Catania-Paganese 2-1: Vittoria del cuore

Subito dopo il gol subito, il capitano suona la carica...

Subito dopo il gol subito, il capitano suona la carica... 

Come contro il Lecce, una prestazione che esalta i punti di forza ma al contempo non nasconde i limiti della squadra di Rigoli.

Finalmente si respira. Al termine di una partita alquanto sofferta, il Catania di Pino Rigoli raggiunge gli obiettivi prefissati alla vigilia: conquistare i tre punti, trovare per la prima volta il secondo successo di fila e, soprattutto, uscire dalla maledetta zona playout. Adesso gli etnei presidiano la 12a piazza e in attesa del fischio finale di Matera-Akragas e Casertana-Fondi (tutte in campo stasera) si sono portati a -2 dall'obiettivo playoff. Certo, per il modo in cui tutto ciò si è avverato, non è possibile dormire ancora sonni tranquilli. La Paganese, pur essendo una squadra costruita a inizio settembre e quasi interamente rinnovata rispetto alla scorsa stagione, ha messo in seria difficoltà i rossazzurri, rischiando pure il colpaccio. Come contro il Lecce, Biagianti e compagni hanno evidenziato grossi pregi ed altrettanti difetti, ma la vittoria rappresenta la ricetta per dare all'allenatore il tempo di trovare quel complessivo equilibrio che fin qui è mancato, nonostante diversi giocatori (come Drausio e Djordjevic) vadano migliorando di settimana in settimana.

Il lavoro sulle fasce è vanificato dall'inconsistenza in area di rigore
Pino Rigoli decide di non ritoccare l'11 titolare già schierato sette giorni fa contro il Lecce. L'unica modifica incide sul ruolo fin qui più deludente, quello di centravanti. Il tecnico di Raccuja ripesca infatti Paolucci, sperando in suo rilancio, e manda in panchina Calil, il peggiore in campo contro la capolista. Il tecnico della Paganese Grassadonia conferma la propria vocazione al calcio propositivo ripristinando il 4-3-3, schema base della formazione azzurrostellata, accantonato nelle scorse settimane per venire incontro ad una difesa un po' ballerina.

La prima frazione di gioco corre lungo i binari dell'equilibrio. Il gioco è controllato dal Catania che però fatica a trovare spazi in mezzo, a causa della scarsa forma di colui che dovrebbe illuminare il gioco (Mazzarani) e colui che dovrebbe finalizzare (Paolucci). Va meglio sulle fasce: Di Cecco e Djordjevic supportano le azioni offensive e sovente combinano con Biagianti (che tende ad allargarsi sulla destra) e Di Grazia, il quale cambia spesso posizione. Barisic invece incespica per la seconda domenica di fila. Ciò che si produce sugli esterni, tuttavia, non lo si riesce a concretizzare a causa della cronica mancanza di uomini e centimetri in area di rigore.

Così, paradossalmente, l'occasione più nitida è quella confezionata in contropiede dalla Paganese al 28°, quando Deli taglia in due la mediana etnea e smarca Reginaldo, il quale si fa ipnotizzare da Pisseri. La squadra di Grassadonia è molto attiva sulle fasce ed è veloce nei ribaltamenti di fronte, ma ha la sfortuna di incappare nella giornata super di Di Cecco e Djordjevic che limitano quasi tutte le iniziative di Herrera e Cicerelli.

Il gol subito innesca la reazione d'orgoglio
In avvio di ripresa l'unica piccola modifica tattica tentata da Rigoli è quella di avanzare Biagianti sulla trequarti nella fase di non possesso, per intensificare il pressing sui portatori di palla avversari, in particolar modo su Pestrin, dato che Paolucci corre a vuoto venendo aggirato dal giro palla della difesa paganese. Ciò consente alla squadra di casa di avanzare il proprio raggio d'azione ma di vere e proprie occasioni neanche l'ombra. Manca la giusta intesa tra i reparti, anche a causa di un impalpabile Mazzarani che si affida spesso e volentieri ad innocui lanci in profondità, e non si può sempre dipendere dalle giocate degli esterni offensivi.

La scossa alla partita arriva così nel modo più inaspettato: un minuto dopo l'ingresso di Celiento al posto del pari ruolo Herrera, il terzino ospite Di Cuonzo lancia in profondità Reginaldo. Di Cecco e Drausio si fanno trovare impreparati nella circostanza ed il brasiliano è bravissimo a trovare un diagonale che beffa Pisseri e zittisce il “Massimino”. Dopo Melfi, è la seconda volta che il Catania va in svantaggio. La dimostrazione del carattere di questa squadra, probabilmente la dote più grande fin qui messa in mostra, giunge in modo ancor più perentorio rispetto a quanto accaduto due settimane fa: passano solo tre minuti e Paolucci, uno dei peggiori, tenuto in campo dal tecnico a dispetto delle pressioni dei tifosi, conquista caparbiamente una punizione nella metà campo avversaria. Battuta furba e veloce ed ecco che Mazzarani pennella un insidioso cross dalla destra: dopo il tentativo di deviazione da parte di Barisic, la palla spiove avvenelenate nel cuore dell'area di rigore ed è proprio lì che, finalmente, Michele Paolucci fa una cosa da centravanti, buttandola dentro in spaccata. Rigoli prova a sfruttare l'inerzia inserendo il mobile Piscitella al posto del deludente Barisic, ma dal ragazzo giunto in prestito dalla Roma non otterrà quella superiorità numerica che contava di avere sulla sua fascia di pertinenza. Tra una protesta e l'altra a causa di decisioni arbitrali poco convincenti, scorrono i minuti ed il tecnico di Raccuja si gioca le ultime carte: fuori gli stanchi Mazzarani e Paolucci, dentro Fornito e Calil. Dal punto di vista tattico non cambia nulla.

Pare non cambiare nulla anche sotto il profilo tecnico. Queste partite nella maggior parte delle ipotesi possono essere vinte solo col cuore e col carattere, e non è un caso che il gol della vittoria nasca da Di Cecco, il combattente più valoroso, che ripone per un attimo la spada e confeziona una splendido lancio, diretto verso l'area avversaria, lì dove si fa trovare pronto Biagianti, di certo non un goleador o centravanti, ma semplicemente un capitano che prova ad impedire che la nave affondi, riuscendoci con una bella giocata volante che beffa Chiriac in uscita. Il finale di gara serve ad ottenere ulteriori conferme, in positivo e negativo, sui ragazzi di Rigoli: oltre al carattere, il Catania dispone di un pacchetto arretrato più che affidabile, ma manca della necessaria cattiveria per chiudere la partita, come dimostra il gol fallito da Di Grazia su invito di Calil a pochi minuti dal fischio finale.

In attesa dell'interessante confronto col Foggia, importante appuntamento di coppa
Ci sarebbe da guardare già con interesse al prossimo impegno di campionato, che vedrà il Catania impegnato allo “Zaccheria” di Foggia contro una delle squadre in corsa per la promozione diretta. Per caratteristiche, quella di Rigoli sembra una compagine in grado di creare non pochi grattacapi alla formazione di Stroppa, in quanto esprime il suo meglio al cospetto di avversarie che giocano a calcio concedendo spazi nella propria metà campo, ed ha dalla propria l'ottima tenuta del reparto difensivo. Ma prima di pensare al più che affascinante big match della 12a giornata, c'è da affrontare l'altrettanto interessante sfida di coppa contro il Messina, fin qui rinvigorito dalla cura Lucarelli. E' molto probabile che il tecnico etneo dia ampio spazio al turnover, ma ciò non deve tradursi in una sottovalutazione dell'impegno in quanto, com'è risaputo, un'eventuale vittoria della competizione garantirebbe l'accesso diretto alla seconda fase dei playoff, peraltro con una combinazione privilegiata (si sfiderebbe una tra la 6a e la 7a classificata del girone C). Fino a quando il Catania è in corsa, ha quindi il dovere di lottare per arrivare fino in fondo. E la gara coi giallorossi potrebbe essere l'occasione per rilanciare alcuni elementi e valutare soluzioni alternative da riproporre in campionato.