Catania-Palermo (2-0): Cu Mangia fa muddichi

Ciccio, punizione da favola...

Ciccio, punizione da favola... 

Il commento al derby del "Massimino" tra rossazzurri e rosanero. I temi "caldi": sorpasso senza freccia; Almiron stellare; Maxi, ultimo atto? A Parma esame di maturità.

Sorpasso senza freccia
Un derby senza storia. Un Palermo incredibilmente dimesso e povero tecnicamente, catapultato da un altro pianeta in un’arena infuocata a fare da vittima sacrificale sull’altare di un Catania volitivo, deciso, ma nemmeno trascendentale. Obiettivamente, a onta di una classifica non drammatica, la peggior squadra vista al “Massimino” quest’anno. Una squadra incapace di fare un tiro in porta (si conta solo una pericolosa stoccata indirizzata di poco alta sopra la traversa dal neoentrato Pinilla al 94’...), incapace di creare una manovra credibile in mediana, peraltro assai povera tecnicamente in Barreto e Della Rocca, incapace di reagire alle folate di Almiron, Gomez o Maxi Lopez. Insomma, una specie di “mattanza” che quasi consiglierebbe un commento assai parco, considerata la differenza di valori in campo sciorinata. Ma si tratta di un derby, non di Catania-Albinoleffe, quindi un minimo di approfondimento va proposto, a partire dalla splendida performance del pubblico rossazzurro. Finalmente uno stadio pieno e convinto di sostenere dal primo all’ultimo minuto la squadra, nel bene e nel male. In questo ambiente, naturale che i giocatori si esaltino e giochino alla grande. Ciò fa riflettere in prospettiva. Immaginiamo un po’ “questo” Catania (o magari anche più attrezzato, chissà, in futuro) di scena in un catino similare a quello della Juventus. Immaginiamo cosa potrebbe succedere, cosa potrebbe apportare tale entusiasmo ai risultati sportivi del Catania... Se, di contro, appuntiamo l’attenzione al profilo tecnico-tattico, questa partita deve indurre a più di una riflessione, anche in chiave mercato invernale. Montella, “attapirato” dalla squalifica di Spolli, quasi controvoglia ha dovuto tornare sui suoi passi, riproponendo il 4-3-3, classico “marchio di fabbrica” del Catania targato Lo Monaco. Non mi pare sia un caso il fatto che i rossazzurri si siano riproposti in casa alla “vecchia maniera”, sciorinando buone trame e, soprattutto, una buona solidità difensiva, al di là dell’ovvia considerazione che il Palermo non abbia mai segnato in trasferta. Difensori come Alvarez e Bellusci, per esempio, rendono di più nel modulo a 4, come dimostra la gara odierna. A centrocampo, Lodi e Almiron, aiutati dal sostanzioso Delvecchio, possono esprimersi al massimo: oggi hanno addirittura “ammazzato” la partita. In attacco, la qualità di Barrientos e Gomez, abbinata alla potenza di Maxi, rende più imprevedibile la manovra del Catania. Lo stesso “papu”, sebbene non ancora ai livelli di inizio campionato, si è espresso, almeno a livello di vivacità, meglio rispetto alle ultime uscite. Se vogliamo trovare un difetto, si segna troppo poco su azione rispetto al gran calcio macinato in mezzo e sulla trequarti, dove il Catania sta trovando un grandissimo Barrientos, il giocatore che realmente potrebbe far compiere il salto di qualità definitivo a questo gruppo. Il “pitu” si è sempre inserito al centro dell’azione, ha corso, ha lottato, ha fornito palle invitanti, ha fallito un gol nel finale. Sta tornando “vero”, insomma. Se Montella, con il rientro di Spolli, tornerà al 3-5-2, si dovranno fare altre considerazioni tattiche. E a gennaio dovranno essere acquistati esterni in grado di interpretare il ruolo, dato che al momento gli unici appaiono Izco e Marchese, mentre Alvarez, Potenza, Lanzafame o Capuano non si propongono come “ideali”. In ogni caso, i due calci piazzati che hanno conferito la giusta vittoria al Catania, portano due firme importanti: Lodi e Maxi Lopez. Impressionante la punizione dai 20 metri di Ciccio, ma ci siamo abituati. Importantissimo il rigore procuratosi (fallo del fischiatissimo ex Silvestre) e segnato (su indicazione “montelliana” di grande finezza psicologica) dalla punta argentina, poi abbandonatasi alle lacrime. Ma i rossazzurri hanno dominato in lungo e in largo, soprattutto in mediana, fallendo almeno altre tre occasioni nitide. A una partita dalla conclusione del primo ciclo stagionale, il Catania si attesta, con 21 punti, nella parte alta della classifica, nei paraggi di Inter o Napoli per intenderci. Risultato ottimo per una buona squadra bene allenata. SI può dire che, al momento, il vincitore della campagna rossazzurra sia proprio l’Aeroplanino, capace di dare un gioco e un’identità precisa alla squadra, al di là dei moduli impiegati. Il derby dei “debuttanti” con Mangia lo ha stravinto, ma non mi pare potessero sussistere dubbi in proposito. A proposito del tecnico rosanero. A me sta simpatico, si propone bene dal punto di vista comunicativo, ma il suo Palermo d’esportazione fa piangere. Un solo aggettivo: inguardabile. Ma potrei aggiungere imbarazzante. Non a caso i tifosi etnei si sono sbizzarriti sugli spalti con striscioni a tema. Il più ficcante: “Mangia, spogghiti e o cucchiti”. “Liscia” da record.

Almiron stellare
Oggi hanno giocato tutti su discreti livelli, ma Almiron è andato oltre. Pazzesca la prestazione del mediano argentino che ha illuminato la scena con lanci, percussioni, appoggi, recuperi d’alta scuola. Umiliati i dirimpettai rosanero, i quali al confronto sono apparsi giocatori di Serie B. A mio parere, insieme a Legrottaglie, è questo il giocatore che ha fatto lievitare il livello della squadra in questa stagione. Quasi mai i rossazzurri, in A, avevano avuto a disposizione un centrocampista di questo livello. Il solo Vargas, sebbene in un ruolo diverso, può essergli appaiato in fatto di classe ed esperienza. Con lui in campo la squadra gira, Lodi gira, Delvecchio gira, tutto gira, compresa la capoccia degli avversari. Il rendimento esterno, finalmente da Serie A, è figlio di innesti come questo. E se Barrientos...

Maxi, ultimo atto?
Le lacrime della Gallina stanno facendo il giro del mondo. Cosa significano? Va via? Sembrerebbero, a prima vista, lacrime di commiato. Però, c’è un però. Il Presidente Pulvirenti a fine partita, proponendo una gustosa battuta, ha fatto riflettere un po’ tutti: “Forse Maxi starà piangendo perché rimane...”. Al di là dell’ironia presidenziale, c’è da chiedersi se effettivamente questa sia stata l’ultima gara dell’argentino in maglia rossazzurra. Il Milan lo ha bloccato, vero. Ma finirà sicuramente alla corte di un Allegri “teveziano”? Sappiamo come sia finita in estate con la Fiorentina alle prese con l’affaire Gilardino. Il Genoa? E sarebbe il Grifone la squadra dei sogni di Maxi? Mah. Io penso che “questo” Maxi, rapido, deciso voglioso di fare, sia indispensabile per il Catania. Un Catania che segna poco con gli attaccanti. Se Maxi dovesse andar via, ci sarebbe da riflettere, in specie sull’affidabilità in termini fisici del pur bravo Suazo. Su questo argomento, in Serie A, non si può scherzare. Non dimentichiamo quanto successo un paio di anni fa con Morimoto... Lopez Potrebbe tornare a grandi livelli, giocare una splendida mezza stagione e andar via a giugno. Perché no?

A Parma esame di maturità
Lo ha detto anche il Presidente: “A fine anno possono verificarsi cali di tensione strani. Se questo gruppo ha fatto il salto di qualità, lo farà vedere mercoledì sera a Parma”. Siamo curiosi anche noi. Oggi i ducali del nazionale Giovinco si sono salvati da una clamorosa sconfitta interna al cospetto del Lecce fanalino di coda, segnando due incredibili reti negli ultimi minuti. Non si tratta, quindi, del Barcelona. Tuttavia, scendere in campo al Tardini” troppo euforici dopo la vittoria nel derby significherebbe beccare una batosta sicura. Bisognerà approcciare il match di recupero della prima giornata con grande umiltà, consci si giocare uno scontro diretto con una pari grado. Solo così si potrà regalare un Natale da favola alla tifoseria. Let’s go, Liotru, let’s go!!!