Catania-Milan (1-1): Spolli di te, Liotru!!!

Nicolas, seconda

Nicolas, seconda "perla" consecutiva... 

Il commento al grande match del "Massimino" tra rossazzurri e rossoneri. I temi "caldi": basta con il complottismo; Catania straordinario; a Verona per crederci.

Basta con il complottismo
Come cambia il mondo. Fino a un paio di mesi fa i tifosi del Catania, invariabilmente, si trovavano costretti a fare il “tifo” per le squadre più importanti in occasione di scontri con dirette concorrenti nella lotta salvezza. In gare come Roma-Novara o Inter-Genoa, seppur a denti stretti, ci si doveva augurare che i capitolini o i meneghini facessero il loro dovere, portando a casa tre punti e lasciando nelle retrovie le avversarie di turno. Carusanza, sursum corda, non succederà domenica 1 aprile 2012! Segniamoci la data. E non perché da sempre abbinata al classico “pesce d’aprile”. Si tratta di un momento storico, di una sorta di rito di passaggio dalla preistoria alla storia, come quando un bel po’ di migliaia di anni fa a un sumerello (non somarello...) di passaggio venne la grande idea di inventarsi la scrittura. Domenica 1 aprile 2012 i sostenitori del Liotru “tiferanno” per il Novara e il Genoa, augurandosi che piemontesi e liguri possano fare uno scherzetto a giallorossi e nerazzurri, diretti concorrenti nella lotta per l’Europa League. Sì, diciamolo. E diciamolo! Settimi a 43 punti, siamo in corsa per l’Europa a 9 gare dalla fine, per la prima volta nella nostra storia. Che si raggiunga l’obiettivo o no, questa stagione sarà ricordata come la miglior versione rossazzurra di tutti i tempi. Fra l’altro, il bellissimo pareggio ottenuto oggi contro il Milan di Allegri uguaglia anche l’ultimo record dei “mitici anni ‘60” ancora in vigore: 8 risultati utili di fila nella massima serie. Chapeau! Tuttavia, ancor prima di addentrarmi nell’analisi tecnico-tattica della gara, veramente emozionante, mi tocca cominciare con più di un accenno alla solita tiritera tipica del calcio italiano: le stantie recriminazioni dei milanisti a fine partita, come se fossero stati derubati dei tre punti, come se fossero vittima di un complotto internazionale. Riassumendo: quella che si autoproclama “squadra più titolata del mondo” (e in effetti è da annoverarsi fra i primi club nel globo terracqueo) si “abbassa” a strilletti da massaia dopo un pari di rara bellezza in cui, in ogni caso, conferma di essere la miglior compagine italiana, appurato che qualsiasi altra squadra di Serie A avrebbe preso per lo meno 4 gol (lo dice lo stesso Legrottaglie nelle dichiarazioni post-gara)l dagli scatenati rossazzurri di Vincenzo Montella. Cioè,stringendo ancor più il succo, invece di dar merito a un grande avversario, il Catania, capace di gettarti in faccia non meno di 6-7 nitide palle gol, cosa mai successa quest’anno; invece di riflettere sul confortante dato di fatto che attesta come tu sia stato nel finale di partita quasi sul punto di vincere nella tana di questo irriducibile avversario, dato assai rilevante in proiezione Barcellona; insomma, invece di far tutto ciò, come avviene in TUTTI, e sottolineo TUTTI i campionati di calcio più civili d’Europa (magari in Turchia o in Grecia non sarà così, o in Uganda...), tu svilisci la tua immagine”napoleonica”, accampando scuse evitabili. Il tutto per un presunto gol fantasma di Robinho sul quale ancora, dopo 1.000.000 di replay, otto commentatori su dieci non si dicono certi del completo superamento della linea di porta da parte del pallone; un superamento fra l’altro che, anche quando ipoteticamente misurabile in un paio di centimetri (e sottolineo “se”, come Mina...), appare quasi impossibile da vedere per il collaboratore di linea di Bergonzi. Un caso del tutto diverso rispetto a quello famoso di Muntari, in cui anche un cieco avrebbe visto la palla dentro la porta di Buffon. Un siparietto francamente agghiacciante, visto che al Catania era stato annullato, sullo 0-1, un gol apparso regolare di Gomez per un altrettanto ipotetico fuorigioco di Bergessio, anche qui roba di un paio di... millimetri! Nel dubbio, ovviamente, bandierina su, come “caldamente” raccomandato dai vertici arbitrali... Un gol che, sommato alla solita prodezza su palla ferma di Spolli, alla seconda rete consecutiva, magari avrebbe sancito la sconfitta per i rossoneri! Poi, giù ancora con le recriminazioni: i due fuorigioco fischiati a Ibra e Boateng, obiettivamente inesistenti. Due azioni, in ogni caso, che non si sa in che modo si sarebbero sviluppate, non configurandosi come chiare occasioni da rete. Due episodi ascrivibili all’altrettanto obiettiva scarsezza dei due collaboratori di linea di Bergonzi. Due episodi come ne succedono tanti. Al Catania una marea, per esempio, quest’anno. Dulcis in fundo: il campo del “Massimino”, divenuto improvvisamente (e improvvidamente) “lento”, penalizzante per l’armata invincibile in maglia rossonera!!! Cos’è, una farsetta francese del Settecento? Si lamenta del campo la stessa squadra che aveva restituito al mittente le (quelle sì, sacrosante) rimostranze del Barcellona per il pessimo stato del manto erboso del “Meazza” (fra i peggiori al mondo), affermando che se per arbitro e Uefa andava bene, allora... E allora, di che parliamo??? Ma dai, finiamola con questo “dietrologismo”, con questo “complottismo” da romanzo d’appendice, con questo “alibismo” da portinaia, cresciamo!!!

Catania straordinario
Così come a Napoli, mi sono commosso. Commosso profondamente. Forse si è trattato, considerata la valenza dell’avversario, della partita più bella giocata dal Catania nella sua storia. Al cospetto di un pubblico splendido, un “tutto esaurito” come non si vedeva da tempo, Milan e Catania si sono fronteggiati a viso aperto fin dal primo minuto. Il Catania nella sua formazione tipo e con il suo modulo preferito, il 4-3-3; il Milan con tutti i migliori disponibili, considerati i forfait di Thiago Siva e Pato e gli acciacchi barcellonisti di Nesta o Seedorf. Grande Catania nei primi minuti, con un’occasione fallita da Bergessio, sempre encomiabile dal punto di vista del gioco di squadra (Montella ha ragione, è insostituibile), ma come al solito un po’ impreciso (e talora anche sfortunato) sotto porta. Milan capace di replicare con Emanuelson e Ibra, fermati da un grande Carrizo; poi ancora Bergessio di testa, prima che al 34’ Ibra ci metta il piedone, ponendo Robinho in condizione di battere facilmente l’incolpevole estremo difensore argentino del Catania. Ma il Catania è una squadra vera. Vera. Lo dimostra la reazione. Prima la traversa di Gomez al 38’ su gran tiro dalla distanza e poi... la meraviglia della prima mezz’ora della ripresa. Il più bel Catania di tutti i tempi. Una goduria per gli occhi. Montella ha davvero creato un piccolo capolavoro, quello di una squadra che, si trovi davanti Milan o Novara, gioca a calcio, A CALCIO, quello vero e sempre nella stessa maniera, possesso palla e verticalizzazioni, sempre in modo veloce e propositivo, sempre creando tante occasioni da rete. Il Catania che mette sotto il Milan a inizio ripresa (fra l’altro mai visti così in difficoltà i rossoneri in campionato quest’anno) è stellare. Gioco di prima, Lodi e Almiron a disegnare gioco in mezzo, Gomez e un ritrovato Barrientos (male nel primo tempo, meglio nella prima parte del secondo) a folleggiare sulle fasce, Bergessio ad aprire spazi e offrirsi da sponda sempre puntuale: gol regolare di Gomez non assegnato, gol di Spolli regolare assegnato, ancora una volta da palla ferma (il Catania nelle ultime gare segna solamente in queste situazioni, nelle quali è davvero maestro), conclusioni a ripetizione verso la porta di Abbiati, in specie con lo scatenato Almiron. Uno spettacolo. Però, il Milan è una grande squadra, e lo dimostra nei 15’ finali, in cui, rafforzato in attacco da El Shaarawy e dall’ex Maxi Lopez (giustamente applaudito dalla folla etnea) e pur pressato da una squadra in grande salute, peraltro ravvivata ulteriormente dall’ingresso di un ottimo Llama (in forma l’argentino, dovrà essere preso maggiormente in considerazione in occasione delle prossime partite), riesce a produrre due ottime occasioni da rete, con Mexes e Ibra, entrambe neutralizzate da un grande Carrizo (rivitalizzato dalla cura Montella; se continua così, sarà bene fare più di un pensierino al possibile riscatto dalla Lazio a fine stagione. Inoltre, penso che le porte della Nazionale di Sabella si riapriranno per lui. I rivali, Romero e Andujar, non mi sembrano “mostruosi”...). Il Catania resiste e porta a casa il pareggio. E se Izco al 93’ riuscisse a mettere dentro una facile palla crossatagli dalla sinistra, lo stadio crollerebbe sulle sue fondamenta. Ma forse sarebbe troppo. Il pareggio appare giusto. Come giusta appare la standing ovation tributata dal pubblico ai ragazzi di Montella. Un grande Catania. Un grande Catania.

A Verona per crederci
Adesso bisogna crederci fino in fondo. Domenica si va a Verona contro il Chievo di Di Carlo. Partita difficile contro una squadra tosta, sebbene tranquilla dal punto di vista della posizione in classifica. Non dimentichiamo cosa sia accaduto all’andata, con i gialloblù veneti rintanati nella propria area e poi micidiali in contropiede con Pellissier e Thereau. Se ci crediamo veramente, è necessario fare di tutto per vincere al “Bentegodi”, giocando con personalità e, magari, sbagliando qualche gol in meno davanti alla porta. Ultimamente si segna solo su azione conseguente a calcio piazzato, sarebbe bello bucare la rete anche in maniera differente... Let’s go, Liotru, let’s go!!!