sul tagliatissimo e velenoso calcio d’angolo battuto da Llama. Tre punti preziosissimi, quanto mai insperati per come si era messa la partita, che mantengono gli etnei al quarto posto solitario, con 21 punti in 11 gare disputate, ad otto lunghezze dalla vetta occupata dalla Juve Stabia (ieri vittoriosa in quel di Rieti), e che riducono il divario dal Rende (-6), raggiunto in pieno recupero a Cava de’ Tirreni, e dal Trapani (-4), rimasto sul divano per via del turno di riposo imposto dal calendario. Vittoria importante che scongiura il sorpasso in classifica di Catanzaro e Vibonese, vittoriose con Sicula Leonzio e Viterbese, e che mantiene a debita distanza (a 3 punti) la pericolosa Casertana. Numeri positivi ai quali bisogna aggiungere il quarto successo in cinque gare casalinghe, il ritorno al gol dopo il doppio zero con Catanzaro e Juve Stabia e il secondo clean sheet di fila (il quarto in 11 gare) per Matteo Pisseri, ieri inoperoso per tutta la gara.

Partita dai due volti
Se la semplice lettura dei numeri, da sempre dato inequivocabile, sembra dare ragione all’operato di mister Andrea Sottil, che a parità di partite giocate (11) ha ottenuto gli stessi punti del Catania di Lucarelli, lo stesso non si può dire per l’analisi di quanto visto in campo. Partita dai due volti, con un buon Catania nel prima frazione di gioco – forse il migliore visto in questo momento al pari dei primi quarantacinque minuti di Pagani e Caserta – schierato per la seconda partita consecutiva con lo stesso modulo, il 4-2-3-1, e gli stessi interpreti visti dal primo minuto di Castellammare di Stabia. Conferme che nella prima frazione di gioco hanno lasciato un’ottima impressione, in particolar modo nella figura di Andrea Vassallo che a differenza di quanto fatto in Campania ha saltato più volte l’uomo creando quella (benedetta) superiorità numerica che ogni esterno d’attacco deve creare. In mediana è emersa prepotentemente la prestazione di sostanza di Giuseppe Rizzo, di gran lunga il migliore in campo, che dopo l’infortunio al gomito (tra l’altro ancora fasciato) sta dimostrando di essere un elemento chiave nello scacchiere di mister Sottil. Bene nel primo tempo, con un pressing asfissiante che non ha lasciato spazi agli amaranto e con la sensazione costante che il gol potesse arrivare da un momento all’altro. Rete, sfiorata in più di una circostanza, che non è arrivata per via degli errori vistosi di Marotta e, soprattutto, Barisic, molto mobili ma allo stesso tempo poco lucidi. Ad un primo tempo positivo ha fatto seguito una ripresa scialba, caratterizzata da alcune scelte tecniche che non hanno convinto del tutto. La doppia sostituzione del minuto 62 (Curiale e Llama per Biagianti e Vassallo) e il susseguente passaggio dal 4-2-3-1 al 4-2-4, con l’arretramento in mediana di Lodi, ha palesemente spezzato una squadra in due tronconi, permettendo alla Reggina di prendere fiducia e di farsi vedere pericolosamente in avanti in più di una circostanza, con l’ex Marino prima e con Emmausso poi. I successivi innesti di Manneh e Baraye, per il fumoso Barisic e per l’esausto Scaglia (uscito fra gli applausi), hanno ravvivato nel finale una fascia sinistra che dopo un buon primo tempo si era spenta visibilmente così come del resto tutta la squadra. A togliere le castagne del fuoco, e di conseguenza evitare una copiosa dose di fischi dalle tribune, ci ha pensato il portiere reggino Confente, regalando al Catania una vittoria pesante, da Serie C, che lascia comunque diverse ombre: il vistoso calo nella ripresa, la difficoltà nell’andare alla conclusione e la sensazione che l’attuale organico necessiti qualche innesto di qualità e fantasia sulla trequarti.

A Matera per i tre punti
Martedì sarà nuovamente campionato. Alle 14.30 (orario assurdo nel quale in pochi potranno andare allo stadio, soprattutto per quanto concerne la tifoseria ospite) i rossazzurri renderanno visita al Matera nel recupero della terza giornata di andata, rinviata per i noti fatti legati al mancato ripescaggio. Al “Franco Salerno” Biagianti e company (privi dello squalificato Silvestri) troveranno un avversario in salute, reduce dalla vittoria sul Siracusa – preceduta dal pareggio di Potenza e dal successo interno sulla Viterbese –, che senza la forte penalizzazione (8 punti) sarebbe in una posizione di classifica ben diversa rispetto al penultimo posto attuale. Al di là dell’avversario, che va sempre rispettato, è chiaro che il Catania dovrà portare a casa i tre punti, per accorciare ulteriormente le distanze dalla vetta e, in ultima istanza, per non perdere terreno in vista della prossima giornata (la quattordicesima, in programma domenica prossima) che vedrà gli etnei fermi per via del turno di riposo.